capohog ha scrittoPaulySte ha scritto: ...vuota sperimentazione? L'impressione sembra essere quella: un conto e' dare importanza ANCHE al fattore estetico, ANCHE all'aspetto tecnico, ANCHE all'aspetto della ricerca di nuovi abbinamenti, un altro conto e' invece dare quasi soltanto quello trascurando il dato fondamentale, che e' il gusto, il godimento papillare.....
Bella domanda, tanto da aprirci un topic...
quanto pesa il fattore estetico, quello tecnico e quello della ricerca in un piatto per voi?
Qualche volta un piatto estremamente concettuale ( e sto aspettando la tua rece su Anteprima Paul ) può sopperire alla miglior pietanza al mondo servita stile sbobbazza in un piatto pieno di ditate?
per me l'estetica conta se fa da corredo ad una grande cucina.. l'ultima volta che son stato da cracco ho mangiato un'insalata al "profumo" di ostriche.. ed in effetti ho pensato che si fosse spinto un pò troppo in là con i suoi esercizi stilistici..
però è giusto anche spezzare una lancia in favore del buon Carlo.. che spesso regala cene che sono delle vere e proprie esperienze.. e che non fanno rimpiangere la pur amata sbobba da trangugiare con gli amici.. che non va messa in contrapposizione.. perchè a tutti piace variare..
il punto secondo me è un altro.. ovvero che purtroppo per avere una certa visibilità, specie sulle guide, mantenere standard qualitativi elevati è una condizione necessaria ma non sufficiente..
bisogna anche esser bravi ad intercettare le tendenze del momento.. riuscire in qualche modo a soprendere, ecc. ecc.
si badi bene, non sto dicendo che questo sia giusto. è una mia semplice constatazione.. e qui penso ad altri ristoranti che pur facendo cucina di altissimo livello e con costanza, sono scarsamente considerati dalle guide (ovviamente non da noi appassionati mangioni) .. ed hanno di conseguenza minor visibilità e minor clientela internazionale.. e spendacciona in generale..
sono stato molte volte da cracco, ed ho sempre notato che ben più della metà dei commensali è straniera.. gente che decide dove cenare leggendo le guide.. e che magari è portata più a fare confronti con altri chef creativi internazionali.. che non a valutare la genuinità di un prodotto "locale" (giusto per fare un esempio di qualcosa che invece può stare più a cuore ad un appassionato mangione)
anche a pranzo c'è un grosso giro di clientela business.. gente del mondo della finanza, della moda, ecc. ecc. persone che probabilmente non scelgono dove mangiare in base alla sola qualità del cibo, all'eccellenza tecnica nella preparazione di un piatto, e così via..
è ovvio che per accontentare una così vasta schiera di avventori (cosa necessaria per far stare in piedi economicamente un ristorante del genere) bisogna avere doti di "equilibrismo" culinario non indifferenti.. e fare alta qualità non è sufficiente.
sintetizzando le mie varie esperienze da cracco devo direi che le soddisfazioni superano di gran lunga le delusioni di fronte a certi piatti.. così come il giudizio negativo del buon Pauly sul servizio non troverà pienamente concordi i frequentatori abituali.. la sua brutta esperienza è innegabile.. ma personalmente devo dire che a parte il sommelier (che non mi sta molto simpatico, per usare un eufemismo) ho sempre notato gentilezza e professionalità..
lungi dal voler scusare cracco, o dal dire che merita solo voti altissimi.. da un ristorante di questo livello (e di prezzo) è giusto e doveroso pretendere il massimo e non essere indulgenti se ci sono stati errori.. ripeto.. il mio voleva solo essere un invito a mettere in un giusto contesto un'esperienza che a guardare i voti di Pauly sembra disastrosa..