la recensione
Terminato il dolce, ci portano la carta dei caffè e dei tè.
Ci orientiamo verso il rarissimo e costosissimo caffè Kopi Luwak dell’isola di Sumatra, nel cui processo di lavorazione
concorre "l’intervento" di un piccolo marsupiale, chiamato Paradoxurus. Per chi lo desideri, rimando ad altra sede
l’approfondimento dei dettagli... la mia scelta è stata ovviamente dettata dalla curiosità, ma, non essendo un’intenditrice,
non sono stata in grado di apprezzare tutte le sfumature qualitative decantate sulla carta.
Sette caffè: 105 €
Ostrega! 15 euro a tazzina: il prezzo è fisso,
non cala di un penny manco a fronte dei ventilati allevamenti impiantati.
Bei tempi, quando lo commercializzavano Peck e pochi altri
(all'epoca, 1.000.000 £ al chilo... ricordo male?!): a certi prezzi, altroché poverette le oche da foie gras... miscela preziosa aroma ricco,
da veri sboroni, da allora il passaparola s'è fatto devastante, la tentazione d'acquisto irresistibile. In soldoni: proponendolo,
lo smercio c'è... e sono bei soldini, messi in saccoccia senza manco 'na stilla di sudore o ruga da preoccupazione. Talché, non è più così rarissimo
(pur sempre costosissimo) trovarlo: dalle mie parti, per esempio, è possibile berlo pure in ristoranti di fascia media. Personalmente, infatti, me l'hanno propinato giusto martedì sera: 15 eurozzi belli precisi-precisi, ho bevuto un Artusi da 3 e son stato 'na meraviglia. Anzi, m'è sembrato pure più buono del solito: sarebbero infatti stati soldi malamente buttati, posto che - in città - il Lino's Coffè lo serve a 5 euro la tazzina... ed è lo stessissimo caffè, mano sul fuoco.
Quindi...?