Locanda “STELLA D’ORO”
Via Mazzini, 8
43019 Soragna (PR)
Tel. 0524 59.71.22
Provato il giorno 01.03.2006 a pranzo
Uscita A1 di Fidenza, pochi chilometri punteggiati da frequente segnaletica vi separano da Soragna. Ivi giunti,
stante la possibilità di parcheggiare l’automobile nel pieno Centro storico della località, bastano giusto due passi
sino ai portici lungo Corso per rinvenire il borgo ospitante la Locanda, indicata da un’insegna sorretta a catena.
“
Buongiorno, non ho prenotato ma vorrei pranz…” “…
Sei da solo? ”.
Varcata la soglia, tale è l’accoglienza riservatami dal giovane Signore a me sconosciuto, rivelatosi poi facente funzioni
di Direttore di Sala: chissà perché, decido di non spingermi oltre all’istintiva contrazione dubbiosa della fronte, segnale
di disappunto non colto dall’interlocutore, o forse semplicemente ignorato.
Incuriosito, m’accomodo docile ove m’indica: una panchetta contro al muro (seduta, in effetti, più sospetta che scomoda)
prospiciente il tavolino accordatomi, d’ingombro quadrato non dissimile da quelli nei bar. Distanza stimata dall’identico
infelice tavolinetto sulla sinistra: quaranta centimetri. Scarsi. A tutto pasto avrò di fronte un tavolo libero,
chimera
ahimè apparecchiata per quattro coperti.
Sarà parso brutto sprecare uno spazio più comodo e consono per il pranzo (del Giovedì) di un ospite solitario…
Il luogo
Per quanti parteciparono all’Evento de ilmangione.it (Marzo 2006), poche variazioni sul tema: ingresso con salottino
e bancone con affettatrice, le bottiglie esposte lungo la vetrata, la credenza per i bicchieri, il lucido carrello per i Bolliti
della Domenica. Per svagarsi, molte le amenità da osservare: vasi di piante, lampade d’atmosfera, candelabri e suppellettili varie;
musica di sottofondo inizialmente troppo alta, impianto stereo in vista.
La tavola
Tovagliato bianco non stirato, posateria
Broggi e calici
Movia; cestino di pane & grissini tutt’altro che entusiasmante,
banale varietà da Forno. Mi si recano, immediate e contestuali, la Carta delle vivande e la Lista dei vini; l’aperitivo,
questo sconosciuto, non mi sarà né proposto né offerto, pure in Carta non ne trovo menzione.
Il mio Referente non demorde, nessuna cortesia o sussiego pure alla comanda: “
cosa prendi? … è tutto? … bene”;
e, pur iniziando a cogliere il lato buffo della situazione, proprio mi sfugge come siano riusciti ad impiantare in così
breve tempo una
Pizzeria laddove sino a qualche mese fa pareva avesse sede un rinomato Ristorante Stellato…?!
Il mio voto all’
Ambiente sarebbe 8, l’abbasso a
7 in ragione della ristrettezza e vicinanza del tavolo.
La cantina
Buongusto ed abbondanza d’etichette e Formati, ricarichi discreti ma entro la norma; oltre alle referenze classiche,
presente una sezione di vini AAA e una di “mezze bottiglie”, quest’ultima selezionata con cortese varietà
(si spazia da un
Les Cretes a 13 € sino ad un
Ornellaia ris.’92 a 55).
La mia scelta: un “
Heimbuorg" ris. ’01 di
Humbrecht, gewurztraminer alsaziano dalla beva carica e costante, eppure poco invadente.
La cucina
Con buon ritmo, non incalzante ma veloce,
Spuma di tonno con capperi d’appetizer, gradevole ma poco attinente
alla composizione del mio pasto, seguita da un piatto di
Culatello prodotto dalla nota azienda “MaialArte” di Busseto:
piacevole alla vista, ampio orlo di grasso in aggiunta alla rosa centrale, sapore discreto ma nulla di trascendentale.
