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Oh, Silvano...

da wineless il 17 dic 2004 20:35


...rimembri ancora
quel tempo passato sul portale,
quando beltà splendea
sotto i baffi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieto e pensoso, per mangiare
a Montù salivi?

Sonavan le quiete
stanze, e le vie dintorno,
al tuo perpetuo scritto,
in tutto il forum intervenivi
al PC sedevi, assai contento
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era un dì di ferie: e tu solevi
così menare il giorno.

Deirdre gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo suo primo
e di lei si spendea la miglior parte,
congiungendosi all’amato Danilo
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che batteva sulla tastiera.
Mandavi il giorno intero,
i tuoi scritti lunghi e corti,
a princess ti ispiravi, nella terra dell’Arena,
manifesto riflesso nell’Adige,
per cantar la folle spesa.

Poi andasti all’Arno,
per bastonar Nicola, o Silvano mio!
Reo lui di non aver raccontato
un cibo prelibato!
Quanto ci illumini con la tua cultura,
la conta delle vostre primavere
in lotta col caro Max, quelle sere
cotante son le tue, raccontano le mura.
O Zingara, o Zingara,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?

Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
da chiuso scontro combattuta e vinta,
sparivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli amici tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or del tetro oste,
or del cristallino lampadario;
prima di sparire ancora omaggiasti
i compagni della lontana etnia.

Ma Silvano, il morbo non ti fermò,
la Fornasetta caparbiamente andasti
a rimirar, apprendendone tuo malgrado
la nefandezza. Ahi come,
come maestro sei,
caro compagno dell’ubriaca oca,
dove allegramente il caffè mescevi!
Questo è quel mondo? Questi
i diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero
tu, ignaro recensisti: e con la mano
la tua graziosa consorte tenevi come appiglio
mentre ti domandavo: “Mi vuoi come figlio?”



Liberamente tratto da "A Silvia" di G. Leopardi di cui riporto il testo originale.


Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?

Sonavan le quiete
stanze, e le vie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.

Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch’io sentiva in seno.

Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?

Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d’amore.

Anche perìa fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovinezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell’età mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo è il mondo? Questi
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi,
onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte delle umane genti?
All’apparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano.


Niente a che vedere con la tua grande vena, Silvano, ma volevo cercare di omaggiarti nelle mie capacità. :wink:

Adry =^_^=


alla fine sempre di pastasciutta si tratta

da Rinaldo il 17 dic 2004 20:38


Sul sito gira solo "roba" tagliata male mi sa'......

Rinaldo

da silbusin il 18 dic 2004 00:39


GENESI

Nel principio silbusin creò i cieli e la terra. E la terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia dell'abisso: e lo spirito di silbusin aleggiava sulla superficie delle acque.
E silbusin disse: "Sia la luce! E wineless fu".
E silbusin vide che wineless era buono: e silbusin separò wineless dalle tenebre. E silbusin chiamò la luce wineless e le tenebre zingara. :shock:

Salmo 33:6 Giovanni 1:1-3
la Max61 salmo 33:9

GENESI

da Ospite il 18 dic 2004 03:02


:D Silvano, ADAMO ed EVA chi potrebbero essere?
Avanzate le vostre ipotesi. Chi l'azzecca vince una visita all'E.P.(Enoteca Pinchiorrea). Solo visita. Guardare e non mangiare è una cosa da imparare!
Salmo 33, 3/4- NICOLA

Ciao a tutti
LA MAX 61° :lol:

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