Fosse caso o arte, giust'oggi pranzavo all'
Osteria Ardenga.
Le note fiacche
.son presto elencate: l'affettato di
Culatello, declamato 30 mesi,
certamente così è stato ma
così non m'è parso essere; aspetto e sentore di carne non ancor fattasi salume, declinata profferta di polenta
fritta
(giuro!) a tener bordone.
Tagliatelle con ragoût di pasta di salame: nevicata di Parmigiano già posatasi in
Cucina, aggiunta a tavola che male non fa, ciò nonostante le ho trovate
incomprensibilmente insipide, sciape;
ragù lungo e salame
.che non lega, corpo della tagliatella a spezzarsi; mia nonna le avrebbe ammazzate d'unto
(ch'è cosa buona e giusta),
alla Buca di Zibello l'avrebbero tirate sottili ma a puntino. Incidentalmente, il corpo che
manca alle tagliatelle va tutt'a finire negl'
anolini: mio nonno li avrebbe
.liquidati con
tutta coda, manca il pieno,
io li sorbisco strozzandomi col pangrattato in farcia; fondina ricolma di galleggianti, il brodo tenta di fare la sua
parte ma non riesce ad infiltrarsi. L'allungo allora con lo Chardonnay (!) che vo grandendo, un Poggiarello 2004
"
Perticato la Piana"... comunque
.sia, per me
.non
.ci siamo: la
faraona arrosto, ripiena
.della medesima
.farcia
degl'anolini e ingentilita con un filo di Culatello (?) a venatura in centro, m'è parsa asciutta, manco fosse stata
cotta ricotta poi riscaldata; stoviglia detersa di fondo di cottura, giardiniera ipocalorica per chiuder in mestizia.
In sintesi, una Cucina della Bassa nella quale
.non mi raccapezzo: alle ragioni ch'avanzo in tal senso mi si risponde
che quest'è quanto
.la clientela si aspetta, al ché più non dimando; assaggio la
bavarese di Cacio, golosa ma light
per le stesse ragioni, e mi consolo di Bargnolino, grazie al Cielo domestico non uscito di freezer. Cinquantotto euro
di Conto totale, diciotto per il vino; quest'era e rimane
brava gente,
mi sentivo e reputo infame per aver condiviso
quanto sopra. Orecchie e strade basse lungo la via del ritorno,
lo stereo smiagola inchiodandomi alla realtà.