primus ha scritto
Caro Bob, hai detto 2 cazzate (in senso amichevole nè, non ti offendere)
Intanto dovresti spiegarci cosa intendi per impegno... ...io credo (1) sia molto più impegnativo e dispendioso mettere in carta i piatti di un ristorante di livello, che quelli di una trattoria qualunque sia in ore lavorative, personale,attrezzature impiegate e di soldi.
Poi (2) il fatto che uno chef cucini per se stesso non significa mancanza di rispetto verso il cliente.
Lo chef di livello è un pochino come un compositore il quale scrive la musica che gli piace e che sente(3)....allora quello è un artista e lo chef un maleducato?
Io non mi offendo no. A petto che tu non ti offenda se ti dico che le tue sono TRE. Non ne hai imbroccata una.
Per "impegno", era evidente (per tutti, tranne che per uno chef, forse) che io intendevo la disponibilità verso il cliente, non certo la fatica fisica. E anche lì ci sarebbe da discutere,se pensiamo a chi lavora davvero (fisicamente parlando) nella cucina di un grande ristorante. L'impegno di cui parli tu è imprenditoriale, io parlo di impegno morale, apertura mentale. E non ne vedo granchè. Tanto è vero che, se dici a un povero trattore (non quello a ruote) che un suo piato non ti va,in genere si scusa (si in...a magari, ma si scusa). Se lo dici a Pierangiolesi, te lo tira dietro e ti dice che non capisci un ca@@o.
Sulla (2) lo significa sì. Non solo non lo rispetta: lo ignora,il che è quasi peggio. Se non ti va quello che prepara, sei tu il pistola, non lui. E ti pare poco? Tra l'altro, se tui avessi letto bene, avresti visto che io non dicevo che era una cosa negativa a priori.
La (3), invece, è solo la più grossa di tutte.
a) sono con chefalfio: lo chef è, di fatto, un bruciapadelle. Magari con stile, ma le brucia. E sempre di pastasciutta si tratta. Qyuindi, niente vaccate subliminali, pls.....
b) lo chef NON è un compositore. (il quale, tra l'altro, non è migliore solo perchè compone musica che va a lui: deve anche essere bella in assoluto. E se si disinteressa di questa seconda parte, è un compositore pirla). Lo chef, per di più, non solo non è un artista manco per le balle, ma è, invero, un commerciante. Con stile, magari, ma "vende". Quindi, pochi scassamenti di maroni: il cliente soddisfatto è il motivo principe del suo esistere. Altrimenti, di navigli ce ne sono ancora aperti e di pietroni da legarsi al collo se ne trovano quanti se ne vogliono.
Ripeto: non ne hai imbroccata una. Neppure per scherzo.