da Bob il 27 apr 2010 14:17
Primus, che, per altri versi, è un simpaticissimo ragazzo e un bravo ristoratore, è invece alla pari di molti altri esercenti, di qualunque razza e tipo, che piangono per il gusto di piangere.
Le carte non sono arrivate dal nulla: rispondono ad una serie di lai e geremiadi emesse proprio da quegli stessi esercenti che ora le abovvono.
Prima, il cliente spendeva contanti, o assegni. E il ristoratore, che già si era accorto del problema, faceva buon viso a cattivo gioco, e accettava gli assegni perchè non poteva fare altrimenti, soprattutto in presenza di tavolate e gruppi.
Però, rognava, accidenti se rognava: e lo scoperto di qui, e la fregatura di là, e dove lo mettiamo il rischio....
Le banche ( e le finanziarie) si inventarono gli assegni garantiti, il benefondi, e tutta una serie di accorgimenti che potessero ovviare al problema. Macchè: era brutto investigare sulla reale disponibilità del cliente, come dire "guarda che non mi fido....".
E, allora, arrivarono le carte.
Con queste, l'esercente non teme più gli scoperti (dovrebbe operare alcuni semplici controlli, tipo la firma, ma non ho ancora trovato uno che lo faccia, e so che la banca paga egualmente...).
Sono a vantaggio del cliente? Forse: nessuna innovazione funziona a lungo se i vantaggi non sono almeno reciproci. Ma, certamente, sono anche a vantaggio del ristoratore (o esercente che sia).
Però, io straluno, quando uno mi dice "è un vantaggio che io offro alla mia clientela, e quindi è la clientela che la deve pagare". A me sembra che questo voglia dire " è un servizio che fornisco (a pagamento) alla mia clientela". Che, difatti, la paga.
Come molti hanno detto, non è un obbligo, e io conosco parecchi ristoratori che si rifiutano di tenere le carte: accettano, in compenso, assegni, con tutti i rischi del caso. Scelta: rispettabile, anche se, per me, difficilmente condivisibile. Però, è un diritto.
Se queste carte fossero realmente la vessazione che si sostiene siano, la maggior parte dgli esercenti la rifiuterebbe, e il fenomeno "carte di credito" sparirebbe da sè, perchè si basa sulla ampia copertura del servizio. Chissenefrega di una carta accettata da me e da capohog?
Invece, le carte sono in costante aumento, al punto che, come ho già detto, in alcune nazioni si paga con la carta anche la spesa di minima entità, e che si pensa, anche qui da noi, a carte fatte apposta per le minispese, tipo giornali e sigarette, e per i minori, con fondi limitatissimi e limiti di spesa anche altrettanto bassi.
Personalmente, sono tra quelli che accetterebbero di buon grado una diffusione TOTALE delle carte: i vantaggi di emersione dei redditi che ne deriverebbe sono ben pagabili con qualche commissione in più (che di fatto, di riffa o di raffa, pago sempre io).
"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"