Trattazione delle tematiche generali sulla ristorazione.
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PROVOCAZIONE

da vale il 05 lug 2006 11:31


Ciao a tutti!

Ho un quesito da porre ai mangioni.

Premessa: attraverso l'istituzione de ilmangione.it, è da qualche anno che ho a che fare con questo affascinante mondo legato alla ristorazione. Ho imparato molto, soprattutto da tutti coloro che, come me, hanno la passione per la tavola e continuano a inviare recensioni sui ristoranti d'Italia.

Ho imparato molto dai ristoratori, dagli "addetti ai lavori", e ancora ho molto da imparare.

Di certo però una cosa l'ho constatata e continuo a viverla ogni giorno e a tal proposito vi pongo un quesito: perchè i ristoratori accreditano sempre le blasonate guide, i cosiddetti "esperti" del settore e faticano ad ammettere che i reali "giudici" del loro operato sono e saranno sempre i loro clienti?

Vi faccio un paragone forzato, ma cerco di rendere l'idea: è come se il signor Porsche (tanto per fare un esempio a caso) volesse vivere solo vendendo le sue auto ai piloti di formula 1, se volesse ricevere solo critiche dai collaudatori, quando invece, il suo prestigio, il suo guadagno lo trae dai consumatori che scelgono la sua "maison" e, magari un po' goffi alla guida, apprezzano a fondo il suo operato.
Mi scuso in anticipo per la metafora grossolana, ma credo calzi come paragone.

Mi piacerebbe dibattere seriamente su questo punto, tanto per conoscere il vostro parere.

Grazie e attendo fiducioso....

da Strini il 05 lug 2006 11:45


Le guide sono pubblicità. Per restare al tuo paragone è come per il signor Porsche vedere Schumacher alla guida di una sua macchina. Chi se ne frega se è un bidone, se la guida Schumi i clienti arriveranno, stanne certo.

"Cos'è l'amore in confronto a una bistecca con le cipolle?" (W. Somerset Maugham)

da ilForchetta il 05 lug 2006 11:52


Perché le guide non hanno i voti negativi e se sei citato sulla guida ottieni sicuramente un valore aggiunto.

ilmangione riporta 'semplici' constatazioni di quanto il servizio che offri effettivamente vale. In positivo o negativo.

Con le guide, difficilmente rischi di vedere affiancati giudizi negativi e positivi e, al massimo, non vieni citato.

Con ilmangione, tra l'altro, sei anche alla mercé di chi 'non capisce niente di ristorazione e gastronomia'.

Le guide non possono avere ristoranti con giudizi negativi. Chi comprerebbe una guida dove si elencano i ristoranti dove si mangia male?

In queste note identifico ilmangione con quelli che tu chiami i veri giudici del loro operato, i clienti. Perché di questo si tratta.

da vale il 05 lug 2006 12:16


alberto ha scrittoPerché le guide non hanno i voti negativi e se sei citato sulla guida ottieni sicuramente un valore aggiunto.

ilmangione riporta 'semplici' constatazioni di quanto il servizio che offri effettivamente vale. In positivo o negativo.

Con le guide, difficilmente rischi di vedere affiancati giudizi negativi e positivi e, al massimo, non vieni citato.

Con ilmangione, tra l'altro, sei anche alla mercé di chi 'non capisce niente di ristorazione e gastronomia'.

Le guide non possono avere ristoranti con giudizi negativi. Chi comprerebbe una guida dove si elencano i ristoranti dove si mangia male?

In queste note identifico ilmangione con quelli che tu chiami i veri giudici del loro operato, i clienti. Perché di questo si tratta.


Certo, sacrosante parole.

Ma io vorrei soffermare l'attenzione sull'etica di chi fa una professione legata alla passione.
Ovviamente poi la mia provocazione generalizza, sapendo bene che non è tutto così questo mondo, ma spesso mi è capitato di imbattermi in situazioni imbarazzanti.

Insomma, è sempre e tutto basato sul guadagno, monetario o d'immagine che si voglia, oppure occorre mantenere i piedi per terra e lavorare con passione per noi comuni avventori desiderosi di godere e apprezzare l'inventiva degli chef?

da ilForchetta il 05 lug 2006 12:21


La mia esperienza mi dice che, a parte casi eccezionali, lo chef si ritiente depositario di una conoscenza che il cliente non è in grado di giudicare. Ma il fatto di non conoscere le tecniche di cottura non significa non sapere apprezzare il sapore di un piatto.

Spesso sento dire che 'la verdura DEVE essere corccante'. Ma, in realtà, la verdura deve essere come il cliente vuole mangiarla o come lo chef vuole proporla. Ma, in questo secondo caso, deve essere ovvio che qualcuno può non gradirla. E non perché è ignorante o stupido, ma perché preferisce altre consistenze.

