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da stefanbo il 17 gen 2012 20:45


Butto là la mia, così, tanto per fare... 8)

Se entro in un qualsiasi esercizio commerciale (di tutti i tipi) mi aspetto di essere accolto, come minimo, con cortesia. Se poi c'è gentilezza e passione ancor meglio.

In un ristorante l'accoglienza è normalmente affidata al cameriere e/o caposala e/o maître e/o proprietario/a e/o consorte, tutto secondo il livello del posto.

Mi aspetto, come in una qualsiasi altra attività commerciale che vive di clientela, un'accoglienza gentile (e non come dice Primus quella della Signora Bocuse, che sembrava glielo avesse ordinato il medico!! :twisted: )

Se (e sottolineo se, nessuno lo obbliga) lo chef decide di mostrarsi, anche solo per salutare un suo amico ad un tavolo, ha a questo punto l'obbligo (di buona educazione, sia chiaro) di salutare ANCHE tutti gli altri commensali, anche solo "com'è andata/buonasera" o quant'altro.

Poi, se decide o di non mostrarsi affatto, o DOPO aver salutato anche brevemente gli altri commensali, di intrattenersi presso qualche ospite per qualsiasi motivo ritenga, libero di farlo, ma il saluto agli altri tavoli va fatto, se decice di uscire dai fuochi della cucina.

Dixi 8) :D

da Paulyste il 17 gen 2012 20:47


Diverso è aspettarsi che lo chef debba riservare la stessa attenzione a tutti i tavoli. Ma perchè?!? Non avviene in nessun altra professione o ambito sociale, affettivo, metteteci ciò che più vi garba, che il perfetto sconosciuto sia trattato alla stregua degli amici/conoscenti, o che il cliente abituale abbia la stessa attenzione riservata al semplice avventore occasionale.


Succede (si spera; così dovrebbe essere) negli ospedali, nei tribunali, nella pubblica amministrazione. Certo si tratta di tutt'altro tipo di servizio, son d'accordo.

Io non contesto che i conoscenti possano godere di un trattamento di favore. Contesto che questo trattamento venga incautamente ostentato, quasi a dire "voi invece non siete nessuno (nemmeno il mio cane)": e questo mi sembra veramente maleducato, tutto qui.

da gino75 il 17 gen 2012 21:08


PaulySte ha scritto
Diverso è aspettarsi che lo chef debba riservare la stessa attenzione a tutti i tavoli. Ma perchè?!? Non avviene in nessun altra professione o ambito sociale, affettivo, metteteci ciò che più vi garba, che il perfetto sconosciuto sia trattato alla stregua degli amici/conoscenti, o che il cliente abituale abbia la stessa attenzione riservata al semplice avventore occasionale.


Succede (si spera; così dovrebbe essere) negli ospedali, nei tribunali, nella pubblica amministrazione. Certo si tratta di tutt'altro tipo di servizio, son d'accordo.

Io non contesto che i conoscenti possano godere di un trattamento di favore. Contesto che questo trattamento venga incautamente ostentato, quasi a dire "voi invece non siete nessuno (nemmeno il mio cane)": e questo mi sembra veramente maleducato, tutto qui.



Sai bene che la pubblica amministrazione non fa testo perchè deve attenersi ai precetti costituzionali di eguaglianza, parità di trattamento, non discriminazione, ecc., e in ogni caso vorrei sapere se l'amico del primario o il noto ex-premier al San Raffaele sono trattati come il pensionato di turno :roll: (mi pare ovvio che non lo dico con alcun compiacimento). Concordo invece con lo spirito di quanto affermi: ovvero il cattivo gusto rappresentato dall'OSTENTARE un diverso trattamento tra i clienti. A meno di questa ostentazione, non ci trovo niente di scandaloso e la mia autostima credo riuscirebbe a sopravvivere al mancato saluto di Cracco :wink:

da Eat il 17 gen 2012 21:45


Credo che nessuno possa contestare un piatto in più o un aperitivo offerto eventualmente all'amico / cliente abituale / parente / amante / idolo dell'infanzia / critico enobloggergastronomico / viaggiatore casuale con l'hobby della gurmetteria.

Da ciò all'uscire dalla cucina facendo frizzi&lazzi con gli amici senza degnare di un saluto gli ospiti ad altri tavoli *in un bistellato* (generico) c'è di mezzo il mare, IMHO.

da miciagilda il 17 gen 2012 23:11


Non vedo nessuna differenza tra i ristoratori e qualsiasi altro professionista/imprenditore che abbia a che fare con i clienti e col pubblico.

Entro in un negozio, chessò, di intimo per un paio di calze oggi, domani entro per una costosissima sottoveste di seta: l'attenzione, la cortesia e l'accoglienza mi aspetto che siano le medesime.

