Trattazione delle tematiche generali sulla ristorazione.
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da chefalfio il 08 apr 2010 12:59


Zolletta ha scritto
primus ha scritto
Zolletta ha scrittocredo che da Marchesi, non ci sono ancora stato ma vado a fine mese


lascia stare, a meno che non ti piaccia stare in vetrina. :wink:
Se poi, come me, hai conosciuto il vero Marchesi.....evita di brutto il Marchesino.
Vetrina per vetrina meglio il Gold. Almeno li mangi.


Ho letto frettolosamente l'inzio del articolo e pensavo fosse riferito ad una cena all'albereta :oops: :oops: e non al trussardi alla scala...

Grazie comunque del consiglio Primus. . :D :D


Non fare casino zolletta :wink: il trussardi alla scala è un altro risto il marchesino è di fianco

chefalfio42

scherza con il fuoco ma non con il cuoco

da Zolletta il 08 apr 2010 14:07


ecccheccacchio..... Altro errore.. :oops: :oops:


Scuste, grazie chef per la delucidazione.. :D

da silbusin il 08 apr 2010 14:07


Quello di non avere la bottiglia sul tavolo mi è capitato poche volte e devo dire che mi ha dato fastidio. Perchè anche nel superstellato il cameriere o il caposala ha da fare con altri clienti e quindi "comunque" io sono condizionato dal fatto che lui si accorga o meno delle mie necessità. E sempre comunque la bottiglia la voglio sul tavolo.

da atlantica il 08 apr 2010 14:24


silbusin ha scrittoE sempre comunque la bottiglia la voglio sul tavolo.

St. Gervais, vicino a Chamonix, vacanze di Natale quattro anni fa.
Eravamo in otto a tavola e la sommelier ci versa il vino e poi gira i tacchi e sta per andarsene. Un nostro amico ci guarda con i punti interrogativi negli occhi, ingoia il suo dito di vino e la richiama indietro per farsene versare ancora. Lei torna e versa. Sta per andarsene, quando un altro vuota il bicchiere e la richiama indietro. Dopo tre minuti di questa manfrina, lei apre un'altra bottiglia e la lascia sul tavolo.
Basta poco, checcevò 8)

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi

da Zolletta il 08 apr 2010 15:22


che sia una pratica gradita o meno, a me personalmente non dispiace, tener la bottiglia lontana dal desco degli avventori sta diventando una consuetudine in molti ristoranti.

Mi sorge una domanda: che utilità ha questo servizio, oltre che marcare una certa sofisificazione dello stesso?

da silbusin il 08 apr 2010 15:46


E' una sboronata.
Nei corsi AIS insegnano anche la mise en place con portabottiglie in argento, con inclinazione > di 30°, da tenere sulla tavola, con bottiglia coperta da tovagliolo in lino.
C'è un criterio poi oggettivo. Se hai la bottiglia sott'occhio ti sai regolare su quanto vino stai consumando e quindi dosarlo in modo da arrivare o meno a fine pranzo, questo per un motivo di tipo economico, etilometrico, ecc.
Vale lo stesso discorso per il sommelier a cui ti sei rivolto per il vino: ti ha consigliato una bottiglia e tu hai accettato? Bene. Stappi la buta sul tavolo, prendi il bicchiere da assaggio, lo valuti, mi dici che va bene e quindi me lo versi. Devi evitare, caro il mio giovane sommelier, la sceneggiata del goccio nel mio bicchiere, il mio sguardo pensoso, el me nas in tel bicier, l'assenso grave e dignitoso. Mavadaviaalcu, che cosa ci stai a fare allora?
Se no faccio come corona e ti dico subito: "questo vino non è sciampagne!" :lol: :lol: :lol:

da vgaber il 08 apr 2010 15:56


silbusin ha scritto Stappi la buta sul tavolo, prendi il bicchiere da assaggio, lo valuti, mi dici che va bene e quindi me lo versi.

