Insomma, un'ipotetica classificazione potrebbe includere, oltre agli stellati, anche i "Ma che c'azzeccano", cioè quei ristoranti che operano in situazioni speciali e che non risultano paragonabili, almeno per quanto riguarda i prezzi.
primus ha scrittoNon ha niente il caffe' di chiappini....ma in trattoria e' caffe' in tazze da bar, bustina e camminare...chiappini e' caffe', pasticcini, 4 tipi di zucchero, tazzine in fine porcellana e tu che stai li a ciacierar fino a notte fonda senza che nessuno ti dica nulla.
pucci666 ha scritto possiamo valutare pro e contro dell'osteria, senza l'h davanti, rispetto ai ristoranti con diverse H davanti..
pucci666 ha scritto
Comunque dubito che ne verremmo mai a capo, no? Ognuno di noi ha le sue convinzioni ben radicate.
pucci666 ha scrittoComunque se un oste mi fa sloggiare alle 23 perchè ha voglia di andare a fare dei giri non mi rivede più, ma se alle 2 comincia a girare le sedie posso anche capirlo...
wineless ha scrittopucci666 ha scrittoComunque se un oste mi fa sloggiare alle 23 perchè ha voglia di andare a fare dei giri non mi rivede più, ma se alle 2 comincia a girare le sedie posso anche capirlo...
purtroppo non sempre si capisce...
qualcuno ha avuto il coraggio di risentirsi quando ad un pranzo al Prato Gaio (non Vissani, non Alajmo...) gli è stato chiesto di alzarsi alle 17.00!!
wineless ha scrittopucci666 ha scrittoComunque se un oste mi fa sloggiare alle 23 perchè ha voglia di andare a fare dei giri non mi rivede più, ma se alle 2 comincia a girare le sedie posso anche capirlo...
purtroppo non sempre si capisce...
qualcuno ha avuto il coraggio di risentirsi quando ad un pranzo al Prato Gaio (non Vissani, non Alajmo...) gli è stato chiesto di alzarsi alle 17.00!!
Servizio. Il ristorante, deducendo da quanto puntigliosamente descritto da altri recensori, tende a darsi una connotazione di qualità medio-alta, sia in rapporto allo standard medio delle colline pavesi, sia per una scelta da parte del patron. Bisogna però rilevare che ciò non corrisponde nei fatti per diversi motivi. La signora che serve al nostro tavolo è sicuramente di quel burbero-gentile tipico della trattoria, ma non da ristorante “che se la tira un po’”.
I piatti vengono serviti con grande decisione, scavalcando tranquillamente i commensali, con il pollice ben piantato all’interno del piatto stesso e quando il piatto sporco viene ritirato la nostra signora prima afferra le posate depositate in esso, sporche dai resti del contenuto e sporcandosi ovviamente le mani e, dopo averle posate in un contenitore comune, porta via il piatto. Non si può portare come esempio di pulizia al tavolo.
Anche il fatto che l’amico competitivo abbia dovuto diverse volte spostarsi completamente all’avanti con la seggiola per poter permettere il transito di carrelli contenenti bicchieri e stoviglie sporche che andavano in cucina non depone per un servizio di alta qualità. Non ultimo, nonostante il patron avesse con dovizia di particolari illustrato gli alimenti e la filosofia che stava dietro, bisogna far notare che non è di particolare bon ton l’invitare tutti a lasciare la sala perché si era di domenica e il pomeriggio era inoltrato, quando invece conviene avvisare gli organizzatori e saranno questi poi a comunicare ai commensali l’esigenza di lasciare il posto.
Come ben si vede, questo tipo di servizio non è una casualità, ma verosimilmente risponde a questo livello di qualità e quindi non appare, con tutta onestà, migliorabile, perché consono a struttura e dimensione del locale stesso. Voto 5.
silbusin ha scrittoper comodità il pezzo della rece.Servizio. Il ristorante, deducendo da quanto puntigliosamente descritto da altri recensori, tende a darsi una connotazione di qualità medio-alta, sia in rapporto allo standard medio delle colline pavesi, sia per una scelta da parte del patron. Bisogna però rilevare che ciò non corrisponde nei fatti per diversi motivi. La signora che serve al nostro tavolo è sicuramente di quel burbero-gentile tipico della trattoria, ma non da ristorante “che se la tira un po’”.
