da silbusin il 18 gen 2005 00:28
Provato il 13.1.2005
Improvvisiamo una colazione di lavoro; brevi telefonate: “mangiamo un boccone insieme?”. Montefollonico non può perché ha diverse colazioni e pranzi e cene di lavoro nella giornata, Capitan Uncino è rimasto impigliato con il gancio nella vaschetta del water, nicola74 è in difficoltà sulle scale del Pinchiorri perché non riesce a far salire la carriola piena di restaurant-ticket. Alla fine siamo io, Max61, wineless, Rinaldo e terminator. Rinaldo passa a prendere terminator alla fermata della metropolitana di Loreto, wineless recupera Max ad un raduno di alpini ad Aosta. Poi via tutti assieme.
Decidiamo di andare in questa rinomata trattoria ai piedi della Marmolada, a circa 350 km. da Milano. C’è una nebbia bellissima, 30 m. di visibilità, che ci accompagnerà per tutta la strada. Max non vuole togliersi il cappello da alpino e brontola che la punta della penna si rovina contro la tappezzeria della capote, wineless sussurra laudi a S. Chiara, Rinaldo cerca di traccheggiare la struttura esterna biologica superiore che ricopre l’endoscheletro di titanio di terminator , quest’ultima minaccia Rinaldo di fargli fare la fine di Sarah Connor.
Proprio per la nebbia il paesaggio è molto bello, ricco com’è di vigneti e di ciliegi in fiore (quest’anno la fioritura è precoce) che si perdono a vista d’occhio lungo le colline che fan di santità pallidi i clivi, ville rurali, ville padronali, ville lumière, contrade in pietra, in balsa, in lego.
Nonno Max ci fa fermare più volte per, come dice lui, “cambiare acqua alle olive” e lo fa con piglio marziale, wineless benedice le folle e si abbevera alle fonti della valle, terminator stanca di essere palpeggiata da Rinaldo, che prendeva la scusa di controllarle il microchip dell’intelligenza (ma voi avete mai visto in un organismo ad architettura endomorfo-meccanica con struttura esterna biologica il microchip dell’intelligenza nelle tette?) ha assunto l’aspetto di Schwarzenegger e l’altro fa finta di niente leggendo giornalini manga.
Dopo esserci inoltrati sul Fedaia a 2500 metri di altezza troviamo la Trattoria al Parallelepipedo, un locale presente da oltre trent’anni nel panorama della cucina tradizionale bellunese.
Sistemiamo l’auto in un ampio parcheggio ed entriamo, non prima di aver lanciato uno sguardo allo splendido panorama sotto di noi. Max si commuove e intona “là nella valle c’è un filo d’erba…”, wineless recita i salmi di Giosuè, Rinaldo cerca di tacchinare una valligiana dalle guanciotte rubizze, terminator commenta: “ma cha cacchio si vede che c’è tutta la nebbia!”.
Dopo una piccola anticamera in cui poter lasciare i cappotti (il tutto incustodito, per cui terminator graffisce con la bomboletta sul muro un messaggio criptico “guardarsi bene dal farlo”) accediamo all’ampio locale molto luminoso, chiaro (conviene sempre rafforzare gli aggettivi) e diviso in due sale: una più piccola e una più grande dove sono allocati circa quattrocento posti a sedere. La sera fanno il cinema.
Il tovagliato è candido, in fiandra; nonno Max ricorda che una volta tutte le tovaglie erano in fiandra, un po’ lontano per andare a prenderle, ma ne valeva la pena. Wineless vuole fare il corredo per terminator: aceto balsamico invecchiato tipico per condire l’insalata, bicchieri per l’acqua tutti scompagnati e sedie con volan a terra per nascondere meglio le scuaze.
Non si capisce chi paga il conto e nell’equivoco Rinaldo che dice di essere sommelier 7° Dan ordina: “una bottiglia di Marmolada!”. Max gli dà una bastonata con il manico della piccozza ricordandogli che la Marmolada è un luogo e che il vino è un cabernet e che non è gentile verso gli alpini ordinare senza chiedere. Rinaldo balbetta che questo è il bon ton che usa tra i nobili. Terminator lo abbatte con una craniata al titanio; wineless intona l’inno alla gioia, sinfonia n° 9 in re minore di Ludwig van Beethoven.
Facciamo le comande e nasce un casino di equivoci: sta di fatto che a terminator arriva un mastello con dentro linguine alle vongole veraci e broccoli con catarro al tartufo su cestino di grana, tipico piatto della montagna, ma che NON aveva ordinato!! Un mastello poi, tutto bollente, non una fondina normale! Immediatamente wineless, Rinaldo, nonno Max si attivano: fonogrammi trapassano l’etere, telefonini bollenti, allertata la protezione civile, il governo si riunisce per la situazione critica. Tutto il mondo è con il fiato sospeso.
Il maitre arriva e dà spiegazioni “mi no so gnente, son forestiero” e poi, dopo averci guardato a lungo (la tensione è palpabile; Rinaldo la mette in atto con terminator) el gha dito: “ mò veh, andè a cagher, magnè e stet silent”.
Dalle valli s’alza alto il plauso della folla.
Terminator fa scendere una stilla dal cilio e allora abbonda un po’ di pecorino e solo allora la pietanza si trasfonde e si connota, si connota e si trasfonde. Tra di noi passa lieve un refolo di perplessità e delusione.
Il dessert è eccezionale: le fragoline di bosco in gennaio sono uno splendore. “Ma che dire – dicono all’unisono wineless e Rinaldo – le fragoline…beh…sono fragoline…”. Io, nonno Max, terminator davanti a tanta saggezza abbiamo una transustanziazione: il microchip di terminator registra un aumento di q.i.
Poi distillati a gogò: wineless ci prepara delle canne buonissime ma che fanno un fumo così intenso che si fonde con la nebbia della vallata. Pare che abbiano trovato delle mucche, che erano lì in alpeggio, sull’autostrada dei fiori che chiedevano l’autostop. Nonno Max si spaccia per generale in pensione, Rinaldo si spaccia per ristoratore, terminator per ragazza pon pon.
Il conto in cinque è 196,25; tipico conto per un boccone insieme a mezzogiorno.
Un locale comunque da consigliare che sposa la tradizione della Marmolada con quella di Iesolo, anche se la strada, a nostro parere, di 700 chilometri è un po’ lunga.