Parakarro ha scrittonon preoccupatevi.. l'alta ristorazione è già scappata dalla città o è rinchiusa in bunker di lusso....e chi ha parlato di alta ristorazione
tra qualche anno pure la ristorazione normale fuggirà in provincia così rimarranno solo cinesi ed egiziani che a poche lire vi daranno un bel panozzo o dell'ottimo susci (scritto così)
oh_baba ha scrittoParakarro ha scrittonon preoccupatevi.. l'alta ristorazione è già scappata dalla città o è rinchiusa in bunker di lusso....e chi ha parlato di alta ristorazione
tra qualche anno pure la ristorazione normale fuggirà in provincia così rimarranno solo cinesi ed egiziani che a poche lire vi daranno un bel panozzo o dell'ottimo susci (scritto così)
Bob ha scritto
La seconda non ha giustificazione alcuna.
Parakarro ha scrittoBob ha scritto
La seconda non ha giustificazione alcuna.
non importa che tipo di locale tu voglia fare.. l'affitto non guarda in faccia nessuno... idem per l'Asl, idem i contributi,la spazzatura, i tecnici per la manutenzione, i rincari di metano e corrente...
e queste sono le spese fisse che maggiormente incidono e che portano ad una base di spesa oltre una soglia "accettabile"...
giusto l'altra sera si discuteva animatamente a tavola su come certi agruturismogestionefamiliareconcucinacasalinga abbiano, in fondo, prezzi troppo alti se paragonati a locali piu' "raffinati".. e si parlava di 25\30 euro... bhè, oggi come oggi è quella la cifra a cranio che devi chiedere se vuoi sopravvivere...a prescindere da quello che servi e da come la servi... sopratutto con numeri piccoli
certo, esistono piccole ma meravigliose eccezioni... ma è il meno...
servirebbe una regolazione dei canoni d'affitto...sia d'immobile che d'azienda... o semplice buon senso
Zolletta ha scrittooh_baba ha scritto
spiegami allora perche' per esempio i cinesi e cmq i locali etnici riescono a far spendere di meno di 25/30 euro per "sopravvivere"
Vi prego, non ditemolo non voglio neanche saperlo!!!
Parakarro ha scrittoZolletta ha scrittooh_baba ha scritto
spiegami allora perche' per esempio i cinesi e cmq i locali etnici riescono a far spendere di meno di 25/30 euro per "sopravvivere"
Vi prego, non ditemolo non voglio neanche saperlo!!!
solitamente i punti cruciali sono due:
1-non pagano personale,contributi,tasse,iva ecc..ecc...
2-il ristorante è una copertura
oh_baba ha scrittoSara' come didi tu ma io penso che nel fattore prezzo ci sia una forte componente (mi ripeto) di margine di guadagno che il ristoratore vuole fare e penso che per alcuni popoli sia piu' nella loro cultura "l'accontentarsi" e il sacrificio, cosa che ormai gli italiani hanno pressoche' dimenticato
Parakarro ha scrittooh_baba ha scrittoSara' come didi tu ma io penso che nel fattore prezzo ci sia una forte componente (mi ripeto) di margine di guadagno che il ristoratore vuole fare e penso che per alcuni popoli sia piu' nella loro cultura "l'accontentarsi" e il sacrificio, cosa che ormai gli italiani hanno pressoche' dimenticato
su questo hai abbastanza ragione (abbastanza ) Anfatti le trattorie di un tempo non erano poi tanto diverse (come impostazioni) dai locali cinesi di oggi...
però vi erano altre regole, altri controlli, altre impostazioni
i padroni dei muri chiedevano affitti PAGABILI...
e la clientela aveva altre pretese
Parakarro ha scrittoconcordo quasi in toto con BOB..
Bisogna anche dire che certe pessime abitudini al cliente e certi comportamenti economicamente svantaggiosi li hanno causati i ristoratori stessi mordendosi la coda in maniera barbina...
Esempio storico: una volta la pizzeria faceva la pizza o poco piu', era chiusa a pranzo mentre si apriva per la cena e per il lungo dopocena.. ricordo che si andava a mangiare una pizza a mezzanotte dopo aver cenato...