Io credo che l'equivoco nasca da qui, spesso.

Trovo un po' forzato che l'avventore debba impegnarsi per apprezzare una cena. La assaggi e comuniche se la gradisci o meno.

Certo, in alcuni casi, magari potremmo evitare di dire "Fa schifo", limitandoci a "Non mi è piaciuto".

da ilForchetta il 05 lug 2006 12:26


Continuo.

Credo che le distinzioni nette facciano sempre danni.

Non ha senso per il ristoratore proporre solo ciò che il cliente desidera (parliamo di ristorazione a livelli medio/alti, naturalmente).

Ma non ha senso che il ristoratore decida ciò che è buono e non accetti le critiche. Cosa che, invece, è propria delle guide. E che, invece, è ribaltata ne ilmangione.

La guida non ha giudizi multipli e quindi non ha contraddittorio. Credo sia qui la grossa differenza che mette in crisi il ristoratore.

E che esalta, invece, chi ne fa tesoro.

da Fante il 05 lug 2006 12:30


Vedere criticato il proprio lavoro non è mai piacevole. Ma certe reazioni sono davvero esagerate.
Finchè la cucina è tradizionale, è più facile eseguire e criticare. Ma molti chef hanno elevato la cucina da artigianato ad arte. Si crea quindi un mondo chiuso dove chi crea e chi giudica fanno parte di un sistema che si autoalimenta; io parlo bene di te e tu dici che io sono un intenditore.
L' individuo è sempre un bene unico da difendere. Ma la massa è spesso una bestia difficile da controllare. Ci riescono i mezzi di comunicazione ai quali ci si affida per educare la gente su cosa deve fare,leggere e come deve mangiare, vestirsi e divertirsi.
Non capita solo con i ristoranti.

caldo oggi, eh?

da Greedy il 05 lug 2006 12:36


Un esempio concreto di quello che dice alberto.

Al Rustico abbiamo chiesto alla fine un liquore digetivo, e ci consigliano un limoncello o un liquore all'arancio che fanno loro in casa. Ok, proviamolo.

A noi non è piaciuto, aspro e acido, poco profumo e sapore che facciamo fatica a riconoscere. Lo respingiamo al mittente e chiediamo spiegazioni. Ci viene detto che allo chef il liquore con la ricetta tradizionale non piace, troppo dolce, e lo fa così, praticamente senza zucchero, con la scorza ma anche il succo del frutto. Beh piacerà a lui, non lo metto in dubbio, magari anche ad altri, ma visto che non aveva nulla a che vedere con il 'classico' rosolio di arance o limoni o altro magari poteva avvisare. Comunque non ha fatto una piega e ha detto che sa che il suo liquore è molto diverso ma lui lo vuole fare così, magari avviseranno prima di portarlo al tavolo, ma del resto non lo mettono in conto, quindi è perdonabile. O no? 8)

Dg

Life is too fu@%ing short! You wann' it? Go get it!

da ilForchetta il 05 lug 2006 12:38


A me capita una cosa strana. Amici e conoscenti mi dicono che ilmangione è utilissimo per sapere dove NON andare a mangiare! :shock:

Sembra assurdo, ma in realtà è proprio ciò che lo differenzia dalle guide.

E poi, le guide sono, come dice fante una sorta di percorso deciso e guidato indipendentemente dall'interlocutore. ilmangione, sebbene si affidi alla moltitudine delle recensioni, mantiene elevatissimo il valore del singolo recensore.

E tante voci, tutte valide allo stesso modo, possono essere discordanti e imprevedibili. Proprio ciò che fa paura a chiunque abbia un'attività e dei clienti.

un caldo pazzesco..

da wineless il 05 lug 2006 12:59


A me tutte le volte che è capitato di parlare con ristoratori, ma soprattutto chef, veramente appassionati al proprio lavoro, hanno sempre detto che gratifica di più il giudizio della gente comune che quello delle guide. Certo, non dicono che gli farebbe schifo essere citato sui testi, per un motivo puramente economico, ma sono contenti che un cliente non critico professionista si metta spontaneamente a parlare (bene) di loro su un sito internet.
Ed il passaparola in questi casi è la miglior pubblicità.

Adry =^_^=


alla fine sempre di pastasciutta si tratta

Re: PROVOCAZIONE

da cicci il 05 lug 2006 13:00


Ciao Vale!

Direi che la metafora che hai utilizzato non è grossolana, ma azzeccata: infatti scegliere un ristorante avvalendosi dei giudizi espressi da una guida gastronomica, è come acquistare un’automobile avvalendosi delle impressioni di guida o delle prove su strada pubblicate da riviste specializzate del settore, allo scopo di valutarne preventivamente pregi e difetti.