Poi però si salta su con la storia che il sommelier diventa arrogante e dispotico...

noi ci se l'aveva per davvero la zia ottuagenaria che a natale ti diceva: 'vieni pella pampina che ti dò una sciampagna da portare a casa' :lol: :lol: :lol: :lol:

Tutte le parole sdrucciole, come tutti i sentimenti sdruccioli, sono naturalmente ridicole.

da primus il 08 apr 2010 17:35


Zolletta ha scritto
Mi sorge una domanda: che utilità ha questo servizio, oltre che marcare una certa sofisificazione dello stesso?


è un servizio in più. e lo paghi.

Io trovo sia più odioso, e da furbacchioni, arrivare col cesto del pane e dei grissini e con le pinzette che usa Silbusin per giochi di autogodimento, farti scegliere il pane.....mi manda in bestia. :twisted:

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da primus il 08 apr 2010 17:36


silbusin ha scrittoNei corsi AIS insegnano anche la mise en place con portabottiglie in argento, con inclinazione > di 30°, da tenere sulla tavola, con bottiglia coperta da tovagliolo in lino.


questa è una figata d'altri tempi che io adoro..... :P

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da tpt il 08 apr 2010 17:59


primus ha scritto
Zolletta ha scritto
Mi sorge una domanda: che utilità ha questo servizio, oltre che marcare una certa sofisificazione dello stesso?


è un servizio in più. e lo paghi.

Io trovo sia più odioso, e da furbacchioni, arrivare col cesto del pane e dei grissini e con le pinzette che usa Silbusin per giochi di autogodimento, farti scegliere il pane.....mi manda in bestia. :twisted:


In che senso, da furbacchioni?

da primus il 08 apr 2010 18:06


tpt ha scritto
primus ha scritto
Zolletta ha scritto
Mi sorge una domanda: che utilità ha questo servizio, oltre che marcare una certa sofisificazione dello stesso?


è un servizio in più. e lo paghi.

Io trovo sia più odioso, e da furbacchioni, arrivare col cesto del pane e dei grissini e con le pinzette che usa Silbusin per giochi di autogodimento, farti scegliere il pane.....mi manda in bestia. :twisted:


In che senso, da furbacchioni?


nel senso che ne mangi meno, almeno io..mi ruga chiamarlo ogni 3 minuti e mi arrendo

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da Parakarro il 08 apr 2010 20:23


Zolletta ha scrittoche sia una pratica gradita o meno, a me personalmente non dispiace,


ci avrei giurato :lol:

io che bevo godo di pancia il cibo e il vino e che adoro che mi lascino pure il tappo (se ne vale la pena) odio essere allontanato dalla bottiglia....

primo: perchè voglio gordermi la bottiglia
secondo: perchè voglio vedere quanto mi manca alla fine per ridurre, eventualmente, l'accelleratore.
terzo: perchè odio avere il cameriere attorno al tavolo oltre al necessario
quarto: ho paura che me lo cambino con dell'ottimo tavernello invecchiato... magari sono 'mbriaco e non m iaccorgo... :wink:

L'acqua mi è capitato solo una volta... e gli chiesi di lasciarmela al tavolo poichè faceva un caldo maiale e quella sera bevvi come un cammello sudato..

da capohog il 08 apr 2010 21:14


Parakarro ha scritto
Zolletta ha scrittoche sia una pratica gradita o meno, a me personalmente non dispiace,


ci avrei giurato :lol:

io che bevo godo di pancia il cibo e il vino e che adoro che mi lascino pure il tappo (se ne vale la pena) odio essere allontanato dalla bottiglia....

primo: perchè voglio gordermi la bottiglia
secondo: perchè voglio vedere quanto mi manca alla fine per ridurre, eventualmente, l'accelleratore.
terzo: perchè odio avere il cameriere attorno al tavolo oltre al necessario
quarto: ho paura che me lo cambino con dell'ottimo tavernello invecchiato... magari sono 'mbriaco e non m iaccorgo... :wink:

L'acqua mi è capitato solo una volta... e gli chiesi di lasciarmela al tavolo poichè faceva un caldo maiale e quella sera bevvi come un cammello sudato..



