Chef Toni ha scrittofilo ha scrittoBravo primus hai quasi risposto a tutte le domande...
manca la piu' difficile pero'....come si comporta con i tavoli da 6/8 persone ?????
Idem come Filo... Primus ha già risposto e meglio di quanto avrei potuto fare io (triplo No)Primus ha scrittoragazzi li faccio io tavoli da 6/8 (ieri 9)
Un professionista...
Per quanto riguarda le altre domande, non credo di poter dare una risposta definitiva o poter stabilire una proporzione fissa del tipo: 10 coperti, due persone in sala; venti coperti 4 e così via. La proporzione è relativa, l'importante è avere un numero di coperti e un personale di sala e cucina commisurato alle tue capacità.
Saper riconoscere i tuoi limiti fa di te un professionista.
Nel (non) citato ristorante mi sembra, e non sono l'unico ad ever avuto quell'impressione, che abbiano predisposto un numero di coperti troppo elevato rispetto al personale o alle sue capacità
Chef Toni ha scrittofilo ha scrittoBravo primus hai quasi risposto a tutte le domande...
manca la piu' difficile pero'....come si comporta con i tavoli da 6/8 persone ?????
Idem come Filo... Primus ha già risposto e meglio di quanto avrei potuto fare io (triplo No)Primus ha scrittoragazzi li faccio io tavoli da 6/8 (ieri 9)
Un professionista...
Per quanto riguarda le altre domande, non credo di poter dare una risposta definitiva o poter stabilire una proporzione fissa del tipo: 10 coperti, due persone in sala; venti coperti 4 e così via. La proporzione è relativa, l'importante è avere un numero di coperti e un personale di sala e cucina commisurato alle tue capacità.
Saper riconoscere i tuoi limiti fa di te un professionista.
Nel (non) citato ristorante mi sembra, e non sono l'unico ad ever avuto quell'impressione, che abbiano predisposto un numero di coperti troppo elevato rispetto al personale o alle sue capacità
silbusin ha scrittofaccio una precisazione.
nel colloquio con Marchesi (da cui ovviamente ne è derivata un'intervista ristretta) si è parlato a lungo della professionalità legata all'Alta Cucina (un tema caro a laMax).
ebbene egli ha insistito molto sulla formazione: scuola professionale alberghiera obbligatoria (studiare l'italiano, le lingue straniere, chimica e biochimica degli alimenti, l'igiene degli stessi e dell'ambiente, il portamento personale, le tecniche specifiche tipo la temperatura di cottura fatta con il termometro, la conservazione, ecc.) e poi stage presso ristoranti e Chef importanti anche all'estero.
e ha insistito molto sulla capacità di "gestire la sala": a suo parere, ristoratori non ci improvvisa ma ci si diventa dopo molti anni. ci vogliono investimenti di capitale e personale.
eh, si: "personale".
il "fai da te" familiare è, per il Maestro, utile per gestire una piccola trattoria. Per il professionista che vuole emergere ci vuole molto personale (vedi il D'o).
è un discorso difficile e decisamente svantaggioso per i ristoratori. me ne rendo conto.
quanti ristoratori sono stati all'estero a fare stage?
filo ha scrittoPer primus :
tu quanto personale hai in sala ???
Greedy ha scrittofulvia ha scrittoNon è un tentativo per commuovervi o per scatenare trite polemiche ristoratore cliente........Come diceva quel tale...E' LA FREDDA CRONACA
APPLAUSO
Grazie Fulvia per la "concreta cronaca" e per l'umiltà di mettersi a nudo senza peli sulla lingua.
D.