L'unica differenza che tollero è che nel primo caso mi si dedichino 5 minuti, nel secondo inevitabilmente anche 20, ma questo è un discorso di pura economia. Il tempo è denaro, tra l'altro.

Non contemplo un atteggiamento meno gentile in un caso che nell'altro.

Così come quando vendevo informatica c'era, ovviamente, il cliente che pretendeva attenzione per acquistare un pc, e un altro con cui ero in trattativa per un sistema informativo completo: tra i 500 euro del primo e i 200.000 euro del secondo PER FORZA al secondo dedicavo più tempo e più risorse, più visite, più coccole.

Ma il primo veniva sempre e comunque seguito con serietà e disponibilità.

La differenza era che col secondo non vivevo con l'orologio e il controllo costi in mano come con il primo al quale, cortesemente ma obbligatoriamente, non potevo dedicare delle mezze giornate per volta. :roll:

Ma non ho mai avuto un sorriso o un saluto in meno per nessuno.

Anche un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno. (H. Hesse)

da silbusin il 17 gen 2012 23:59


A Parigi sono andato da Hermes a comperare una semplice cravatta. Nel negozio c'era un super vip che comperava cose costosissime. Eppure l'attenzione e il trattamento avuto dalla commessa è stato eccezionale e dedicato come per l'altro cliente (almeno io l'ho percepito così). Come se comperassi le stesse cose. Si chiama in un solo modo: classe.
Possiamo girarla come si vuole.
Se vai da tano ti accorgi come TUTTI i clienti sono "viziati e coccolati": certo poi io magari mi fermo con lui a bere un bicchiere a locale vuoto, ma durante la sera non ce n'è uno che non sia seguito con un sorriso, una battuta, un consiglio.
C'è un detto volgarotto in milanese che ben rappresenta questi superchef: "quand la merda la monta in scagn..."

da miciagilda il 18 gen 2012 00:06


silbusin ha scrittoA Parigi sono andato da Hermes a comperare una semplice cravatta. Nel negozio c'era un super vip che comperava cose costosissime. Eppure l'attenzione e il trattamento avuto dalla commessa è stato eccezionale e dedicato come per l'altro cliente (almeno io l'ho percepito così). Come se comperassi le stesse cose. Si chiama in un solo modo: classe.
Possiamo girarla come si vuole.
Se vai da tano ti accorgi come TUTTI i clienti sono "viziati e coccolati": certo poi io magari mi fermo con lui a bere un bicchiere a locale vuoto, ma durante la sera non ce n'è uno che non sia seguito con un sorriso, una battuta, un consiglio.
C'è un detto volgarotto in milanese che ben rappresenta questi superchef: "quand la merda la monta in scagn..."


Immagine

Anche un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno. (H. Hesse)

da primus il 18 gen 2012 00:35


silbusin ha scrittoA Parigi sono andata da Hermes a comperare una semplice guepiere in pizzo nero..... Nel negozio c'era una trans brasiliana che comperava cosi costosissimi..... Eppure l'attenzione e il trattamento avuto dal commesso, tale mandingo re dei pornostar, è stato eccezionale e dedicato come per l'altro cliente Come se fossimo 2 zoccole uguali......Possiamo girarla come si vuole, ci sta in tutte le posizioni la maiala.


:shock: :shock: :shock:

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da santippe28 il 18 gen 2012 09:26


Bisognerebbe che tutti , ristoratori e non solo , riuscissimo a liberarci dal servilismo psicologico verso chi ha mooolto denaro , potere e fama , capisco che sia difficile , ma le cose funzionerebbero meglio.

da copperhead69 il 18 gen 2012 09:41


silbusin ha scrittoA Parigi sono andato da Hermes a comperare una semplice cravatta. Nel negozio c'era un super vip che comperava cose costosissime. Eppure l'attenzione e il trattamento avuto dalla commessa è stato eccezionale e dedicato come per l'altro cliente (almeno io l'ho percepito così). Come se comperassi le stesse cose. Si chiama in un solo modo: classe.
Possiamo girarla come si vuole.
Se vai da tano ti accorgi come TUTTI i clienti sono "viziati e coccolati": certo poi io magari mi fermo con lui a bere un bicchiere a locale vuoto, ma durante la sera non ce n'è uno che non sia seguito con un sorriso, una battuta, un consiglio.
C'è un detto volgarotto in milanese che ben rappresenta questi superchef: "quand la merda la monta in scagn..."