Poi hanno cominciato a mettere la cucina, a mettere il vino, sempre piu' vino, sempre piu' cucina, aperti a pranzo, pizza a mezzogiorno, menu' fisso a cena, pesce fresco, carni argentine e via così...la famiglia non era piu' sufficiente, si assumeva il pizzaiolo, il cuoco, le cameriere, la barista, il parcheggiatore...
sempre di piu', sempre piu' servizi, sempre piu' costi..e nel tentativo di prendersi fette di mercato nuove e piu' grandi si è persa completamente la cognizione di costi...e perdendo la personalità del locale..
Poi ci metti imprenditori non del mestiere che acquistano come investimento ed affittano a cifre improponibili ma che vengono accettate da KAMIKAZE senza cervello, asl con richieste sempre meno serie ma piu' farlocche, comuni sanguisughe...
E poi ci metti cuochi e camerieri stars da stipendi folli o anche dipendenti ordinari con stipendi adeguati al lavoro (una volta camerieri e cuochi guadagnavano meno...)
E poi ci metti noi dannati clienti una volta accettavamo di mangiare la pizza in locali arredati ad occhi chiusi ed illuminati al neon o in trattorie con tavolacci e sedie di legno impagliato con stoviglie di ceramica orrenda spessa un centimetro e bicchieri simil nutella serviti dalla zia del cuoco che ad una certa ora si metteva a guardare la tv in sala...
Io preferisco la ristorazione di oggi... ovviamente in provincia
Bob ha scrittoSe permetti, cerco di risponderti anch'io.
Intanto, il conto non è assolutamente "più salato". Se pensi al costo di un ristorante , che so, quarant'anni fa, e al suo costo oggi, rispetto alle capacità economiche di una famiglia, vedrai che allora il pranzo al ristorante era un evento assolutamente eccezionale, riservato ad occasioni speciali e comunque a chi poteva vantare una certa agiatezza economica. Ti chiedo scusa, non conosco la tua età, ma ti prego di credermi se ti dico che mio padre, direttore tecnico di una ditta con 20.000 dipendenti, dedicava al ristorante non più di due-tre occasioni l'anno.
Oggi, un'uscita a pranzo o cena è un fatto assolutamente alla portata di (quasi) tutti.
Quanto alle pretese, al ristorante si andava per mangiare. Punto. Cibi ben fatti, magari un po' più ricercati di quelli che avremmo potuto avere a casa nostra ( e non dimentichiamoci che, allora, le donne di casa, in genere, sapevano davvero cucinare), e qualche sfizio che avremmo mal saputo come arrangiare.
Oh, certo, se si spendeva di più, si pretendeva (ma non si "cercava") un'atmosfera e una gentilezza speciali, ma quello che contava era la mera sostanza ( e non l'apparenza) di ciò che avevi nel piatto.
La cucina intesa come "degustazione" era di là da venire, e una "buona" cucina era tale se era anche abbondante, soprattutto per stomaci che ricordavano troppo bene l'ultima guerra e le relative difficoltà.
Certo, probabilmente i palati erano più grezzi, i nasi meno delicati, gli appetiti più terreni.
Ma quello che si cercava era semplice e relativamente facile da ottenere.
Oggi, credo che nemmeno più l'utente sappia con esattezza cosa cerca al ristorante. La prova? Il fatto che noi stessi ci interroghiamo in proposito, e che le risposte siano diverse (in misura consistente) per ciascuno di noi.
MarioLino ha scrittoBob parla di tempi che furono, quando io ero solo un bambino o non ero ancora nato. MA vado in vacanza in Calabria, e Bob ricordando la ristorazione (milanese) di un tempo sembra descrivere la ristorazione calabrese di oggi.
E infatti cinesi, etnici, giapponesi, kebab se ne trovano pochissimi in Calabria: come potrebbero mai essere competitivi rispetto ad una pitta con morsello per pochi euro? O a dei tagliolini con porcini silani? O alle patate fritte della sila? O alle grigliate di pesce a meno di 10 euro?
AAAAh come mi mancano le vacanze....
Parakarro ha scrittoconcordo quasi in toto con BOB..