da silbusin il 30 dic 2004 12:41
Mi sono riletto gran parte dei topic degli ultimi tre mesi e con grande attenzione gli ultimi due di Vale&Roby: esprimo alcune considerazioni strettamente personali senza alcun desiderio di aprire un dibattito, anzi le indico solo come una “testimonianza”, nulla più.
La considerazione più semplice è: si parla di mangiare, non dei problemi del mondo, quindi perché fare un parturiens mons? Alla luce dei 100.000 morti del tsunami ogni cosa passa in secondo ordine, ma che dico, in millesima posizione.
Non fa una piega.
Considerazione commerciale: se gestisco un sito “litigioso” verosimilmente attrarrò curiosi, ma non certamente i ristoratori che vogliono avere uno spazio pubblicitario o comunque i professionisti del settore che, a torto o a ragione, dei dilettanti non sanno che farsene. E siccome come gestore del sito non faccio beneficenza, devo salvaguardare la parte economica.
Non fa una piega.
Una giusta temperanza tra vivacità e diplomazia.
Non fa una piega.
E’ sicuro però, tarando i giudizi sul tipo di web-site, che anche il tempo libero ha le sue regole, i suoi meccanismi, le sue priorità, la sua coerenza, le sue specificità.
Un conto sono le recensioni, un conto i forum.
E’ visibilissimo che la qualità delle recensioni ha avuto una vera impennata: ormai i recensori si sentono il dovere di spiegare meglio le loro sensazioni, i loro giudizi, le loro esperienze. La maggioranza riesce a dare “vere” notizie sugli ambienti, sulla cucina, sul servizio. E questa crescita quali-quantitativa fa sì che il lettore si senta più “protetto” e sia invogliato a scegliere “quel” ristorante rispetto ad un altro.
Inevitabilmente le recensioni tarocco saltano agli occhi (vedi ultima Mybali).
Vale&Roby sono riusciti a far crescere il loro sito in termini di “piacevole serietà”.
Il forum per sua natura è una vera “arena” di opinioni; non può essere altrimenti. Chi, come lo scrivente, partecipa ai groups o ai forum internazionali, vi può assicurare che illustri docenti della Royal Academy of London o del Massachusset Institute of Technolgy se ne dicono di tutti i colori con una “vivacità” che fa impallidire i cazzeggiamenti del mangione.
Le espressioni “cabeza de pito” o “tète de con” o “prick-brain” non sono così rare. E si parla di cose “serie”, non di riunioni di condominio o di zuppa di cipolle gratinata.
E non mancano serissimi moderatori…
Se Vale&Roby ritengono, a loro insindacabile giudizio, che sia opportuno che “ci si dia una calmata”, non fa una piega.
Se però il sito ilmangione deve avere una valenza informativa (ti faccio vedere dove puoi andare a mangiare e probabilmente ti troverai bene e spenderai circa questa cifra) e, seppur in modo sfumato, un insegnamento a tutti gli attori del settore (se tieni i prezzi folli vai al suicidio, se mangi come un maiale non ti lamentare del ristoratore ma della tua maleducazione, se lo stesso vino da una parte costa 10 e dall’altra 50 non andare in questo secondo posto, se fumi in sala sei un deficiente, impara a leggere i menù, non spacciare per creativa una cucina demenziale, ecc. ecc.) allora le recensioni devono essere maggiormente filtrate, non censurate; indirizzate, non standardizzate; stimolate alla completezza, non dei compiti per autocompiacersi; il più possibili oggettive, ma con le proprie sensazioni e non quelle posticce di altri; rispettose della propria libertà e di quella degli altri, ma anche rispettose del senso comune (come dice la giurisprudenza) del buon padre di famiglia; capaci di descrivere e consigliare, ma rigorosamente diaristiche, direi alla Svetonio, quando riguardanti posti e cifre che escono dalle logiche (e qui mi ripeto) del buon padre di famiglia.
E’ un lavoro improbo e lo posso dire, avendo in passato collaborato in redazione per dieci anni in una rivista di cultura e arte, ed essendo attualmente responsabile redazionale presso una rivista trimestrale. Ci vogliono tempi, forze e denaro.
Ecco perché ritengo che Vale&Roby abbiano tutto il diritto di “darci la rotta”.
Non fa una piega.