da Bob il 20 set 2005 15:23
In linea di massima, noto che le risposte stanno già delineando atteggiamenti diversi di fronte al "ristorante" e a come viverlo. Va da sé che atteggaimenti diversi danno luogo a valutazione diverse per lo stesso ristorante e a parità di servizio.
Ma vedo ora di sbilanciarmi un pochino.
Io vado al ristorante (FATTE SALVE LE CONDIZIONI INIZIALI - FESTEGGIAMENTI E SIMILI ) sostanzialmente con due atteggiamenti diversi.
a) cerco "l'affare". Sono alla perenne (e generalmente insoddisfatta) ricerca della "trattoria di una volta", quella che ti offre genuinità e abbondanza con prezzi modestissimi, magari, ma non necessariamente, in un bel posto, inteso in senso geografico. In questo caso amo condividere il mio pasto, con amici e quant'altri, sono disposto a sobbarcarmi qualche chilometro, e non faccio gran caso al servizio, purché stia nei limiti dell'umano. La necessità di spendere poco èper risultare soddisfatto fa sì che io sia disposto a sorvolare su molte cose.
b) cerco di essere stimolato. Cerco piatti e accostamenti inconsueti, anche azzardati, e, in seguito a questo, sono diposto a spendere di più.
In questo caso, vado al ristorante da solo, o, al massimo, con una persona che condivida questo mio interesse. Non voglio tavolate, non voglio chiasso. Mangio in silenzio, o, se si parla, l'argomento deve essere il cibo. E, dopo, voglio poterne discutere con lo chef (o chi per lui).
Spendo "di più", non "tanto". Non apprezzo a priori ristoranti di extra lusso, da 200 euro. Non ho nulla contro chi ci va, ma non amerei esserci, e non mi piace che ci siano. Diciamo che ho un tetto massimo di circa 100 euro. Però il mondo è bello perchè è vario, e ognuno ha il diritto di fare quello che vuole.
Questa divisione netta fa sì che, se un ristorante non rispetta una di queste due posizioni, raramente mi soddisferà, o, al massimo, darò un giudizio di "normalità" e quindi scarsamente entusiasta.
Se ineve le rispettasse, ilmio giudizio sarà tanto più favorevole quanto più inaspettao sarà il soddisfacimento. Il piacere della scoperta, quindi.