da silbusin il 25 gen 2005 01:52
Questa notte siamo tornati al Tronco di Cono, un ristorante appartenente all’Associazione Giovani Marmotte e che vanta, sul retro una stalla. Eravamo io, Max61, montefollonico, wineless e Rinaldo.
Il locale è ai piedi delle Tofane: montefollonico è arrivato in Apecar da Firenze, noi con il furgone di Rinaldo. Max ha brontolato tutto il viaggio perché seduto tra oche starnazzanti; wineless gli recitava ariette del Metastasio: ad un certo punto della salita, di tra le natiche, gli era esplosa “un’arietta” provocando il panico tra i pennuti e l’entusiasmo di Max che si era sentito ancora assieme ai suoi muli nelle stalle di Aosta.
Entrati, un cameriere cerca di strappare il cappotto a montefollonico che invece s’inalbera: “oh, maremma maiala!” “Chi ha detto Caremma?” tuona Max.; wineless lo accarezza sussurrandogli versetti tantra.
Tutt’intorno alla sala vi sono grandi finestre da cui, essendo sera, si può ammirare il panorama: Max davanti a tutto quel nero è estasiato, wineless e Rinaldo si vedono riflessi sul vetro e con sussiego si presentano a quelli che pensano essere altri clienti chiusi fuori invitandoli a entrare, montefollonico dopo aver parcheggiato l’Apecar nel guardaroba, li invita: “oh grulli, ma se non si vede na’ sega!”. La sala ha poche pareti: le altre vengono affittate nelle feste di matrimonio. I tavoli sono rotondi del diametro di sedici metri: in un angolo due contenitori di vetro a forma di cubo esaconoide. Nel primo massi da tre tonnellate e un mandarino, nel secondo un ampolla dell’acqua sorgiva del Po con immersa una fiammella: wineless mormora: o’ miracolo!
I piatti sono molto moderni, dal piatto esagonale pianeggiante quadrato con bordi cubici alla fondina di due metri dalla forma a stella marina.
Scegliamo un menù di pesce, tipico dei monti: il tutto a base di prodotti del territorio rivisitati in chiave moderna e creativa.
Dalla cucina arriva un appetizer: salmone di Misurina marinato sui fiori di Bach. Max continua a pasticciare il pane spalmando con le dita una crema alla valeriana, Rinaldo è malinconico e cerca di combinare un dopo serata con la cameriera che gli risponde con un filo di voce: “va in mona!”.
Arriva il desinare.
Carpaccio di astice del Pordoi al profumo d’arance di Longarone con burrata di Pieve d’Alpago e noci di macadamia, prodotto tipico del territorio rivisitato in chiave moderna e creativa.
Wineless si fa una striscia di astice.
Subito dopo terra dei campetti con trippa di porco, fave di fuca e kumquat, tipico frutto della campagna attorno a Pieve di Cadore.
Spuma di zuppa di scampi agli scampi di Valdobbiadene servita da un avvocato di Bassano con alcuni dei suoi capi in odore di santità. Viene servito in piatti piramidali: “occhè sarà mai!” sbotta montefollonico “o chè, come si mangia in queste piramidi , mi si cola tutta la spuma…”
Zuppa di pesce di Alleghe su patate schiacciate nel trasporto nella borsa della spesa. La fondina è enorme: Max, il solito esagerato ci cammina dentro e intona canti delle mondine del novarese, montefollonico aiuta Rinaldo a nuotare sostenendolo per le ascelle, wineless cerca di battezzare i camerieri spacciando il brodetto come acque del Giordano. La mangiamo solo per golosità perché è squisita, perché se faceva schifo non l’avremmo mangiata. Wineless cita altri aforismi di Monsieur de La Palisse.
Freezer di mascarpone con caffè corretto e caramelle di tabacco da fiuto. E’ un dessert ipercalorico, ma come si sa “semel in settimana licet insanire”. Montefollonico: “ovvia, ma mi pare una presa per le natiche!”.
Rinaldo ha scelto il vino dal manuale, ma che dire manuale?, manuale, di Frate Indovino: Buttafuoco del Collio 2001 Odissea nello spazio (con 2 bicchieri puoi guidare per alcune curve di montagna prima di precipitare).
Continua quindi, senza sosta, l’attenta ricerca di nuove ragazze da parte di Rinaldo. Telefoniamo a bulmalover chiedendole se anche lei persegue la continua ricerca di soluzioni sempre nuove e poi se non impazzisce per la novelle cuisine: quella si incavola con Max negando di averlo mai scritto nella recensione. La conversazione si fa confusa: montefollonico impreca in maremmano, wineless esalta la vita di Maria Cabrini, Max ormai ebbro di felicità (la leggenda dice che era piuttosto il mal di montagna) esclama: “se sbaglio mi corrigerete!” Basturzo gli manda subito un’email accusandolo di plagio. Rinaldo si fuma uno spinaccio di trenta centimetri ed è letteralmente sdraiato su un giaciglio di piume d’oca. Gli animali starnazzano imbestialiti perché senza piume sentono freddo.
Ci viene presentato il conto, 650,20 €, arrotondato a 650 €. Il padrone ci regala due angurie, tipiche del raffinato che vuol far sapere che sostiene iniziative benefiche, che ci mangiamo al ritorno sputando i semini sul fondo del furgone di Rinaldo. Le oche ringraziano.