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da maxbor il 01 ott 2010 12:13


SELVAGGINA E PORCHETTA L'AGRITURISNO E' GOURMET

Antonio Scuteri su Repubblica del 29 settembre 2010 sezione VIAGGI

Il rischio di avere grandi maestri è di esserne sopraffatti, di non riuscire ad andare aldilà dell' imitazione. L' opportunitàè invece quella di imparare: carpire da uno la tecnica, da un altro apprendere il lusso della semplicità, da un terzo scoprire il valore evocativo della memoria. Frullare il tutto, e ottenere una sintesi personale, non è facile. Ma se ci si riesce ecco che, magicamente, si approda alla cucina d' autore. Il percorso sembra finora essere riuscito a Marco Bottega, chef dell' Aminta. Che con coraggio, e un pizzico di giovanile incoscienza, dopo anni tra le tavole d' Italia e d' Europa, è tornato a casa per impostare il suo progetto: fare dell' agriturismo di famiglia a Genazzano, nella campagna romana, un polo gourmet. Intendiamoci, non tutto gira già alla perfezione. Tra i secondi, il petto d' anatra con patate alla vaniglia (ottime) è un po' coriaceo. E i dolci (come il semifreddo all' amaretto) sono golosi ma non spiccano il volo. Per il resto però una piccola sequenza di capolavori. La vitella con limoni di Sorrento e menta alterna al meglio sensazioni grasse e rinfrescanti. Il gazpacho di pomodori, ricotta e cubo di manzo raggiunge equilibri inaspettati. Il polipo con patate e cicoria croccante rende speciale ciò che è all' apparenza banale. Partenza a razzo, ma poi si va ancora più in alto. Ecco la lepre bruciata con carbone attivo. La descrizione spaventa, ma il gusto incanta: selvaggina cruda, ma con il gusto di carne alla brace. La sfida concettuale prosegue con il campo di pomodori e verdure: un inno alla stagione che usa il riso come tavolozza per una decina di ortaggi in diversa cottura, ciascuno dei quali è un' esplosione di sapori. Il pane e porchetta (in realtà ravioli) ha il potere rassicurante degli ingredienti che riconosci e la potenza espressiva della loro trasfigurazione. Avvertenza finale: cucina d' autore, si diceva. Quindi costosa? L' equazione questa volta non funziona: troverete menu degustazione a prezzi da trattoria (27 e 45 euro). E alla carta potreste spendere anche meno. Con il plus di una cantina in crescita e dai ricarichi contenuti.



Sul MANGIONE una recente recensione di adem, cappello verde.

http://www.ilmangione.it/scheda.php?id_rist=47346

da adem il 01 ott 2010 12:17


maxbor ha scrittoSELVAGGINA E PORCHETTA L'AGRITURISNO E' GOURMET

Sul MANGIONE una recente recensione di adem, cappello verde.

http://www.ilmangione.it/scheda.php?id_rist=47346


Mi ritrovo perfettamente nella recensione di Scuteri, mamma mia quanto era bbona la lepre bruciata!

da maxbor il 12 ott 2010 08:53


SPECK, CANEDERLI DI FEGATO E GERMOGLI D'ABETE IN ALTO ADIGE
Alla Locanda Kürbishof di Anterivo una cucina che scalda anche il cuore

EDOARDO RASPELLI su la Stampa del 7.10.2010

Per voi, emozione commozione amicizia. Per loro, professionalità affabilità disponibilità. Il tutto condito da grandi silenzi, panorami, ghiottonerie. Che cosa volete di più dalla vita? Oggi vi porto in un posto da fiaba; oggi con me venite in un luogo d’incanto: un paesino da fate, una casa da Hänsel e Gretel, una cucina legata al territorio da leccarsi i baffi e, in fondo, una curiosità che non immaginavate. Dal casello di Ora/Egna della autostrada del Brennero, una comoda grande strada vi fa inoltrare verso il Trentino, in direzione di Cavalese: una deviazione improvvisa vi immerge nei boschi dell’Alto Adige, altissimi, verdissimi e oggi spruzzati dei rossi e dei gialli dell’autunno già iniziato.
Anterivo è un ninnolo silente: poche case, qualche seconda villa, un barettino, uno spaccio alimentare che solo ad agosto vende i giornali. Poche centinaia di metri ed eccovi la frazione di Guggal: la strada finisce lì, tra i boschi e gli appezzamenti di terreno salvati all’incoltura e destinati alla produzione di un retaggio ghiotto del passato: i lupini, per ricavarne un curioso antico tradizionale caffè.

