Trattazione delle tematiche generali sulla ristorazione.
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Muore per un gelato.

da capohog il 18 ago 2010 09:35


La notizia è da brivido, e ripropone il tema delle intolleranza alimentari.
A parte il caso specifico - che è raccapricciante - come può comportarsi il ristoratore anche nel caso venga avvertito di certe intolleranze? Non è un dietologo ed un errore può essere sempre in agguato, se non suo magari del camerirere che sbaglia il piatto o qualcuno della brigata di cucina :roll:

96 cubic inch of good vibs

da inappetente il 18 ago 2010 09:54


... le soluzioni sono molteplici e facilmente perseguibili :
- Ci si iscrive ad una facoltà di Medicina e dopo un breve corso di studi di 6 anni si è belle che pronti ad affrontare il problema di aprire un locale
- Si assumono camerieri laureati in Scienze Biologiche e , magari , specializzati in microbiologia medica . In giro so che qualcuno c'è che sta cercando lavoro . Tanto anche quelli non c'è bisogno di pagarli tanto . Meglio se indiani , sono quelli che hanno meno balle e conoscono anche un sacco di lingue
- Si accettano solo clienti senza patologie in atto o conclamate .
- Eventualmnete , per facilitare il compito dell'esercente , si richiede all'atto dell'assise al proprio posto di combattim ... ahem ... tavolo un certificato di sana e robusta costituzione rilasciato in carta intestata dall'ASL di appartenenza oppure , perlomeno , la cartella clinica che attesta la mancanza di intolleranze alimentari
- Penultima ipotresi , ma meno praticabile , dotarsi dell'elenco degli allergeni rilasciato dalla comunità europea , lo si allega al menu dopo aver scomposto gli ingredienti delle preparazioni lasciando al cliente l'onere della sovrapposizione dei componenti stessi per la verifica di eventuali elementi di perturbazione fisiologica personale
- Ultima ipotesi , aprire un locale/rifugio sulle Tre Cime di Lavaredo o sulla cima del Sella ( non so se ci siete mai stati) . Chi ci arriva vivo , sarà senz'altro sano ed avrà una fame della Madonna , per cui non andrà tanto per il sottile e mangia qualsiasi cosa gli proponete . Se morirà cadendo in un dirupo , mica verranno a vedere cosa gli avete dato da mangiare ...

da nebbiolo75 il 18 ago 2010 11:56


inappetente ha scritto... le soluzioni sono molteplici e facilmente perseguibili :
- Ci si iscrive ad una facoltà di Medicina e dopo un breve corso di studi di 6 anni si è belle che pronti ad affrontare il problema di aprire un locale
- Si assumono camerieri laureati in Scienze Biologiche e , magari , specializzati in microbiologia medica . In giro so che qualcuno c'è che sta cercando lavoro . Tanto anche quelli non c'è bisogno di pagarli tanto . Meglio se indiani , sono quelli che hanno meno balle e conoscono anche un sacco di lingue
- Si accettano solo clienti senza patologie in atto o conclamate .
- Eventualmnete , per facilitare il compito dell'esercente , si richiede all'atto dell'assise al proprio posto di combattim ... ahem ... tavolo un certificato di sana e robusta costituzione rilasciato in carta intestata dall'ASL di appartenenza oppure , perlomeno , la cartella clinica che attesta la mancanza di intolleranze alimentari
- Penultima ipotresi , ma meno praticabile , dotarsi dell'elenco degli allergeni rilasciato dalla comunità europea , lo si allega al menu dopo aver scomposto gli ingredienti delle preparazioni lasciando al cliente l'onere della sovrapposizione dei componenti stessi per la verifica di eventuali elementi di perturbazione fisiologica personale
- Ultima ipotesi , aprire un locale/rifugio sulle Tre Cime di Lavaredo o sulla cima del Sella ( non so se ci siete mai stati) . Chi ci arriva vivo , sarà senz'altro sano ed avrà una fame della Madonna , per cui non andrà tanto per il sottile e mangia qualsiasi cosa gli proponete . Se morirà cadendo in un dirupo , mica verranno a vedere cosa gli avete dato da mangiare ...


Spero che manchi solo la faccina sorridente perché se fossero serie mi viene da piangere. E poi comunque c'è poco da ridere.

Nel caso specifico la famiglia aveva segnalato le patologie del figlio tanto che il menù era stato concordato fra le parti. Nel menù però il dolce era stato aggiunto a penna successivamente e giustamente sia il ragazzo che i genitori hanno chiesto lumi a tal proposito. Sono stati rassicurati dalla risposta e quindi il ragazzo ha mangiato quel gelato con i biscotti. Non credo ci sia altro da aggiungere se non la schifezza del comportamento del locale che va pure a spedirgli il conto...

