silbusin ha scritto La democrazia ha i suoi difetti: il principale è quello di tentare di porre sullo stesso livello i cittadini. Di considerarli tutti degni della stessa dignità. E' un grosso problema certo. Ecco perchè esistono leggi e regolamenti.
Poi ci sono le storture dei processi democratici: sono le persone che sono storte, non i metodi (di solito).
kinggeorge ha scrittotutti a preoccuparsi della libertà di espressione, di come i "professionisti" del gusto abbiano creato un circolo vizioso di auto-accreditamento... tutto vero... ma...
ma il giudizio libero è pericoloso. Perchè? No, domanda sbagliata. Per chi? Questa è la domanda giusta. Non è pericoloso per Ferran Adrià o per i grandi tristellati arrivati con 15 ristoranti (o anche con solo uno).Il giudizio libero, messo in rilievo indiscriminatamente, è pericoloso per chi nasce, per chi del proprio lavoro vive, per chi cucina con passione, a volte sbagliando, ma provandoci.
Ho pranzato di recente in un ristorante, in compagnia di un "professionista"... quanto mi sarebbe stato facile dire: pranzo un po' così, pagato troppo, no non andateci. Eppure chi ne capisce davvero qualcosa avrebbe potuto riconoscerci una mano, dei tentativi, un "lavori in corso" degno di nota e attenzione, pur in assenza di risultati definiti.
Questa è la differenza tra il professionista vero che esprime la sua opinione e il primo che passa che esprime la sua opinione ma ottenendo la stessa visibilità del professionista (o quasi). Il male di uno strumento estremamente democratico come internet.
Perchè il commento di chiunque, nel momento in cui ha visibilità, può fare molto male, professionalmente ed economicamente, ad una persona che lavora come è un qualsiasi chef. E spesso ci dimentichiamo di questo: noi andiamo a mangiare da gente che lavora, non da gente che va giudicata.
Kinggeorge ha scritto… problema quando a tutti i giudizi viene data l'IDENTICA TROPPO ALTA visibilità.
Non è un problema che marco dica "lì ho mangiato da schifo". E' un problema quando marco finisce col suo giudizio
automaticamente sulla prima pagina insieme al Sommo XYZ che ci finisce il giorno dopo dicendo cose sensate...
Fante ha scrittoDire che i siti amatoriali sono un pericolo per la ristorazione è una panzana. E Ilmangione ne è un esempio.
E' vero che c'è il rischio che qualche giovane chef sia penalizzato da un giudizio frettoloso e superficiale.
Può capitare. Come può capitare una fuga di gas. Togliamo allora la rete che fornisce il metano?
La maggior parte delle volte il ristoratore bravo non può avere che benefici. Guardiamo le recensioni:
sono quasi tutte cappelli verdi e blu. Anzi, c'è perfino l'escamotage di autopromuoversi. Quanti sono di
fatto i locali che possono lamentare il fallimento per colpa di un sito? E quanti invece quelli che hanno
ottenuto una visibilità enorme? Se paragonati direi che sono di gran lunga i secondi.
Se nasce l'esigenza di siti "fatti" da gente comune, è sopratutto colpa di quei gourmet che snobbano,
celebrano, si bullano in un sistema chiuso e che hanno perso la capacità di comunicare con la gente.
deloZio ha scrittoA loro "discolpa", la conventicola pare ineludibile... ma se nello scrivere non ci si confronta, e si smussano i pareri
in ragione di come ha valutato il potentissimo Tizio, o il simpatico Caio, si scrive per essere letti ed apprezzati
dai sunnominati Tizio e Caio, non dai propri lettori...
Strini ha scrittoIl problema esiste (in campi più importanti della nostra pastasciutta), e riguarda sopratutto i blog. Sembra che si stia andando verso il "Chiunque può dire qualsiasi cosa su qualsiasi argomento", il che è democratico, ma piuttosto inquietante. L'idea che il giudizio di una persona, incompetente sull'argomento trattato, possa equivalere a quello di un esperto è, in effetti, pericoloso. ...
Ritengo però che ilmangione, come tutti i siti che riportano opinioni su servizi destinati al pubblico (cinema, libri, telefonini, auto...) metta ben in evidenza il fatto che i commenti sono fatti in base ad esperienze personali, discutibili finché si vuole, ma inattaccabili proprio grazie alla loro soggettività.
Nell'era di internet questo è inevitabile, con buona pace di tutti gli addeti ai lavori, che ne farebbero volentieri a meno (e li capisco...).
kinggeorge ha scrittoriprendendo strini, quello che mi chiedo è se sia storicamente inevitabile o momentaneamente inevitabile (per la maggioranza di chi in internet vuole seguire il trend dell'attuale successo)
kinggeorge ha scrittoa scanso di equivoci, torno a sottolineare: non è un problema che ciascuno esprima un giudizio. Sarebbe illiberale vietarlo.
è un prolema quando a tutti i giudizi viene data l'IDENTICA TROPPO ALTA visibilità.
Non è un problema che marco dica "lì ho mangiato da schifo". E' un problema quando marco finisce col suo giudizio automaticamente sulla prima pagina insieme al Sommo XYZ che ci finisce il giorno dopo dicendo cose sensate.
gobbaccio ha scrittoA meno che tu non sia convinto che un avvocato, per il fatto che è avvocato, davvero conosca la legge...
Fante ha scrittoBè, conoscerla la conosce. Il problema è se la applica.
Fante ha scrittoQui sta il punto: quanti critici esercitano il loro "potere" in maniera autonoma?