All’ingresso della frazione, affacciata da Sud nella vallata, in grande ampia soleggiata posizione panoramica, nel silenzio e nel tripudio di aiuole orti e praticelli fioriti e ben tenuti, eccovi la casa antica dei patron e, accanto, quella che già nel 1772 era la stalla. Oggi è il regno di Hartmann Varesco (del posto) e della moglie Sara (ligure, di Genova), giovani ma già con anni appassionati di lavoro nella ristorazione e nell’albergazione.

Lui in sala, lei in cucina, mandano avanti questo ninnolo fatto di tre camere e di due stube dove si assaggiano i due territori, Alto Adige e Liguria, preparati al meglio. Sarà un piacere alla mattina fare la ricca prima colazione e poi, a pranzo e a cena (ricordandovi, però, di prenotare sempre) mettersi a tavola e cominciare con l’aprire la carta dei vini che è un emozionante biglietto di visita della provincia autonoma, oltre tutto a prezzi invitanti. E poi la carta, che aprirete con lo sformatino di verdure per poi passare ad altre leccornie: lo speck casalingo è una meraviglia, il carpaccio di cervo è ancora più equilibrato di quello, magistrale, che in Piemonte vi offre l’Edelweiss di Viceno di Crodo, la pancetta è squisita. E poi la inarrivabile testina calda di vitello con cipolle, i delicati canederli di fegato in brodo, i saporosi caserecci maltagliati di farro alla salsiccia di agnello(!!!), il succulento e originale brasato di agnello, i medaglioni di cervo…

Al dessert non perdete il Formaggio Grigio con cipolle e pane nero. In stagione, i lamponi del posto sono di una bontà dimenticata. Chiudete con parfait allo sciroppo di germogli d’abete, i piccoli gnocchi di ricotta e prugne e con il caffè di lupini di Anterivo (ma raccomandatevi che lo facciano leggero). Pranzo medio completo con 45-55 euro (2 sono di coperto, accidenti).


Sul MANGIONE ci sono due segnalazioni, cappelli blu.

http://www.ilmangione.it/scheda.php?id_rist=42854

da maxbor il 22 ott 2010 08:41


GRANSEOLA E GAMBERI ROSSI NEL REGNO DELL'ANGUILLA
Ai Tre Canai di Marano Lagunare la tradizione marina del Friuli.

Edoardo Raspelli su La Stampa del 21.10.2010

Se ci venite da ovest, da Venezia, l’uscita dall’autostrada sarà a Latisana; se ci arrivate da est, da Trieste, il casello sarà quello di Porpetto- San Giorgio di Nogaro.
Da una parte Grado, all’altra estremità Lignano Sabbiadoro, a fare da sentinelle sul mare e in mezzo alla laguna, tra i due citati gioielli estivi delle spiagge italiane, l’antico fascinoso borgo di pescatori, Marano Lagunare.

Veniteci ora, fuori dalla folla dell' estate; godetevi la brezza delle onde, l’aria salubre ed ancora tiepida, il sole birichino dell’autunno ormai inoltrato. Accanto a voi, paesi e frazioni dai nomi gentili: Pampaluna, Paradiso… La strada disegna dolci curve tra i campi del granoturco e le foreste cedue dei pioppi. Poi ,prima di pranzo, fatevi una passeggiata anche breve tra strade e stradelle che hanno fatto da sfondo e da set a decine di pellicole cinematografiche: andate a piedi tra i canali della laguna che bagnano o costeggiano le case e le casette multicolori dei residenti.
La domenica, i giorni di festa, ci si affannava sull’uscio di casa, le barche fissate (come oggi) alle bricole di legno che spuntano dall’acqua. Si infilava l’anguilla allo spiedo, la si profumava di rosmarino e la si faceva andare con cottura sapiente e lunga, anche tre ore per una indimenticabile leccornia. E l'anguilla «allo speo» (su prenotazione di un paio di giorni ed almeno per 4 persone), la trovate anche in questa accogliente calda trattoria-ristorante all’entrata di Marano Lagunare, sulla sinistra, con tutto il posto che volete per parcheggiare.