I piatti vengono serviti con grande decisione, scavalcando tranquillamente i commensali, con il pollice ben piantato all’interno del piatto stesso e quando il piatto sporco viene ritirato la nostra signora prima afferra le posate depositate in esso, sporche dai resti del contenuto e sporcandosi ovviamente le mani e, dopo averle posate in un contenitore comune, porta via il piatto. Non si può portare come esempio di pulizia al tavolo.
Anche il fatto che l’amico competitivo abbia dovuto diverse volte spostarsi completamente all’avanti con la seggiola per poter permettere il transito di carrelli contenenti bicchieri e stoviglie sporche che andavano in cucina non depone per un servizio di alta qualità. Non ultimo, nonostante il patron avesse con dovizia di particolari illustrato gli alimenti e la filosofia che stava dietro, bisogna far notare che non è di particolare bon ton l’invitare tutti a lasciare la sala perché si era di domenica e il pomeriggio era inoltrato, quando invece conviene avvisare gli organizzatori e saranno questi poi a comunicare ai commensali l’esigenza di lasciare il posto.
Come ben si vede, questo tipo di servizio non è una casualità, ma verosimilmente risponde a questo livello di qualità e quindi non appare, con tutta onestà, migliorabile, perché consono a struttura e dimensione del locale stesso. Voto 5.
pucci666 ha scrittoprimus ha scrittoNon ha niente il caffe' di chiappini....ma in trattoria e' caffe' in tazze da bar, bustina e camminare...chiappini e' caffe', pasticcini, 4 tipi di zucchero, tazzine in fine porcellana e tu che stai li a ciacierar fino a notte fonda senza che nessuno ti dica nulla.
beh, io i pasticcini a chiappini li ho pagati a parte, il caffè lo bevo amaro, le tazzine erano più belle di quelle del bar ma non di fine porcellana. Forse invece di entrare a destra all'osteria del Teatro quella sera ho girato a sinistra all'Osteria numero 3, e lì il caffè lo fa la Peppina...
Comunque se un oste mi fa sloggiare alle 23 perchè ha voglia di andare a fare dei giri non mi rivede più, ma se alle 2 comincia a girare le sedie posso anche capirlo: anche gli avventori devono avere un minimo di decenza, e gli osti un minimo di amor proprio
Possiamo aprire un altro post per parlare dei difetti del dilettantismo diffusissimo tra molti gestori di locali, possiamo valutare pro e contro dell'osteria, senza l'h davanti, rispetto ai ristoranti con diverse H davanti.
Comunque dubito che ne verremmo mai a capo, no? Ognuno di noi ha le sue convinzioni ben radicate.
wineless ha scrittosilbusin ha scrittoper comodità il pezzo della rece.Servizio. Il ristorante, deducendo da quanto puntigliosamente descritto da altri recensori, tende a darsi una connotazione di qualità medio-alta, sia in rapporto allo standard medio delle colline pavesi, sia per una scelta da parte del patron. Bisogna però rilevare che ciò non corrisponde nei fatti per diversi motivi. La signora che serve al nostro tavolo è sicuramente di quel burbero-gentile tipico della trattoria, ma non da ristorante “che se la tira un po’”.
I piatti vengono serviti con grande decisione, scavalcando tranquillamente i commensali, con il pollice ben piantato all’interno del piatto stesso e quando il piatto sporco viene ritirato la nostra signora prima afferra le posate depositate in esso, sporche dai resti del contenuto e sporcandosi ovviamente le mani e, dopo averle posate in un contenitore comune, porta via il piatto. Non si può portare come esempio di pulizia al tavolo.
Anche il fatto che l’amico competitivo abbia dovuto diverse volte spostarsi completamente all’avanti con la seggiola per poter permettere il transito di carrelli contenenti bicchieri e stoviglie sporche che andavano in cucina non depone per un servizio di alta qualità. Non ultimo, nonostante il patron avesse con dovizia di particolari illustrato gli alimenti e la filosofia che stava dietro, bisogna far notare che non è di particolare bon ton l’invitare tutti a lasciare la sala perché si era di domenica e il pomeriggio era inoltrato, quando invece conviene avvisare gli organizzatori e saranno questi poi a comunicare ai commensali l’esigenza di lasciare il posto.