E' difficile dar da mangiare alla gente che non ha fame

da inappetente il 18 ago 2010 12:21


nebbiolo75 ha scritto
inappetente ha scritto... le soluzioni sono molteplici e facilmente perseguibili :
- Ci si iscrive ad una facoltà di Medicina e dopo un breve corso di studi di 6 anni si è belle che pronti ad affrontare il problema di aprire un locale
- Si assumono camerieri laureati in Scienze Biologiche e , magari , specializzati in microbiologia medica . In giro so che qualcuno c'è che sta cercando lavoro . Tanto anche quelli non c'è bisogno di pagarli tanto . Meglio se indiani , sono quelli che hanno meno balle e conoscono anche un sacco di lingue
- Si accettano solo clienti senza patologie in atto o conclamate .
- Eventualmnete , per facilitare il compito dell'esercente , si richiede all'atto dell'assise al proprio posto di combattim ... ahem ... tavolo un certificato di sana e robusta costituzione rilasciato in carta intestata dall'ASL di appartenenza oppure , perlomeno , la cartella clinica che attesta la mancanza di intolleranze alimentari
- Penultima ipotresi , ma meno praticabile , dotarsi dell'elenco degli allergeni rilasciato dalla comunità europea , lo si allega al menu dopo aver scomposto gli ingredienti delle preparazioni lasciando al cliente l'onere della sovrapposizione dei componenti stessi per la verifica di eventuali elementi di perturbazione fisiologica personale
- Ultima ipotesi , aprire un locale/rifugio sulle Tre Cime di Lavaredo o sulla cima del Sella ( non so se ci siete mai stati) . Chi ci arriva vivo , sarà senz'altro sano ed avrà una fame della Madonna , per cui non andrà tanto per il sottile e mangia qualsiasi cosa gli proponete . Se morirà cadendo in un dirupo , mica verranno a vedere cosa gli avete dato da mangiare ...


Spero che manchi solo la faccina sorridente perché se fossero serie mi viene da piangere. E poi comunque c'è poco da ridere.

Nel caso specifico la famiglia aveva segnalato le patologie del figlio tanto che il menù era stato concordato fra le parti. Nel menù però il dolce era stato aggiunto a penna successivamente e giustamente sia il ragazzo che i genitori hanno chiesto lumi a tal proposito. Sono stati rassicurati dalla risposta e quindi il ragazzo ha mangiato quel gelato con i biscotti. Non credo ci sia altro da aggiungere se non la schifezza del comportamento del locale che va pure a spedirgli il conto...
... si , manca la faccina o qualche altro emoticon . Perchè oggi fare il ristoratore ha moltiplicato le difficoltà relative agli aspetti igienico sanitari rispetto al passato . Con il Regolamento CE 852 e 854 che cercavano di regolamentarne gli aspetti igienici , si è solo creato confusione e non cultura a riguardo , complicando cose che erano semplici dal punto di vista empirico o del buon senso . Sì , il mio era un tentativo di "riso amaro" , nonb volevo certo irridere alla tragedia famigliare che ha colpito quel povero ragazzo . E'come l'esempio dei medici ed infermieri al pronto soccorso ... delle tragedie ci si fa quasi l'abitudine . Professionalmente mi occupo di questi argomenti , ecco perchè ci scherzo sopra...

da fulvia il 18 ago 2010 22:21


Noi abbiamo chiaramente indicato nel menù di segnalare eventuali intolleranze o allergie alimentari..... perchè sono decisamente da distinguere a seconda del grado: mi spiego....sempre più spesso mi vengono riferite intolleranze più strane: dall'intolleranza all'aceto delle cipolline borettane di un contorno ( e poi li vedo bere vino...) all'intolleranza ai lieviti del pane ( e poi si abboffano di grissini anche se gli hai spiegato che c'è anche in quelli!) per cui io mi limito ad enunciare tutti gli ingredienti di un piatto e sconsigliare questo o quel piatto e proporre alternative.
Poi ci sono le allergie vere e proprie, e quelle sono importanti perchè non ti limiti ad uno squaraus :P ma se vieni in contatto con l'allergene vai in shock anafilattico e ci puoi lasciare anche le penne!!!! :? La celiachia la teniamo abbastanza in considerazione con pane apposito, paste dedicate e 1 o a volte 2 dolci mangiabili da chi ha questo tipo di problema....anche se faccio sempre presente che COMUNQUE non avendo un laboratorio dedicato completamente GLUTEN FREE le contaminazioni ci possono essere.
Onestamente una morte di un celiaco in seguito alla somministrazione di derivati della farina mi coglie di sorpresa..... :shock:

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da butter_fly il 19 ago 2010 11:19


infatti non era solo un celiaco, ma un soggetto poliallergico. di celiachia per fortuna non si muore, ma come al solito i media non sono stati affatto chiari :roll:


da Bob il 19 ago 2010 12:55


Anche a me sembra abbastanza strano il tutto.
Io vorrei sentire la versione del ristorante: si fa in fretta a condannare senza contradditorio.
Quanto alla cifra dovuta, non so, in tutta onestà.
A parte il buon gusto, non si tratta di poche lire: se c'è responsabilità, allora è un'aggravante che, in sede di parte civile, sarà probabilmente riconosciuta ai parenti della vittima, ma, se non c'è responsabilità, o, peggio, se la responsabilità è (faccio solo un esempio, non è che lo stia sostenendo) che so, della famiglia che ha omesso un ingrediente o comunque ha mancato in qualcosa, non ci piove che siano soldi dovuti. Evidentemente, tra l'altro, non era una cenetta a tre: si parla di un bel po' di persone.
Questo, tanto per essere obiettivi.
Tanto per chiarire con un esempio: se vengo tirato sotto da un'auto che viaggia perfettamente in regola, mentre IO passo col rosso e lui non ha veramente nessuna possibilità di evitarmi, e muoio, io devo pagare i danni alla macchina, non c'è storia.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da fabibilla il 24 ago 2010 11:23


fulvia ha scrittoNoi abbiamo chiaramente indicato nel menù di segnalare eventuali intolleranze o allergie alimentari..... perchè sono decisamente da distinguere a seconda del grado: mi spiego....sempre più spesso mi vengono riferite intolleranze più strane: dall'intolleranza all'aceto delle cipolline borettane di un contorno ( e poi li vedo bere vino...) all'intolleranza ai lieviti del pane ( e poi si abboffano di grissini anche se gli hai spiegato che c'è anche in quelli!) per cui io mi limito ad enunciare tutti gli ingredienti di un piatto e sconsigliare questo o quel piatto e proporre alternative.
Poi ci sono le allergie vere e proprie, e quelle sono importanti perchè non ti limiti ad uno squaraus :P ma se vieni in contatto con l'allergene vai in shock anafilattico e ci puoi lasciare anche le penne!!!! :? La celiachia la teniamo abbastanza in considerazione con pane apposito, paste dedicate e 1 o a volte 2 dolci mangiabili da chi ha questo tipo di problema....anche se faccio sempre presente che COMUNQUE non avendo un laboratorio dedicato completamente GLUTEN FREE le contaminazioni ci possono essere.
Onestamente una morte di un celiaco in seguito alla somministrazione di derivati della farina mi coglie di sorpresa..... :shock:




Sono d'accordo.
Come anche bisognerebbe avere un pò di buon senso nell'evitare certi rischi.
Nel dubbio su un alimento è meglio astenersi,forse,dal consumo.
Anche perchè alimenti puri difficilmente si possono trovare nei locali.

da luc83 il 24 ago 2010 19:46


io che sono poliallergico, ho notato nella media ristorazione, molta impreparazione soprattutto in sala. Quando chiedo delucidazioni sulla preparazione di alcuni piatti noto momenti di panico.

da amodomio il 11 ott 2010 16:42


anche se in sala ci può essere una certa impreparazione, per altro non sempre questo personale viene messo a conoscenza di tutti gli ingredienti utilizzati per certe preparazioni, questo non toglie che se avvertiti si possano informare in cucina... un semplice esempio successo proprio ieri, una signora che si dichiara allergica al prezzemolo chiede come primo i nostri casoncelli... probabilmente convinta che non ne contenessero.
Quando saputo, abbiamo fatto presente, che anche se in minima quantità era presente è abbiamo consigliato i ravioli di magro che non ne hanno.
Ora nei casoncelli, normalmente si usa prezzemolo e mi sono chiesto se non li avessi mangiati in precedenza... in ogni caso ho anche evitato di mettere il prezzemolo su tutti i piatti di verdure grigliate ordinati dallo stesso tavolo.
Poi concordo, le intolleranze possono dare effetti spiacevoli, ma le allergie possono essere micidiali.
Come detto in altro forum, nel caso mai fidarsi anche se il menu dettaglia tutto ma avvertire sempre.

da silbusin il 11 ott 2010 16:52


Al ristoratore non compete nessuna diligenza verso le forme patologiche. Il fatto che un ristoratore chieda di intolleranze o allergie ne esalta la professionalità, ma è al cliente che spetta doverosamente chiedere e avvertire.
Poi la confusione che si fa tra intolleranza e allergia è cosa comune. Di intolleranza non si muore di allergia sì. Il che può condurre a situazioni complesse per cui il ristoratore può essere disorientato, non spettandogli per legge alcun dovere medico. Il problema infatti è che l'allergico può divenire o allergico ad altre sostanze per fenomeni crociati o essere anche intollerante. Il che diventa un casino e quindi l'è mej ch'el staga a casina sua. Oppure riso in bianco, fettina di fesa, mela sbucciata... :P

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