Dentro, eccovi una bella veranda e salette rustiche piacevolmente arredate e colorate anche dal mare di articoli che hanno accompagnato la giovane intensa vita professionale dei titolari, lo chef Giorgio Dal Forno e la moglie Claudia Zorzin de Monte, simpaticamente educatamentetravolgente. Terra Territorio e Tradizione: le ricette, i piatti ma anche gli ingredienti, i pesci, le erbe. In casa si prepara la bottarga (in particolare quella, curiosa, di volpina locale) ed il menu allinea i sapori dei dintorni: il finocchietto ed i carciofi sono quelli della laguna, le olive e la senape della Riviera.

Ecco allora il pane eccellente da spalmare di burro alle alici, poi il crudo di gamberi rossi tonno spigola, ostriche vongole veraci, la granseola a vapore, gli strozzapreti con gamberi rossi di Sicilia, gli gnocchetti di patate con salsa ai fasolari (raro sodo mollusco di laguna reso particolarmente morbido e gustoso), la spigola di mare con carciofi, calamari e seppioline fritte, il tutto con la delicatezza di una mano leggera nel salare. Tra i dolci della casa non perdete l’originale e buon gelato alla marmellata di pere .Il tutto accompagnato dai grandi vini del Friuli Venezia Giulia, compreso il Friulano (nuovo nome del Tocai messo fuori uso dall'Europa). Pranzo medio completo alla carta con 65-75 euro (di cui 2,5 di coperto).


Sul MANGIONE c'e una recente recensione, cappello blu.

http://www.ilmangione.it/scheda.php?id_rist=16859

da maxbor il 30 ott 2010 12:24


CARNE CRUDA, FINANZIERA
Alla Trattoria Roma di Castelletto Stura trionfa la cucina di territorio

di EDOARDO RASPELLI su la stampa.it


Veniteci presto perché poi, forse, sarà tagliato fuori. Andateci ora perché tra poco correreste il rischio di sfiorarlo, di passarci accanto ma di non potervi o di non volervi fermare. Saranno state le conseguenze della nostra maledettissima solita fretta, della nostra insopprimibile smania di correre, di arrivare prima, anche con le strade. La erigenda mai finita autostrada Asti-Cuneo, tra un cantiere e una interruzione, oggi a Sud vi scarica solo ad Albano Stura; domani (o dopo domani?!) vi farà entrare comodamente nel capoluogo della Granda.

Ed allora addio Morozzo ed il suo cappone, addio comoda sosta auto tra i gianduiotti dello spaccio della Venchi. Non ci passerete più davanti ma dovrete andarci apposta. Oggi, invece, nella veloce arteria che esce dalla città dei marroni e della Bisalta quella del Palio una piccola indicazione vi guida a questo antico borgo silente. Si parcheggia comodamente nel cuore del paese, ci si beadella calma delle stradelle, ci si di Pesio gusta (perché no ?!) in attesa della neve la prima nebbia e si assaporano le atmosfere le emozioni e i ricordi di qualche antica poesia. Fuori, tra la tremula luce che filtra dalle piccole finestre della Trattoria, ho rivissuto, ho rivisto le illustrazioni del Cervino, l’indimenticato sussidiario dei bambini italiani degli Anni Cinquanta; ho riletto la pagina di San Martino.

Dentro, avrete la stessa struggente sensazione: l’ingresso con il piccolo settore bar, il pianoforte, l’angolo con la sfilata dei grandi super alcolici, la stufa a legna in un vano nel muro a scaldare (come si faceva una volta) le due salette, l’aria del Piemonte d’antan tra le suppellettili e le foto del mondo agricolo del buon tempo andato. Insomma, un ambiente da non perdere questa antica casa che è stata ristrutturata nel 1935! L’ambiente risale ai nonni e la cucina, avvolgente emozionante coinvolgente, è quella dei nonni e delle nonne.

Ed è un prodigio che tutto questo venga mandato avanti da due giovani (Davide Rabbia in sala, la la moglie Annalisa Brizio in cucina) che lavorano con professionalità e amore con al fianco bravi aiuti. Terra Territorio Tradizione: le mie tre T deposi- tate all’Ufficio Brevetti e rubacchiate di qua e di là splendono su piatti come la solare carne cruda, l’insalata di musetto, il vitello tonnato, la sublime anguilla marinata, la pasta trafilata in casa nel bronzo, gli agnolotti ai due arrosti e salame, la finanziera, la trippa grigia e tosta come una volta, il meraviglioso biancostato alla griglia, il gelato di latte di capra. Difficilmente avrete speso meglio 40-50 euro.


