Non me ne vogliano gli amici mangioni ma io mi distraggo da ciò che mangio se sono in grande compagnia: anche per quello tendo a non unirmi troppo frequentemente agli eventi mangioneschi, belli e divertenti, ma troppo cari se poi non riesco nemmeno ad apprezzare dovutamente il pranzo, che per me è una sorta di cerimonia religiosa da vivere in tacita contemplazione. Riesco a concentrarmi ancora fino a un massimo di quattro persone al tavolo che però siano come me interessate a ciò che sta nel piatto; se andiamo a cena io e Stefano appena arriva il piatto cala il silenzio assoluto: ognuno per i fatti propri fino a quando non è stato ripulito tutto. Se si parla vuol dire che il piatto non è degno di nota.
Perciò capisco anche quelli che amano gustarsi certe cucine per i fatti loro