Giuro, adoro questa prosa! :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

96 cubic inch of good vibs

da Paulyste il 08 apr 2010 22:00


cisejazz ha scrittol'articolo è sicuramente piacevole da leggere, però inizio a chiedermi davvero se Visintin è un critico o un criticone... (come già scritto altrove).
Sembra più che voglia fare demagogia e accattivarsi la simpatia dei più, piuttosto che fare bene quello per cui è pagato... oppure è pagato proprio per fare questo genere di articoli, perché evidentemente piacciono di più che una "normale" recensione.


Quoto. Scrive bene per carità, ma il suo compito non sarebbe quello del romanziere. Mi domando perché, rivolgendosi a un pubblico di lettori che presumibilmente non possono comunque spendere quelle cifre, Visentin si occupi quasi solo di criticare gli "stellati" et similia. Potrebbe, invece, distruggere le centinaia di ristoranti milanesi che per cifre forse più che dimezzate offrono una cucina, ambiente e servizio che meritano un rapporto q/p assai più scarso? Ovvero dei posti che la gente frequenta, senza capire una beata fava di cucina?

da Zolletta il 08 apr 2010 22:19


Parakarro ha scritto
Zolletta ha scrittoche sia una pratica gradita o meno, a me personalmente non dispiace,


ci avrei giurato :lol:




Mah... Mah... cosa vorresti dirmi? Non ho capito a cosa ti riferisci.. :cry: :cry:

E poi se il cameriere e lesto ed attento, nulla di più, il problema non esiste.. Eviti la fatica di versarti il vino da solo... :?

da vgaber il 08 apr 2010 22:23


PaulySte ha scrittoQuoto. Scrive bene per carità, ma il suo compito non sarebbe quello del romanziere. Mi domando perché, rivolgendosi a un pubblico di lettori che presumibilmente non possono comunque spendere quelle cifre, Visentin si occupi quasi solo di criticare gli "stellati" et similia. Potrebbe, invece, distruggere le centinaia di ristoranti milanesi che per cifre forse più che dimezzate offrono una cucina, ambiente e servizio che meritano un rapporto q/p assai più scarso? Ovvero dei posti che la gente frequenta, senza capire una beata fava di cucina?

Come se l'equazione frequento lo stellato= capisco di cucina fosse sempre vera; o come se fosse sempre vero che il cliente è solo quello che può permetterselo :shock:.
A me Visentin piace proprio perchè invece credo si rivolga al pubblico adatto, scrive in maniera dissacratoria anche laddove si crede non si possa, o non si debba.
Ultima modifica di vgaber il 08 apr 2010 22:25, modificato 1 volta in totale.

Tutte le parole sdrucciole, come tutti i sentimenti sdruccioli, sono naturalmente ridicole.

da Zolletta il 08 apr 2010 22:24


PaulySte ha scritto
cisejazz ha scrittol'articolo è sicuramente piacevole da leggere, però inizio a chiedermi davvero se Visintin è un critico o un criticone... (come già scritto altrove).
Sembra più che voglia fare demagogia e accattivarsi la simpatia dei più, piuttosto che fare bene quello per cui è pagato... oppure è pagato proprio per fare questo genere di articoli, perché evidentemente piacciono di più che una "normale" recensione.


Quoto. Scrive bene per carità, ma il suo compito non sarebbe quello del romanziere. Mi domando perché, rivolgendosi a un pubblico di lettori che presumibilmente non possono comunque spendere quelle cifre, Visentin si occupi quasi solo di criticare gli "stellati" et similia. Potrebbe, invece, distruggere le centinaia di ristoranti milanesi che per cifre forse più che dimezzate offrono una cucina, ambiente e servizio che meritano un rapporto q/p assai più scarso? Ovvero dei posti che la gente frequenta, senza capire una beata fava di cucina?