Come ben si vede, questo tipo di servizio non è una casualità, ma verosimilmente risponde a questo livello di qualità e quindi non appare, con tutta onestà, migliorabile, perché consono a struttura e dimensione del locale stesso. Voto 5.
di questo non mi ricordavo (sarà perchè da troppo tempo Silvano non ci onora di una recensione! ), cmq, poco tempo fa, quando con Giorgio commentavamo i commenti dei mangioni al pranzo sociale da lui, ci si riferiva alle critiche per me ingiuste di un suo collega (ovviamente niente nomi e cognomi), tra l'altro una volta saputo anch'egli ristoratore, il buon Giorgio è rimasto ancora più perplesso...
Rinaldo ha scrittowineless ha scrittosilbusin ha scrittoper comodità il pezzo della rece.Servizio. Il ristorante, deducendo da quanto puntigliosamente descritto da altri recensori, tende a darsi una connotazione di qualità medio-alta, sia in rapporto allo standard medio delle colline pavesi, sia per una scelta da parte del patron. Bisogna però rilevare che ciò non corrisponde nei fatti per diversi motivi. La signora che serve al nostro tavolo è sicuramente di quel burbero-gentile tipico della trattoria, ma non da ristorante “che se la tira un po’”.
I piatti vengono serviti con grande decisione, scavalcando tranquillamente i commensali, con il pollice ben piantato all’interno del piatto stesso e quando il piatto sporco viene ritirato la nostra signora prima afferra le posate depositate in esso, sporche dai resti del contenuto e sporcandosi ovviamente le mani e, dopo averle posate in un contenitore comune, porta via il piatto. Non si può portare come esempio di pulizia al tavolo.
Anche il fatto che l’amico competitivo abbia dovuto diverse volte spostarsi completamente all’avanti con la seggiola per poter permettere il transito di carrelli contenenti bicchieri e stoviglie sporche che andavano in cucina non depone per un servizio di alta qualità. Non ultimo, nonostante il patron avesse con dovizia di particolari illustrato gli alimenti e la filosofia che stava dietro, bisogna far notare che non è di particolare bon ton l’invitare tutti a lasciare la sala perché si era di domenica e il pomeriggio era inoltrato, quando invece conviene avvisare gli organizzatori e saranno questi poi a comunicare ai commensali l’esigenza di lasciare il posto.
Come ben si vede, questo tipo di servizio non è una casualità, ma verosimilmente risponde a questo livello di qualità e quindi non appare, con tutta onestà, migliorabile, perché consono a struttura e dimensione del locale stesso. Voto 5.
di questo non mi ricordavo (sarà perchè da troppo tempo Silvano non ci onora di una recensione! ), cmq, poco tempo fa, quando con Giorgio commentavamo i commenti dei mangioni al pranzo sociale da lui, ci si riferiva alle critiche per me ingiuste di un suo collega (ovviamente niente nomi e cognomi), tra l'altro una volta saputo anch'egli ristoratore, il buon Giorgio è rimasto ancora più perplesso...
Senza mezze parole...sono io la pietra dello scandalo di Wineless.
Come già a voce dissi ad alcuni amici mangioni nei giorni successivi al pranzo al Prato Gaio,l'errore di fondo del locale,in quel caso,fu secondo me lo snaturare il tipo di menù propostoci in relazione allo standard del locale.
Se un menù medio al Prato Gaio si aggira sui 45 euro,non puoi accettare un pranzo a 35 e pensare di fare bella figura;la sensazione che ebbi io quel giorno,oltre ad alcune portate insignificanti,fu quella di economia per rimanere nei costi pattutiti.
Tornando all'argomento iniziale:ci sono parecchi modi per far capire che è ora di liberare la sala:spegnere la musica di sottofondo,andare al tavolo e domandare gentilmente se si può servire un digestivo,ripristinare i tavoli adiacenti con discrezione ecc.
Se poi proprio non se ne vanno:ASPIRAPOLVERE,FINESTRE SPALANCATE A GENNAIO;ARIA CONDIZIONATA SPENTA A LUGLIO,CD DI GIGI D'ALESSIO.....
Rinaldo