Trattazione delle tematiche generali sulla ristorazione.
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Recensione Ristorante l'Oca Ciuca

da silbusin il 16 feb 2005 18:32


Ci siamo stati ieri sera io, Max61, wineless e montefollonico che ci ha accompagnato con il suo apecar da Firenze. Io e montefollonico un po’ strettini davanti, gli altri due sul cassone posteriore. Max che la sera prima si era visto in dvd il film Titanic ha preteso di viaggiare in piedi tutto il tempo, assieme a wineless, con le braccia aperte a croce perché ancora colpito dalla scena di Leonardo DiCaprio e Kate Winslet sulla punta del piroscafo. La cosa è servita perché montefollonico viaggiava come un matto e sul curvone di Abbiategrasso solo l’azione stabilizzante dei due di dietro ha impedito che ci ribaltassimo.
I chilometri sono stati oltre 300 e siamo arrivati verso le 21,45. Per l’appetito montefollonico si era avvicinato a tutti i santi già dalle parti di Faenza, a Lodi ormai smoccolava con i santi finlandesi.
Arrivati, dopo aver faticosamente convinto Max a smettere di litigare sul giudizio qualità/prezzo con un tipo che stava facendo benzina al distributore automatico, siamo giunti al cascinale: un gran fumo usciva dalla porta. Entrati abbiamo visto Rinaldo che bruciava al centro della sala delle sterpaglie, mentre la sua bella moglie bionda con il simpatico ragazzino scuotevano sconsolatamente la testa. La Sciura Fulvia dopo aver più volte detto: mah, par mi chel lì l’è mat (traduzione: per me, quello strano individuo che ramazza nella sala, mi sembra avere disturbi comportamentali) ci ha fatto accomodare ad un bel tavolo in bagno, unica nota positiva, dicendo a wineless: se te voret tra sü, stopa no il lavabos (traduzione: se devi inopinatamente emettere il contenuto gastrico, non farlo sul pavimento ma adopera il lavandino, guardando bene poi di lasciare tutto pulito).
Rinaldo, quando avevamo prenotato telefonicamente nel tardo pomeriggio, ci aveva avvisato di aver terminato il vino Refosco. Dopo aver consultato il menù, un pacco di fotocopie ingiallite, originali nel loro aspetto, abbiamo ordinato il vino: Refosco del Peduncolo Rosso! ha tuonato Max, mentre montefollonico gli tirava la giacca: “niun c’è, niun c’è, oh guarda questo che non hapisce n’à sega!”. Abbiamo ordinato un vinello La Poja di Allegrini 1985. 4 euro.
Arriva un appetizer: tocchetti di tartufo su letto di salsa verde. Il sapore del prezzemolo e l’aspro dell’aceto esaltano il profumo della terra ancora contenuta nel tubero. A seguire uno strudel di tartufo con formaggio Bella Lodi: il formaggio, sottratto fraudolentemente da Rinaldo, appartiene ad una nota meretrice della statale per Lodi, chiamata affettuosamente dai camionisti: “ciao bella!”.
Poi spaghetti alle vongole veraci con petto di coniglio e lamelle di tartufo: data la generosità della porzione chiediamo che ci venga portato via il tartufo, sicuramente eccessivo e non calibrato.
Max, come sua abitudine, digerisce sonoramente cercando di convincere wineless che questa è un’abitudine alle tavole dei regnanti d’Europa e comunque è una sana abitudine e comunque lui è libero di fare quello che vuole e comunque alla cascina caremma si mangia meglio il pane e comunque davide oldani ha tutto da imparare dalla Sciura Fulvia (tutti i clienti approvano alzandosi per una standing ovation) e comunque il cappello d’alpino non lo toglie perché si sente guerriero e comunque silbusin cade continuamente in errore.
Ci telefona tutto allarmato MarioLino avvisandoci che la sera prima all’interno dei tartufi aveva trovato dei vermetti; dopo averne mangiato un centinaio si era un poco seccato. Max lo tranquillizza spiegandogli strane teorie sui tartufi: tutte balle, come quelle dei funghi, ma dato che MarioLino è un animo gentile, lo ascolta pazientemente.
Saltiamo il dessert perché wineless ha già adoperato il lavandino tre volte e la panna dei dessert di Rinaldo è appena discreta; l’ultima volta Max l’aveva definita come il miglior lassativo nel panorama della ristorazione vigevanese.
Wineless visibilmente alterato continua a dire a montefollonico: prima che tu possa cadere in errore; non contento, telefona a zerocool dicendogli: prima che tu possa cadere in errore; poi telefona a princess ma gli dicono che era a mangiare in un locale del vigevanese. Montefollonico si spaziantisce: mi sa che tu m’ha rotto li co****! e ordina per riportare l’allegria quattro grappe al tartufo. Come al solito Rinaldo ci avvisa che l’ha finita e ci consiglia una tisana al tartufo che viene accettata con entusiasmo: Max si commuove e intona canti del territorio, tra cui sul ponte di Bassano.
Il conto è di 24 euro in quattro di cui 4 per il vino, 2 per le grappe e 10 per supplemento pane.
Decisamente una pessima serata, troppo tartufo, troppo fumo, servizio lento; dovremo riprovarlo ancora soprattutto per assaggiare le proposte del panorama della ristorazione ligure, dato che Rinaldo ha assunto un altro chef, un certo Dude di Cavi di Lavagna.
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