Sul MANGIONE ci sono due recensioni: un capello verde ed uno blu.

http://www.ilmangione.it/scheda.php?id_rist=42520

da maxbor il 09 nov 2010 14:32


ASSUNTA MADRE, PESCHERIA PER GRAN GOURMET

di Giacomo A. Dente sul Messaggero del 9.11.2010

Uno si può inventare i percorsi più pensati e stravaganti, può chiamare l’architetto, il dj, il cuoco, il pierre per spingere un nuovo locale a Roma, ma se non c’è il pesce a farla da padrone le probabilità di successo si assottigliano. Non a caso, siamo ormai al punto che l’arrivo di un tonno o di una ricciola, delle triglie “giuste” o di una partita di ricci sono diventati una sorta di happening goloso che corre col passaparola. Non è qui ndi stravagante che in via Giulia, la strada degli antiquari e dei severi palazzi nobiliari, tra le aristocrazie emergenti affiori il nome di una barca da pesca.
Da Assunta Madre, insomma, non andate a cercare filetti e tournedos, perché il manifesto è già tutto all’ingresso con l’offerta del giorno, trionfale nella sua varietà ed abbondanza a dare la tonalità.
Pescheria con uso di cucina? Decisamente riduttivo, perché vigila sui fornelli un professionista di lungo corso e di felice mano (i suoi spaghetti alle vongole sono lavorati di padella davvero alla grande) come Franco Bloisi.
Inutile dire, quindi, che pagato doveroso pedaggio al variato capitolo crudi (tartare, carpacci, compreso quello molto intrigante di triglie, frutti di mare, dalle ostriche ai tartufi ai ricci), il “cotto” non manca di regalare gradite sorprese. Ottimi i sauté, gustoso e croccante il fritto, e poi tante sfiziosità che vanno dalle polpette di cernia e olive alla pescatrice con carciofi, dal tonno in crosta di pepe nero macinato grosso agli involtini di melanzane gamberi e radicchio.
Arrivati a questo punto gli appetiti più spericolati (o quelli più misurati negli esordi) potranno gustarsi i primi di sicura presa come i paccheri con calamaretti, ma anche l’antica minestra di pasta spezzata e fragolini.
Sale, griglia, acqua pazza alle quali immolare la scelta del cuore e della gola per continuare, e poi via coi dolci: millefoglie, crostate varie, caprese. Il tutto in una cornice gentile, capace di gestire l’affollamento di vip e golosi sconosciuti anche col conforto di una selezione di vini non priva di qualche ottimo acuto.


Ristorante ASSUNTA MADRE
Roma – via Giulia, 14
Tel. 06-68806972
Aperto sempre solo la sera
Prezzo da 70 a 110 euro.


Sul MANGIONE non ci sono recensioniné scheda.

da maxbor il 11 nov 2010 09:18


C'E' UN ILLUSIONISTA AI FORNELLI LA CUCINA DEI NAVIGLI E' FUSION

Antonio Scuteri su repubblica.it

Qui niente è come sembra. Imbocchi la porta, affacciata sul punto più fascinoso dei Navigli, e ti sembra di essere capitato in una vecchia osteria, con tavoloni di legno e tovagliette di carta. Sfogli la lista dei vini: è un po' scompaginata, ma dentro ci trovi vini di cultoe annate storiche. Il menu sembra quello di una pizzeria, nella forma. Nella sostanza, invece, è un elenco di piatti raffinati ed estrosi. Una sorpresa a ogni passaggio. Eppure Al Pont de Ferr è un' insegna storica che, come tante, avrebbe potuto campare di rendita, percorrendo all' infinito strade già battute. Onore al merito, quindi, alla veterana Maida Mercuri, che ha avuto il coraggio di lasciare carta bianca al giovane chef uruguayano Matias Perdomo. Che da vero illusionista dei fornelli miscela avanguardia spagnola, tradizione italica, accenti sudamericani e profumi milanesi in una cucina tanto personale quanto ben calibrata. Si parte con una portata così bella che si ha quasi il timore di mangiarla. Una cipolla di zucchero vetrificato (soffiato come un vaso di Murano) ripiena di crema di caprino fresco e cipolla: un prodigio di tecnica e gusto. Il consommé di borlotti con insalata di granchio e olio alla cannella convince per ideazionee sapori. Le animelle di vitella con croccante di mais, classiche in apparenza, vengono rinvigorite dal profumo di caffè e toni esotici. Tra i primi, particolarmente golosi gli gnocchi alla brace ripieni di tartufo con porcini e crosta di parmigiano. Si gioca su contrappunti e consistenze nel risotto con vongole, arancia canditae cupola di gamberoni rossi. Sorprendente per qualità della carne e accostamenti estremi il maiale iberico con crema di burrata e ricci di mare. È scenografico, anche nel servizio, il petto di piccione cotto in sfera di sale con mousse di barbabietola rossa. Grande impatto visivo anche nei dolci, dal "Sigaro" alla "Miniera d' oro": nomi ermetici dietro i quali si nascondono dessert inediti ed efficaci. Avvertenza finale: calcolate un costo medio di circa 55 euro. Un po' di meno, o un po' di più, se si opta per uno dei menu degustazione.