Concordo al 100% sulla sintesi di Silbusin per quanto riguarda accoglienza, saluto dello chef, percezione delle vuggiane "coccole".
Che comunque ci stanno sempre e specie quando si spende metà dello stipendio dei più comuni mortali, in una serata.
Resta il fatto che la recensione, di cui non si parla più, è scarna in sé, e a maggior ragione doveva essere più ampia sulla "sostanza" della cucina, viste anche le aspettative che un normale lettore ha quando clicca sull'"ultima" di Cracco...
Pare che il disappunto per il mancato "saluto" del divo abbia un po' accecato il recensore...

da Zolletta il 18 gen 2012 10:02


silbusin ha scrittoA Parigi sono andato da Hermes a comperare una semplice cravatta. Nel negozio c'era un super vip che comperava cose costosissime. Eppure l'attenzione e il trattamento avuto dalla commessa è stato eccezionale e dedicato come per l'altro cliente (almeno io l'ho percepito così). Come se comperassi le stesse cose. Si chiama in un solo modo: classe.
Possiamo girarla come si vuole.
Se vai da tano ti accorgi come TUTTI i clienti sono "viziati e coccolati"



Quotone!

da maxb. il 18 gen 2012 10:25


santippe28 ha scrittoBisognerebbe che tutti , ristoratori e non solo , riuscissimo a liberarci dal servilismo psicologico verso chi ha mooolto denaro , potere e fama , capisco che sia difficile , ma le cose funzionerebbero meglio.


Giusto, sono completamente d'accordo.

da gino75 il 18 gen 2012 10:43


Scusate ma qui nessuno sta dicendo che non faccia piacere ricevere una eguale attenzione. E' ovvio che sia così. E sicuramente è lodevole che in alcuni posti questo accada. MA l'insistere sul saluto dello chef non vi rendete conto che non fa altro che sottolinerane il (vero o presunto) divismo? Chi di voi se va in pizzeria desidera che il pizzaiolo giri tra i tavoli a salutare oltre che i conoscenti anche i perfetti sconosciuti? Non è solo una questione di fascia di prezzo (perchè come ho già detto non transigerei sul servizio o sulla qualità del cibo, che mi aspetto ben diversi da una pizzeria) ma del fatto che si vuole il cenno di saluto della star culinaria di turno, chissenefrega se quello poi girati i tacchi non sa neppure se continuo ad esistere. Ripeto, e poi mi taccio: con 300 euro a cranio non compero l'amicizia dello chef (attenzione che si dico cuoco poi si offendono) ma una serata in un ristorante. Tutta sta storia delle "coccole" dei saluti e dei salamelecchi non la condivido, il che non significa che altri clienti la vedano diversamente. :wink:

da primus il 18 gen 2012 10:48


gino75 ha scrittoChi di voi se va in pizzeria desidera che il pizzaiolo giri tra i tavoli a salutare oltre che i conoscenti anche i perfetti sconosciuti?


beh io frequento una pizzeria con solo 20 coperti, tovaglie di fiandra e una carta delle bibite pazzesca. a fine serata lo chef e il piazzaiolo passano tra tavoli e, inchinandosi rispettosamente verso la pregiata clientela, ringraziano devotamente per aver portato i loro danari.

è gestita da 2 checche isteriche, si chiama "Da Sil & Bob".

volete l'indirizzo?

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da Paulyste il 18 gen 2012 11:23


gino75 ha scrittoScusate ma qui nessuno sta dicendo che non faccia piacere ricevere una eguale attenzione. E' ovvio che sia così. E sicuramente è lodevole che in alcuni posti questo accada. MA l'insistere sul saluto dello chef non vi rendete conto che non fa altro che sottolinerane il (vero o presunto) divismo? Chi di voi se va in pizzeria desidera che il pizzaiolo giri tra i tavoli a salutare oltre che i conoscenti anche i perfetti sconosciuti? Non è solo una questione di fascia di prezzo (perchè come ho già detto non transigerei sul servizio o sulla qualità del cibo, che mi aspetto ben diversi da una pizzeria) ma del fatto che si vuole il cenno di saluto della star culinaria di turno, chissenefrega se quello poi girati i tacchi non sa neppure se continuo ad esistere. Ripeto, e poi mi taccio: con 300 euro a cranio non compero l'amicizia dello chef (attenzione che si dico cuoco poi si offendono) ma una serata in un ristorante. Tutta sta storia delle "coccole" dei saluti e dei salamelecchi non la condivido, il che non significa che altri clienti la vedano diversamente. :wink:


No, no, attenzione: qui non si parla nemmeno dello chef, ma del suo pupillo. Comunque non è tanto lo chef come divo che a me importa: quando lo chef entra in sala diviene, al pari dello staff del servizio, un "biglietto da visita" per il ristorante e in un certo senso, diventa, come un qualsiasi maitre.
Nei posti seri quando arrivi vieni accolto da tutto lo staff di sala e tutti ti salutano; se il maitre arriva in un momento successivo, come prima cosa ti saluta: così dovrebbe anche essere quando a fine serata lo chef esce in sala.
Sarà poi che io sono un fanatico del saluto e dei ringraziamenti e poco ci manca che non lo faccia anche in centro a Milano...

