maxbor ha scrittoINTO THE WILD (Usa 2007, di Sean Penn) - Voto 7+
Il film è tratto da una storia vera, molto romanzata.
Un giovane, che scopriremo traumatizzato da eventi familiari, dopo una brillante laurea rinuncia a un futuro agiato per un presente solitario e avventuroso.
In Italia sarebbe stato probabilmente intercettato da "Chi l'ha visto?" ma nell'America del Nord-Ovest è più facile eclissarsi.
La storia è un collage gustoso ma non amalgamato. La lunghezza della pellicola, che in verità si vede senza annoiarsi, aggiunge poco alla psicologia del protagonista che risulta già definita nella prima mezz'ora.
Fra quadretti familiari (superlativo William Hurt) e scenari da National Geographic Channel ci si avvia verso un finale intuibile anche da chi non già lo conosca.
E' un buon film ma non il capolavoro che qualche critica ha descritto.
butter_fly ha scrittomaxbor ha scrittoINTO THE WILD (Usa 2007, di Sean Penn) - Voto 7+
Il film è tratto da una storia vera, molto romanzata.
Un giovane, che scopriremo traumatizzato da eventi familiari, dopo una brillante laurea rinuncia a un futuro agiato per un presente solitario e avventuroso.
In Italia sarebbe stato probabilmente intercettato da "Chi l'ha visto?" ma nell'America del Nord-Ovest è più facile eclissarsi.
La storia è un collage gustoso ma non amalgamato. La lunghezza della pellicola, che in verità si vede senza annoiarsi, aggiunge poco alla psicologia del protagonista che risulta già definita nella prima mezz'ora.
Fra quadretti familiari (superlativo William Hurt) e scenari da National Geographic Channel ci si avvia verso un finale intuibile anche da chi non già lo conosca.
E' un buon film ma non il capolavoro che qualche critica ha descritto.
io l'ho trovato bellissimo: da 8 almeno. il finale: non lo conoscevo e non l'ho intuito fino alla fine... anzi sotto sotto speravo che finisse diversamente
secondo me è un film assolutamente da vedere.
cosa intendi per collage non amalgamato? a me francamente è sembrato un bel puzzle di esperienze che hanno costruito la psicologia del protagonista nel suo evolversi, nel suo raggiungere certe conclusioni. la forza di questo collage sta proprio nell'apparente contrasto dimensionale fra gli spazi esterni sconfinati ed il vuoto interiore del protagonista... oh, il tutto secondo me eh!
maxbor ha scrittoSOGNI E DELITTI di Woody Allen - Voto 8+
Dico subito che potrei essere considerato di parte perchè per il regista newyorkese provo affettuosa e incondizionata ammirazione.
Qui si cimenta con un noir introspettivo di grande spessore cui manca molto poco per essere definito, secondo me ovviamente, un capolavoro.
Per un pò il film viaggia sullo schema di una commedia che non si immagina dove possa andare a parare. Prendiamo confidenza con i personaggi, entriamo nel loro carattere, viviamo la loro quotidianità fatta di speranze, contrasti, insucessi, famiglia, passioni e debolezze. Insomma, la vita che potrebbe appartenere a chiunque.
Ma cosa accade quando si dovrà varcare un confine? La strada è inevitabilmente senza ritorno? Esistono dei limiti oppure tutto è consentito?
Grande Woody.
maxbor ha scrittoPARLAMI D'AMORE (Italia 2008, di e con Silvio Muccino) - Voto 5
A un paio di amici era piaciuto, sul forum nessuno ne ha parlato (in verità da un po' mi avete lasciato solo) e allora eccomi caduto...in trappola. E dire che l'ho preferito a Johnny Depp!
Muccino junior floppa una storia che si regge come un castello di carta che, tra l'altro, viene tirata un po' troppo per le lunghe finendo con l'annoiare.
Il trailer e la locandina risultano abbastanza ingannevoli poichè fanno pensare a una commedia sentimentale, invece il canovaccio è un dramma esistenziale mal raccontato. L'assortimento di ninfette assetate di sesso, donne mature depresse, pariolini, cugini tossici e fantasmi del passato compongono un mosaico mal riuscito.
Silvio Muccino cresce di età ma è meno convincente rispetto alle gradevoli commedie adolescenziali dei primi film.
Yorkshire, Inghilterra del nord, 1983.
Otto ragazzi: vivaci, intelligenti e preparati, curiosi e svelti di mente. Tutti fanno parte di un'anonima scuola di provincia, ma vengono selezionati per prendere parte a un colloquio di ammissione per andare ad Oxford o a Cambridge, le due mete d’oro dell'università inglese. A prepararli per l'importante appuntamento la loro insegnante di storia e l'esuberante Hector, sulla carta professore di letteratura ma in realtà maestro d'entusiasmo, e, sotto consiglio del rigido preside, un nuovo giovane professore, dall'apparenza e dai modi più accademici ma altrettanto valido e affascinante. Fra una gita, una lezione di pianoforte e una di francese tutti e otto i ragazzi arriveranno al colloquio più o meno in grado di superarlo.
maxbor ha scrittoNON E' UN PAESE PER VECCHI (Usa 2007 di Ethan e Joel Coen) - Voto 9
La prima del nuovo film dei fratelli Coen merita il sacrificio di una visione feriale. Ne vengo ampiamente ripagato.
Coloro che più di altri ci hanno mostrato negli ultimi anni qualcosa di originale regalano al pubblico il loro miglior lavoro.
Questa volta lasciato da parte il noir, più o meno grottesco, si tuffano i un western moderno dalle forti connotazioni allegoriche.
Emblematica è la figura del rassegnato sceriffo (Tommy Lee Jones) che è quasi una voce narrante. La storia vede un brav'uomo, pur con i suoi pregi e i suoi difetti, si trova catapultato in un grosso guaio. Tutti lo cercano e lo inseguono fra cui un serial killer psicopatico (un bravissimo Javier Bardem meritevole della candidatura all'Oscar) che rappresenta il Destino. Qualcosa a cui nessuno può sfuggire e a cui nessuno si può opporre. Comunque vada la vita si concluderà sempre con la morte, il caso potrà solo rimandare l'esito finale.
Qui, superando Fargo, c'è più violenza e sangue, ci si avvicina quasi a Tarantino, ma per necessità non per coreografia.
Suggestiva (o obbligata?) la scelta del finale.
Grandioso.
Non ho termini di paragone (domani spero di poter vedere "Il Petroliere". Al momento quoto la candidatura all'Oscar quale miglior film.