miciagilda ha scrittoSono tremenda, lo so...odiosa, insofferente, precisina.
Però.... innanzitutto io non so come sia un vino "stoppaccioso".
E poi non capisco come possa un rognone intonarsi all'ambiente... ("...dell'interno che rispecchia il giardino d'ingresso") ...???
E ancora: i nomi propri di persona non vanno mai con l'articolo davanti (l'Ambra) mentre si dice LA mia Mamma (familiare, non "mia Mamma") oppure si può dire "mia madre" (senza il LA davanti).
E infine, per "merluzzo di ottima fattura" si intende un pesce con curve accattivanti o ci si riferisce alla sua (misteriosa) preparazione?
Sono polemica?
Sono una nostalgica della lingua italiana!
gerp ha scritto...e poi, nelle ultime dieci recensioni che ho letto c'era sempre qualcosa che "si scioglieva in bocca", espressione che trovo inadatta quasi come la parola "attimino".
miciagilda ha scrittoSono polemica?
Sono una nostalgica della lingua italiana!
riccardocomo ha scrittograzie per aver avuto il tempo e la pazienza di leggere una mia recensione, sig.ra Miciagilda (davvero un bel nomignolo). Le critiche sono sempre utili per migliorare e farò tesoro delle eventuli mancanze d ame dimostrate. Devo aggiungere qualcosa in merito alla lingua italiana. Credo che la codifica di questa debba essere usata pedissequamente 'a tempo debito'. In una recensione di ristorante penso di esser libero di utlizzare l'articolo (forma dialettale) davanti al nome proprio di persona in quanto rappresenta un modo per rendere più aderente la recensione alla personalità il mio scritto. Laura Pariani (che immagino lei conosca non fosse altro perché arrivata nella finale del Campiello e per non scomodare lo scontato Camilleri) ha scritto molti libri nei quali l'anima dialettale si è conformata a quella linguistica ed ha ottenuto altissimi risultati. Non voglio arrivare a tanto con una recensione, e nemmeno ne sono in grado, ma il mio articolo continuo ad usarlo, in questi casi: la cucina è spesso dialettale.
Il termine stoppaccioso è una reminescenza di quando ero piccolo (non mi ricordo di quali cartoni animati); quando ero, invece giovane, frequentavo Montevecchia e, le assicuro, il termine e il vino di allora si abbracciano moltissimo. E' un termine errato, lo so, ma in tono e mi piace molto. Lei non condivide questo uso, affari suoi: viva in pace nella sua 'normalità'.
Giro per ristoranti 'normali' e, a differenza di tempo fà, cerco di non bere Sassicaia a tavola (una volta lo facevo, non posso più: che ci devo fare cara mia? fortunata lei che può).
A Filippi. Anzi: a Filippo. (sa, reminiscenze arcaiche di poveri)
miciagilda ha scrittoRiccardocomo, adesso smetto di fare la gigiona e ti parlo seriamente.
Ho qualche goccia di sangue umbro nelle vene e sono cresciuta imparando ad apprezzare l'ironia e il sarcasmo: mi rendo conto che non a tutti piacciono e che spesso non vengono interpretati per quello che sono.
Il sarcasmo è un umorismo caustico per chi lo subisce e perciò brucia, ma non per questo cela cattiveria o disprezzo personale.
Si è riso (non solo io) di certe tue frasi così come si è riso tutti e da sempre di tante altre cose e a spese di tanti recensori (talvolta con vera crudeltà da parte di molti, ora redenti).
Non prendere troppo sul serio cose che sono nate e muoiono leggére.
Tu scrivi come ti pare, io pure (errori e ridicolaggini compresi) e certo l'obiettivo non è quello di offendere ma semplicemente di sorridere.
Mi fa piacere che il mio "nomignolo" ti piaccia: è in onore della dolcissima gatta che vedi nella foto, ereditata dai miei genitori alla loro morte (e quindi per me particolarmente preziosa) e morta anche lei prematuramente e in modo straziante per un tumore al cervello pochi anni fa.
Non passa giorno che non la ricordi con l'occhio lucido.