da miciagilda il 18 gen 2012 11:23


gino75 ha scrittoScusate ma qui nessuno sta dicendo che non faccia piacere ricevere una eguale attenzione. E' ovvio che sia così. E sicuramente è lodevole che in alcuni posti questo accada. MA l'insistere sul saluto dello chef non vi rendete conto che non fa altro che sottolinerane il (vero o presunto) divismo? Chi di voi se va in pizzeria desidera che il pizzaiolo giri tra i tavoli a salutare oltre che i conoscenti anche i perfetti sconosciuti? Non è solo una questione di fascia di prezzo (perchè come ho già detto non transigerei sul servizio o sulla qualità del cibo, che mi aspetto ben diversi da una pizzeria) ma del fatto che si vuole il cenno di saluto della star culinaria di turno, chissenefrega se quello poi girati i tacchi non sa neppure se continuo ad esistere. Ripeto, e poi mi taccio: con 300 euro a cranio non compero l'amicizia dello chef (attenzione che si dico cuoco poi si offendono) ma una serata in un ristorante. Tutta sta storia delle "coccole" dei saluti e dei salamelecchi non la condivido, il che non significa che altri clienti la vedano diversamente. :wink:


Non è che il discorso cambi a seconda del prezzo, per me. :)

A parte che dei saluti dello chef me ne fotto abbastanza anch'io (a parte quei casi in cui lo conosco e ci spiacerebbe non vederci), quello che non è corretto che ci si fermi a un tavolo sì e a uno no.

Se il menu costa 30 o 300 euro, sono gli stessi euro che caccerò io e che cacceranno gli altri tavoli. 8)

Quindi se nel prezzo (o nelle usanze del locale) è compreso il saluto dello chef, lo dev'essere per tutti.

Finito il giro tra i tavoli, poi, vada pure a troieggiare un'ora con gli habitué e con gli amichetti, vada ad imboccare l'assessore, vada a mettere il bavaglino a suo nonno... ma prima, se fa il giro, lo faccia uguale per tutti. :?

Comunque sì, la recensione è piuttosto vaga. :wink:

Anche un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno. (H. Hesse)

da donAttilio il 18 gen 2012 12:52


Proviamo a sintetizzare i contenuti emersi nella quasi totalità degl'interventi di questa discussione ???

A) L'educazione "dovrebbe" avere domicilio ovunque :roll: .

B) Chi svolge lavoro/professione/attività, pubblica o privata, che prevede contatti con umani o animali, "dovrebbe" esercitare/applicare quanto previsto al (mio) punto A).

C)Chi della propria attivita/professione/lavoro, vuole raggiungere soddisfacenti obiettivi, "dovrebbe", essere/rendersi comunicativo e affabile.

D)Poco importa se si parla di "primi della classe" o "fanalini di coda" delle varie tipologie d'attività.

In buona sostanza. . . si D O V R E B B E!!! :P

da johnleg il 18 gen 2012 13:41


miciagilda ha scritto
Comunque sì, la recensione è piuttosto vaga. :wink:


:) In effetti il recensore, è, ( forse, visto che la sua prima rece è del febbraio 2009) ancora agli inizi. (vedi altre in primis
" Hosteria Cascina Picchetta " ).
Ma,come tutti,se è appassionato di cibo/ristoranti,diventerà più esauriente.
Peccato che non partecipi con qualche precisazione personale.

Per il fenomeno dei cosiddetti SUPERCHEFs,il divismo si diffonde a macchia d'olio . Io per esempio,sono passato da una fama condominiale addirittura ad una fama/e transregionale..... 8) 8) 8)

quattro ruote spostano il corpo,
due muovono l'anima
(Riders Italian Magazine)

da silbusin il 18 gen 2012 15:08


Direi meglio:
Per il fenomeno dei cosiddetti SUPERCHEFs,il divismo si diffonde a macchia d'olio . Io per esempio,sono passato da una fame condominiale addirittura ad una fame transregionale..... :lol:

...

da copperhead69 il 19 gen 2012 10:20


il saluto dello Chef è inutile. Specie se è forzato (come recentemente mi è capitato in un ristorante di mezza tacca, dove si capiva benissimo che era un rituale auto-imposto, oppure imposto dalla direzione), oppure se dà adito a differenze plateali di trattamento fra avventori vip e non.
Io sono ancora della vecchia scuola, che si accontenta (e pretende) che si mangi bene e che il servizio sia all'altezza.
Per il resto, se poi lo chef ritiene di avere il tempo e la voglia di salutare, ok. Altrimenti accoglienza e dialogo avvengono con il personale preposto.
Apprezzo moltissimo dove il maître è socio-fratello-moglie o comunque "sodale" con lo chef, e si capisce che il dialogo con la cucina c'è, sia pur per interposta persona.
Si lo so mi sono espresso male ma spero si intuisca cosa intendo dire.

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