la mia personale opininione è che il livello della ristorazione italiana si stia livellando sempre di più verso il basso (menù fotocopia, perdita di identità territoriale, un uso smodato di verdurine-pomodorini-rucolette-panna etc, scomparsa quasi totale di piatti veramente cucinati e non scottati in fretta alla piastra per poi napparli con roux-fondi bruni e altro, nel migliore dei casi un abuso di cucina-fusion col risultato "di piatti che non si sà da dove vengono e dove vanno"). La questione a questo punto è tentare di capire se la colpa è dei ristoratori (tentare di accontentare tutti, mancanza di cultura gastronomica etc) o dei clienti (assuefazione alle mode, perdita di modelli gastronomici di riferimento, pessime abitudine alimentari anche a casa etc)
Mi sembra interessante provare a ragionarci sopra e discuterne
ty cobb
''Il piacere della tavola è di tutte le età, di tutte le condizioni, di tutti i paesi e di tutti i giorni: può associarsi a tutti gli altri piaceri e rimane per ultimo a consolarci della loro perdita'' Anthelme Brillat-Savarin
Qualche anno fa la situazione era sicuramente peggio. Adesso i ristoranti validi cominciano a moltiplicarsi...certo siamo lontano anni luce da altri paesi, nonostante ci si vanti che la cucina italiana non ha niente da invidiare a nessuno.
Esistono quelli che si vestono tutti uguale, comprano la stessa macchina, fanno le stesse cose e al ristorante vogliono mangiare tutti la stessa roba ( ricordava Fabio de la Corte il periodo de La tagliata con la rucola, che te la rifilavano anche in edicola).
Ma non sono tutti così...
Leggendo varie interviste a chef emergenti mi sono saltate all'occhio alcune cose:
Si continua a ripetere che la cucina deve avere un maggiore legame col territorio attraverso la reinterpretazione di piatti antichi adeguatamente alleggeriti sia negli ingredienti che nelle cotture: quindi stagionalità, tradizione, ecc. Tutto bello: peccato che queste cose le dicessero alcune decine di anni fa Gault e Millau, quando "inventarono" la nouvelle cuisine. Sentirlo ripetere oggi dai nostri giovani lascia un po' perplessi, anche se i principi sono sicuramente validi.
Tutti, o quasi, guardano a oriente: quindi lime, zenzero e TONNO, che è la rucola del duemila (insieme al tortino di cioccolato dal cuore tenero), naturalmente scottato.
Non sono pessimista: penso che si stia migliorando (vent'anni fa era peggio), ma da qui all'entusiasmo ce ne passa...