Sul MANGIONE ci sono 21 recensioni con valutazioni in calo (due cappelli verdi e due gialli nelle ultime quattro).

http://www.ilmangione.it/recensioni_all ... ecensione=

da maxbor il 12 nov 2010 10:21


FAGIOLI CON LE COTICHE, MARUBINI FILETTO
Nella città della gola un'osteria dove gustare la cucina delle tre T.

di Edoardo Raspelli su lastampa.it

Città della gola, città delle sorprese: una delle capi- tali dell’agricoltura italia- na, ma anche capoluogo di leccornie. Forse, Cremona, è nell’immaginario collettivo: non solo il suo nome (vi ricordate le barzellette di quando eravamo bambini? E’ l’accrescitivo della cosa più ghiotta che ci sia, la... crema), non solo le 3 T (che non sono le mie Terra Tradizione e Territorio ma Torùn, Torass e Tetass, cioè Torrone, Torrazzo e t...)... no, c’è dell’altro. C’è una fiera agricola che è lo specchio della ricchezza di questa terra, di questo humus; ci sono campi prati e panorami; ci sono viuzze e stradelle del centro storico piene di fascino, ci sono (per stare alla gastronomia) prodotti locali che non si perdono, che si continuano a fare anche in modo artigianale e che poi si ritrovano, inaspettatamente, in tanti locali di questa città e di questa provincia.

Giuseppe Martelli, trascinatore delle notti cremonesi, uno dei papà italiani del Texas Hold’em Poker nel suo Feever (di fronte al già raccontato buon hotel Ibis), mi porta, inaspettato cliente, in questo piccolo accogliente locale del centro, dal parcheggio non difficile e tutto da habitués, da amici che ritornano: coppie di innamorati, il pugno di impiegati usciti dalla banca in pausa pranzo, lo scapolo che sa che qui troverà un servizio accattivante e corretto fatto da giovani sorridenti volti femminili sovrinteso dal patron, Claudio Chiodelli, innamorato del suo lavoro e del suo menu. Sarà difficile, in particolare, resistere al suo invito, verso la fine del pasto, e non assaggiare uno dei dieci buoni o addirittura grandi formaggi che questo piccolo locale mette a disposizione. Il grande banco del bar, la sala a elle con le pareti fasciate di quadri naïf, per aria in un angolo la tv accesa (raccomandate che ve la tengano bassa o che la spengano addirittura), tavoli di legno da osteria, proprio come quella in cui siamo.

A far da coperto la stoffa (a 2,5 euro), o, gratis, una tovaglietta di carta con i recapiti del locale sotto una immagine antica. E poi c’è il «menu completo ad 11 euro» (primo, secondo, contorno, 1/4 di vino dell’osteria, 1/2 acqua) con la scelta tra 5 primi, 7 secondi, 5 contorni; dolce a 4,5, solo primo 5 euro, solo secondo 7 euro, più invitanti piatti unici tra i 7 ed i 10 euro...!!! Io ho pescato un po’ di tutto e di tutto un po’: discreto salame cremonese, ghiotti fagioli dell’occhio con le cotiche, gustosi tortelli di zucca, classici marubini in brodo, riso verze e pasta di salame che aveva il sapore di quello che faceva la nonna, fritto di filetto di baccalà perfetto, trippa indimenticabile. Al dolce, fatto in casa, pera cotta nel Barolo con mousse alla cannella. Pranzo medio completo con 30 euro. Non siete ancora partiti?


OSTERIA LA BISSOLA - CREMONA

http://www.labissola.com/

Sul MANGIONE non ci sono recensioni né scheda.

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