Intanto, come avrete notato, io sono romana anomala. Adoro Roma ma ne riconosco i difetti e soprattutto so su cosa Milano la batte.
Milano sperimenta, Milano è curiosa, Milano è di tendenza. Vorrei farvi MILLE esempi pratici ma andrei fuori tema.
Roma
non è citta di tendenza. Al romano
non interessa alla fine la tendenza sul mangiare.
Sui locali e sulla ristorazione siamo indietro, perchè ci piace la cucina della mamma.
Ci sono i locali in quello che si chiama qui "stile milanese" che imitano quelli di Milano con un paio d'anni di ritardo: ci va un pubblico di pariolini fighetti che parcheggiano la Z3 in doppia fila davanti al locale e che di cibo ne capiscono quanto io di fisica nucleare, ci va solo perchè "è nuovo", ci si fa vedere e fa fighetto appunto. Lì, si servono porzioni "ridotte" e "innovative". (inutile dire che la qualità media di questi posti è banale)
Altrimenti ci sono i locali "classici" romani, anche di buon nome e buon livello, dove le porzioni sono "romane" RICCHE. Il Toscano, il Matriciano, Giggetto, etc etc etc etc. Ci trovi l'avvocatone o il dirigente RAI che se si vedesse presentare un piatto con la fogliolina e lo sbruffetto di salsina a fianco di un cubetto di carne 3x3 menerebbe generosamente prima al cameriere e poi al cuoco.
Quindi, qui, porzioni generose, per prezzi mediamente più bassi di Milano, e la possibilità (
apprezzatissima) di avere la mezza porzione spendendo una cifra irrisoria.
Paese che vai, usanza che trovi.
Comunque, Silbusin, se gli amici a Roma ti portano da Sora Lella o all'Orso, non è colpa di Roma, è colpa degli amici...
Trastevere poi ormai è quasi solo un brulicare di pizzerie da turisti.
Se poi, per il mio difendere l'uso romano della porzione ricca, o addirittura per la mia provenienza geografica, devo essere bollata per incompetente culinariamente, degna solo di ca**eggio, mi inchino a Sua Sapienza Il Gastronomo....e mi censuro, chè credo sia meglio.