primus ha scritto
Film gradevole e con un buon cast (apro-posito....fra gli interpreti recita il figlio di un ex mangione.......) ma, da un autore premio Oscar del calibro di Salvatores, ci si aspetta di più di una commediola leggera, con una sceneggiatura zoppicante dalla quale tocca tirar fuori una storia surreale e a tratti assurda.
Insomma un film con buone battute e divertente, ma siamo lontani anni luce da Mediterraneo, Marrakech Express ecc.
Voto Happy Family: 6.5
NOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!
Giudizio agli antipodi.
Questo avevo scritto sul topic Stagione Cinematografica 2009/2010:
HAPPY FAMILY (Italia 2010 di G. Salvatores con Abatantuono, Bentivoglio, Buy e De Luigi. Commedia) - Voto 3
Dalle stelle alle stalle, con tutto il rispetto per le stalle.
Salvatores vuole percorrere i sentieri di Woody Allen, ovvero quelli della commedia dove ironia e intelligenza dovrebbero ammaliare lo spettatore al di là dello stretto canovaccio della storia.
Il risultato è men che disastroso, direi penoso.
Attori di un certo spessore italico, sebbene dalle interpretazioni altalenanti, sono coinvolti in un generale naufragio in cui De Luigi riesce a battere tutti con un personaggio cretino dalla prima all'ultima scena.
Le scene sono così dozzinali che in più di un momento ti aspetti la promozione di un prodotto, come se fossero degli spot pubblicitari.
Nelle battute tutto un rosario di banalità e assurdità. Ve ne riporto una, non la peggiore:
Bentivoglio: "Certo che nel mondo ci sono cose che vivono più di noi: le strade, le case, anche le sedie; pensa che io ne ho alcune che hanno più di trecento anni". Abatantuono: "Chissa quanti culi avranno visto". Peggio dei cinepanettoni!
Per la cronaca la storia inizia con due liceali che avrebbero deciso di sposarsi a sedici anni.
E' stato senz'altro il peggior film visto al cinema da diversi anni a questa parte. E' stata una vera impresa essere riuscito a non andar via dopo non più di una mezz'ora.
Durante la visione non ho potuto fare a meno di interrogarmi attonito su chi ha avuto il coraggio di produrlo, di distribuirlo e chi, fra i critici, è riuscito a scriverne in modo positivo.
Se possibile evitate di vederne anche le locandine.