Personalmente ritengo che i ristoratori tendano ad accreditare sempre le blasonate guide, perché fanno tendenza e influenzano, nel bene o nel male, l’utente finale nella propria scelta.

Poi, però, ognuno può ritrovarsi o meno nelle valutazioni espresse da guide e riviste; ed è proprio a questo punto che, nel caso dei ristoranti, uno strumento formidabile come “ilmagione.it” consente, democraticamente e in tempo reale, di confrontare le proprie esperienze con quelle di altri, siano essi “addetti ai lavori” o semplici clienti.

Questa è la vera forza de “ilmangione.it”… e credo non passi inosservata né ai cosiddetti “esperti”, né tantomeno ai ristoratori! :wink:

Saluti a tutti :P

da pillutta il 05 lug 2006 14:33


Ricordiamoci che poi le sale dei ristoranti vengono riempite da "normali clienti" e non da critici di guide gastronomiche, quindi i ristoratori secondo me dovrebbero avere molto a cuore il parere dei clienti, negativi o positivi che siano.

Poi è ovvio che non è bello sentir criticare il proprio operato ma tant'è.

Le guide classiche come qualcuno ha già detto riportano solo giudizi positivi ed è quindi chiaro che il ristoratore ne tragga eventualmente solo vantaggio, se compare sulla guida bene, se non compare diranno "mica ci possono essere tutti i locali..."

La forza del mangione è il giudizio disinteressato soprattutto quando c'è n'è più d'uno per un locale.

Woody Allen : Ero solito portare una pallottola nel taschino, all'altezza del cuore. Un giorno un tizio mi tirò addosso una Bibbia, ma la pallottola mi salvò la vita.

da Bob il 05 lug 2006 15:39


Non maledirmi, ma io mi rendo conto benissimo del perchè questo accade. E ho paura che il mio parere non ti renderà contento.
Personalmente, a me diverte abbastanza leggere gli sproloqui che molti di noi, me compreso, inseriscono sulle pagine del mangione, ma ormai ho imparato a leggere una riga si e tre no, e me la cavo alla svelta, se devo veramente sapere come si mangia in un posto.
La guida cosiddetta professionale ha uno stile necessariamente stringato: potrà non essere completamennte veritiera, ma ho visto che, generalmente, è abbastanza fedele. Inoltre, fa riferimento a una serie di punti fissi ben precisi, che hanno valore ovunque e non risentono nè dell'umore momentaneo del frequentatore, nè della casualità della visita. In più, se uno legge un po' di recensioni, è facile calibrare i giudizi scritti col prezzo indicato. Insomma, è di facile e immediata comprensione, al di là della sua validità.Insomma, l'abbiamo sempre detto e sempre lo ripetiamo: se uno vuole sapere come si mangia in un posto, deve leggersi almeno tre o quattro recensioni, e fare una media ponderata dei giudizi. Scomodino, no? Bisogna aggiungere inoltre che il voto alla recensione ne influenza nettamente lo stile: io, da un po' prendo sempre un bel 10 tondo, ma scrivo dei raccontini, piuttosto che delle recensioni.....E non sempre si ha voglia di fare o leggere letteratura.
A suo tempo, appena entrato, avevo suggerito ingenuamente di creare una griglia di votazione con valore assoluto, poi mi ero staccato dal sito, ma avevo fatto in tempo a vedere che la cosa non interessava più di tanto. Però, secondo me, sarebbe l'unico modo di dare una validità universale alle "nostre" recensioni. Avevo persino cominciato a metter giù uno schemino.....
No contento, vero? Mi spiace....... :(

da Fante il 05 lug 2006 15:50


Ma è proprio il carattere multietnico de ilmangione a renderlo diverso. Uno dei punti chiave della discussione secondo me è sottolineare che ilmangione ha occupato, o meglio creato, una "guida" completamente nuova. Se le recensioni fossero uniformate, avremmo sì una guida forse più efficace, ma allo stesso tempo sarebbe una delle tante guide. Insomma saremmo fagocitati. E' proprio sottolineando la biodiversità dei recensori che ilmangione ha conquistato il suo spazio.