Stagionatura dichiarata a 36 mesi, sedici gl’euro a porzione. Sarà… !?
Sinora poche soddisfazioni ma, in effetti,
la Musica poteva essere ben diversa. A dimostrazione di ciò, giungeva giusto all’uopo
un gruppo d’ospiti del Settore enogastronomico, essi sì beneficiati d’accoglienza e Servizio che m’attendevo in conformità alla
nomea e ai ricordi personali: Chef assiduo ai Tavoli, pedissequa attenzione alle (loro) esigenze, sorrisi d’un quarto più aperti…
Chiaramente, è l’invidia ad accecarmi.
Tornando alla Cucina, la
Mariola con gelato di fichi s’è rivelata ben cotta e gustosa, dal contorno insolito
ma azzeccato, peccato fosse presente in quantità non congrua alla Portata: infatti, pur centellinando,
l’apporto giungeva a mancare prima del termine della degustazione.
Nido di pappardelle condite con salamino fresco
Tanto invitante alla lettura quanto sciapo al gusto: pasta di cottura leggermente lunga, e pure un poco insipida;
ragout di composizione giustamente grossolana, ma di scarsa legatura al Piatto; a gusto personale mancava
pure di pepe. Meglio quelle di casa.
Al ché, il
fattaccio:
ancora impegnati negl’antipasti, i commensali del summenzionato tavolo VIP erano omaggiati d’un taglio d’affettato
(Prosciutto di Razza Nera parmigiana); bontà del Chef Patron, la cosa non m’avrebbe interessato s’egli non si fosse
avveduto d’estendere l’assaggio pure agl’altri suoi ospiti. Nella fattispecie, giunto a me non poggiava il piatto a parte
sull’infelice banchetto, correttamente di lato (…
volesse gradirne), bensì in posizione frontale, ineludibile (…
godi pure tu, Popolo!).
Cortesia sarebbe stata fosse pervenuto prima; ora, essendo io già passato ai Primi, tornare agl’antipasti perché Altri
son giusto a quel punto non può certo compiacermi. Ripeto:
poco male avesse proposto l’assaggio ponendolo
in posizione defilata… ha invece “impiattato” d’imperio, manco sognandosi di chiedere se ne gradivo.
Boccone molto amaro da digerire per un orgoglioso quale lo scrivente.
Al ché indispettito, nel proseguo perdo ogn’interesse su come il
savarin di riso con lingua salmistrata sia ben assemblato,
su come il
Prete e costine su emulsione di broccoli, patate e lenticchie sia piatto calorico ma alla riprova poco pesante,
su come il
Cacio bavarese con arancio confit sia dessert d’apparenza semplice ma esecuzione curata.
Caffè servito senza biscotti o quant’altro: assegnato un mio voto (
7) e proposto un giudizio sulla Cucina
(
Sempre buona l’esecuzione e le materie impiegate, maggior semplicità nella composizione dei sapori rispetto al passato)
... non mi curo più di nulla.
Il servizio -
4 -
Riassumendo: cosciente di come se ne sia sempre parlato e scritto in maniera altalenante, nelle diverse visite
occorsemi questa è la prima volta in cui riscontro un atteggiamento strano, indolente, impalpabilmente scorretto.
Il conto
cucina 82 euro; cantina 46 euro (40 + 6 d’aperitivo); coperto 4 euro; caffè 4 euro; acqua 4 euro. Totale
140 (scontato a 130)
Due antipasti, due primi, un secondo, un dolce per un rapporto q/p sicuramente buono, abbassato a
normale in ragione
del costo dell’aperitivo (per puntiglio e curiosità, chiesto in accompagnamento al dessert), del caffè e dell’acqua “Panna”.
Infine, dacché ne ho memoria, sotto il registratore di cassa campeggia l’identico cartello: “
POS fuori uso”.
In summa
Finora consigliavo
ben volentieri questo Locale, ora prima di farlo dovrei quantomeno riflettere. E
spiacevolmente puntualizzare.