Barvo PaulySte, straquoto...

da cisejazz il 08 apr 2010 23:32


vgaber ha scritto
PaulySte ha scrittoQuoto. Scrive bene per carità, ma il suo compito non sarebbe quello del romanziere. Mi domando perché, rivolgendosi a un pubblico di lettori che presumibilmente non possono comunque spendere quelle cifre, Visentin si occupi quasi solo di criticare gli "stellati" et similia. Potrebbe, invece, distruggere le centinaia di ristoranti milanesi che per cifre forse più che dimezzate offrono una cucina, ambiente e servizio che meritano un rapporto q/p assai più scarso? Ovvero dei posti che la gente frequenta, senza capire una beata fava di cucina?

Come se l'equazione frequento lo stellato= capisco di cucina fosse sempre vera; o come se fosse sempre vero che il cliente è solo quello che può permetterselo :shock:.
A me Visentin piace proprio perchè invece credo si rivolga al pubblico adatto, scrive in maniera dissacratoria anche laddove si crede non si possa, o non si debba.


no, assolutamente vgaber: frequentare lo stellato non significa per forza capire di cucina, ci mancherebbe dire questo.
Però è pur vero che sento osannare luoghi a mio avviso orribili, che sono stracolmi di gente...
Pauly si rivolge proprio a questo: invece di sparlottare sullo chef figo di turno, perché non dedicarsi agli innumerevoli luoghi osceni che ci sono in giro per Milano?
Secondo me, lui scrive parole fini a se stesse: ce lo vedo a masturbarsi la mente mentre partorisce i suoi scritti "dissacratori", lo leggo tra le righe.
Ed ora per carità, non ditemi che sto difendendo Marchesi, perché non ho mai avuto nè il piacere nè il dispiacere di gustare la sua cucina, nè è mio amico/parente, però Visintin mi sembra stufo del suo mestiere: dovrebbe fare sempre il giornalista, ma scrivere di altro.

da Paulyste il 09 apr 2010 08:30


Constato con letizia (non morattiana) che qualcuno capisce la prosa fontaniana (non attiliana) 8)

da Bob il 09 apr 2010 10:31


Zolletta ha scrittose uno non ama questo genere di locali, basta non andarci! O no?

Facile criticare il lavoro altrui!


Contenuti a parte, bell e divertente scritto! :D

Sul fatto che l'articolo sia piacevolissimo, concordo. Sul fatto che io concordi anche nel merito, poi, non ci piove proprio, soprattutto su una cosa che riguarda Marchesi.
Sulla frase evidenziata, però, non concordo.
Intanto, un cliente qualsiasi fa a meno di andarci, un critico gastronomico, per il quale andarci è un quarto del suo dovere, no. E, se quando lo fa, si mette nei panni di Tizio Caio, mi sta bene.
Ma la questione vera è un'altra: uno, in certi locali, ci va (forse)anche per il servizio, ma certamente e soprattutto, perchè conta, spera, pretende, di trovare una cucina di livello. Se la suddetta cucina, quand'anche la trovi, è condita da una manfrina da circo, ritorniamo a quello che dico da tempo: PRIMA la cucina, PPOI, se avanza tempo, spazio e buona volontà, il servizio. Una buona cucina senza servizio è ampiamente tollerabile, un buon servizio senza cucina è da fessi.
Tanto per chiarire, a me il ragazzino che fece traboccare il vaso fui quello delle posate: 3 minuti e passa d'orologio per sistemare le posate alla giusta distanza. Poi arriva il successivo, quello dei piatti, che si accorge che nello spazio lasciato dal suo collega il piatto non ci sta, e impiega mezzo secondo netto a spostare con gesto deciso le posate sparpagliandole quasi, per inserire il piatto.
Ma che vaden a dar via i ciapp.....

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

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