Mannaggia Bob, mai che si sia d'accordo....a che squadra tieni? :D

da Greedy il 05 lug 2006 15:59


Bob in realtà in un punto ha ragione, le recensioni sono dei racconti, dei poemi a volte .. io mi ci metto in mezzo, sia chiaro, ultimamente mi sto dilungando, mi piace pensare che se aggiungo dettagli riguardanti la storia del locale o altro, se metto più informazione, in qualche modo la recensione risulta più completa, forse invece dovremmo fare un passo indietro.
Le recensioni scritte così, son magari belle da leggere quando non hai un casso da fare, ma se hai fretta e apri il mangione per vedere come si mangia alla Maison, minkia, non ti basta una giornata di feria se vuoi leggere le recensionio per farti un'idea (vabbè esagero, ma il concetto è chiaro).
L'ideale sarebbe un box con una nota sintetica di massimo due/tre righe per descrivere il locale, poi tutta la prosa che si vuole, così se uno ha fretta si legge la nota, se ha tempo e voglia si legge i racconti...

Ristorante CippaLippa
Via di sta CippaLippa, 69
Mila(do)no ..

Nota: Ristorante con cucina tipica meneghina, ottimi risotti e ossibuchi, cotoletta di vitello con l'osso, carte dei vini con ricarichi onesti, servizio cordiale e veloce, lo consiglio per cene romantiche.

Recensione: Un giorno di pioggia (andrea e luciano....) mi affaccia alla finestra sulla cortile dalla mia camera e intravidi un timido raggio di sole provenire dall'orizzonte, era il maggio sereno ed io solevo così, menare il giorno ....

Life is too fu@%ing short! You wann' it? Go get it!

da primus il 05 lug 2006 16:06


perchè i ristoratori accreditano sempre le blasonate guide, i cosiddetti "esperti" del settore e faticano ad ammettere che i reali "giudici" del loro operato sono e saranno sempre i loro clienti?



Scusate la domanda, ma chi ha detto cio'?
A me risulta il contrario...

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da silbusin il 05 lug 2006 16:27


primus ha scrittoperchè i ristoratori accreditano sempre le blasonate guide, i cosiddetti "esperti" del settore e faticano ad ammettere che i reali "giudici" del loro operato sono e saranno sempre i loro clienti?

Scusate la domanda, ma chi ha detto cio'?
A me risulta il contrario...

a me risulta che molti ristoratori pagano i "recensori" professionisti per avere il nome nelle "guide". mi pare che tu stesso l'avessi raccontato per una guida.
poi però il passaparola è micidiale: i dati nielsen definiscono che statisticamente un cliente insoddisfatto influenza altri 25 (!) potenziali clienti.
ecco perchè di fatto la prima considerazione è corretta. certo è che anche la seconda non va dimenticata se noi prima o poi sono guai.

da Bob il 05 lug 2006 16:32


Fante ha scrittoMa è proprio il carattere multietnico de ilmangione a renderlo diverso. Uno dei punti chiave della discussione secondo me è sottolineare che ilmangione ha occupato, o meglio creato, una "guida" completamente nuova. Se le recensioni fossero uniformate, avremmo sì una guida forse più efficace, ma allo stesso tempo sarebbe una delle tante guide. Insomma saremmo fagocitati. E' proprio sottolineando la biodiversità dei recensori che ilmangione ha conquistato il suo spazio.

Mannaggia Bob, mai che si sia d'accordo....a che squadra tieni? :D

Io non ho detto né che il Mangione non sia "diverso", nè che non sia "migliore". Ho solo detto che una Guida ufficiale, che sia la Michelin o il Gambero Rosso, o altre del genere, basa la sua recensione su un linguaggio universale, e quindi di facile comprensione. E ho, ovviamente, sottinteso che il ristoratore si rivolga più volentieri a un mezzo di comunicazione che "tutti" sono in grado di leggere, piuttosto che a uno di complessa acquisizione. Complessa, non errata. Poi, in modo altrettanto coirretto, il Mangione si è, ovviamente, conquistato il suo spazio di guida "diversa". Chi lo legge lo sa, e ci si adatta. Ma non è certo uno strumento per tutti: bisogna aver voglia di leggere, e non capita spesso. Neppure per Ariosto, figuriamoci per ilMangione......

da ilForchetta il 05 lug 2006 16:36


Io trovo che bob dica delle cose sensate. che peraltro non sono in contrasto con il resto delle opinioni espresse.

la sintesi delle guide è un punto di forza, sicuramente. e anche l'omogeneità del linguaggio e della struttura delle valutazioni.

per ilmangione, l'eterogeneità è un vantaggio solo per chi ha volgia di spendere del tempo per deidicarsi alla lettura, a volte difficile a causa del continuo cambio di stile e organizzazione delle descrizioni.

ovvio che, su tali presupposti, anche per il ristoratore sia più immediato rivolgersi a una guida classica. rinunciando a un'inofrmazione completa, però. e adeguandosi all'informazione prezzolata, anche.

da Bob il 05 lug 2006 16:42


alberto ha scrittoIo trovo che bob dica delle cose sensate. .

Io dico sempre cose sensate....... :twisted:

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