Bob ha scrittoQuesta cosa del "pranzo di lavoro" ch costa un quarto della cena alla carta, ha sempre seccato anche me.
E, sia pure a malincuore, concordo con primus: da qualche parti non riesco a non vederci la fregatura.
Come del resto sui menù turistici che costano la metà dei piatti corrispondenti.
Se mi fai pagare MOLTO meno, mi devi, OBBLIGATORIAMENTE, dare molto meno. Tuttavia, un pranzo di lavoro a 30 euro non esiste: e allora mi chiedo perchè, la stessa offerta, non c'è anche alla sera.
Anche se come scritto prima mi sono sempre stupito della sostenibilità e della convenienza (per il ristoratore)
economica del menu a 27€ di Bacco e Arianna (e colgo l'occasione per sottolineare che include anche appetizer e friandise, nonche un ricco cestino del pane) secondo me la spiegazione è piuttosto semplice: a pranzo si accontentano di fare un "margine" più basso (per ipotesi del 20%), perchè diversamente avrebbero il locale mezzo vuoto, a cena invece possono permettersi di avere un margine maggiore e avere comunque il locale abbastanza pieno.
Del resto non conosco ristoratori che lavorino per fare beneficienza ed andare in pari, ma tutti, se possibile, cercano massimizzare di guadagni. Detto ciò può anche darsi che B&A non abbia scelto il modo migliore per massimizzare i propri.
Riassumendo (senza ragionamenti filosofici o buonismi o altre aberrazioni):
Obiettivo del ristoratore: massimizzare i guadagni (se possibile proponendo qualcosa che dia anche una soddisfazione non economica).
Obiettivo del cliente: una volta stabilito il livello di qualità desiderato cercare il posto dove si massimizza il rapporto tra quella qualità ed il prezzo, ovvero il posto che offre quella qualità al prezzo più basso.