Trattazione delle tematiche generali sulla ristorazione.
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da Macs il 24 apr 2007 11:49


ilForchetta ha scrittoStefano, ma siamo in vetta... 6 ristoranti nei primi 50. Quarta nazione al mondo, praticamente alla pari con la seconda e la terza... :wink:


Si, ok...

Però in Inghilterra hanno in tv Gordon Ramsay e Jamie Oliver... noi abbiamo la Clerici e Vissani... :cry:

Se gh'è un patrono dei faciademerda, ghe dumandi cosa g'ho de fà...
DVDS - El paradis del Scurpion.

da Fante il 24 apr 2007 11:56


Ecco. Prima ci si incacchia, si sventola la tradizione e poi si ridicolizza il sondaggio....tutto secondo schema. 8)

da butter_fly il 24 apr 2007 11:58


anche questo fa parte dell'italia fante: alla fine semo tutti amici e la buttamo a tarallucci e vino :D


da Greedy il 24 apr 2007 12:04


Quello che a me più infastidisce è che il primo italiano sia al dodicesimo posto, dopo

4 Spagnoli
3 Francesi
2 Americani
1 Inglese
1 Australiano

Va bene per il totale ... 6 su 50 nel mondo non è male alla fine, ma dodicesimo assoluto per il nostro migliore è poco ... IMO.

Life is too fu@%ing short! You wann' it? Go get it!

da ilForchetta il 24 apr 2007 12:06


Fante ha scrittoEcco. Prima ci si incacchia, si sventola la tradizione e poi si ridicolizza il sondaggio....tutto secondo schema. 8)


:lol:

A me me pare chelo schema sia un altro:

si prende una notizia senza verificarne la validità.

si sparano un sacco di giudizi sommari e generali basandosi su di essa.

qualcuno che non c'ha un cacchio da fare (si fa per dire...) controlla di cosa si tratta. :roll:

ci si accorge che si è sprecato tempo a parlare di aria fritta....

8)

da ilForchetta il 24 apr 2007 12:08


butter_fly ha scrittoanche questo fa parte dell'italia fante: alla fine semo tutti amici e la buttamo a tarallucci e vino :D


non sono d'accordo, farfallona! :D

Criticare e processare la ristorazione italiana perché è tra le prime al mondo me pare 'na strunzata...

da Fante il 24 apr 2007 12:10


butter_fly ha scrittoanche questo fa parte dell'italia fante: alla fine semo tutti amici e la buttamo a tarallucci e vino :D


Ocio, eh? sto facendo l'avvocato del diavolo....ma neanche tanto.... 8)

Far finire tutto a tarallucci e vino, è uno dei problemi.

Perchè non vogliamo interrogarci? Dicono che non siamo messi poi così bene come pensiamo. Stiamo perdendo colpi anche nella ristorazione, gente. E se non facciamo un po' di analisi ci ritroviamo i soliti 4 matusa a celebrare i tempi d'oro.
Sono tanti i campi in cui siamo rimasti indietro, pensiamoci un attimo. La cucina non fa differenza.

Ma quante volte abbiamo sentito i commenti: come faceva le lasagne nonna Agata, nessuno; tutte 'ste prese in giro della cucina moderna, ma vuoi mettere con le cotiche?; se vieni nella mia regione capirai cosa vuol dire mangiar bene. Non vi suggerisce nulla?

Anzi, mi stupisce che ragioniate in questo modo

io intanto sono sul traghetto per la Scozia

da stefano66m il 24 apr 2007 12:11


ilForchetta ha scritto
Fante ha scrittoEcco. Prima ci si incacchia, si sventola la tradizione e poi si ridicolizza il sondaggio....tutto secondo schema. 8)


:lol:

A me me pare chelo schema sia un altro:

si prende una notizia senza verificarne la validità.

si sparano un sacco di giudizi sommari e generali basandosi su di essa.

qualcuno che non c'ha un cacchio da fare (si fa per dire...) controlla di cosa si tratta. :roll:

ci si accorge che si è sprecato tempo a parlare di aria fritta....

8)


Per il patron del Combal zero essere nei 50 ristoranti di questa classifica è più importante della seconda stella Michelin , il fatto che poi tutte le classifiche siano opinabili è un'altra cosa.

da butter_fly il 24 apr 2007 12:23


ilForchetta ha scritto
non sono d'accordo, farfallona! :D

Criticare e processare la ristorazione italiana perché è tra le prime al mondo me pare 'na strunzata...


è più o meno quel che ho detto: siamo primi in tante cose, pur essendo così piccoli. certo, può lasciarci/mi perplessi il fatto che USA e UK in questa (ed altre) classifiche siano meglio messi, ma mica è 'na tragedia... che in Italia si mangi bene è cosa talmente lapalissiana che non vale neanche la pena parlarne. le classifiche di cui si parla son riferite all'alta ristorazione, seguono dei parametri, tengono conto di tanti fattori diversi. ma, secondo me, in parte lasciano anche il tempo che trovano. i nostri chef potranno magari trarre da esse qualche input per interrogarsi sul proprio lavoro e magari migliorarsi, o caratterizzare la propria cucina in modo da distinguersi. ma non essere la prima nazione al mondo in cucina secondo le classifiche nonostante la nostra fama , secondo me, non ci toglie quasi nulla.


da deloZio il 24 apr 2007 12:23


stefano66 ha scrittoPer il patron del Combal zero essere nei 50 ristoranti di questa classifica è più importante della seconda stella Michelin


Non direi proprio: i clienti consultano o fanno riferimento alla Guida Michelin, mica alle classifiche planetarie!

da butter_fly il 24 apr 2007 12:29


Fante ha scrittoMa quante volte abbiamo sentito i commenti: come faceva le lasagne nonna Agata, nessuno; tutte 'ste prese in giro della cucina moderna, ma vuoi mettere con le cotiche?; se vieni nella mia regione capirai cosa vuol dire mangiar bene. Non vi suggerisce nulla?

Anzi, mi stupisce che ragioniate in questo modo

io intanto sono sul traghetto per la Scozia


a me suggerisce solo una cosa: le regionalità sono una ricchezza! il problema è che c'è gente che vede ed apprezza solo quelle e rifiuta il resto, in cucina ed in qualsiasi altro campo. la cultura e l'ampiezza di vedute non sono roba per tutti purtroppo... ma questo credo sia un concetto valido ovunque, non solo in italia.. :roll:


da stefano66m il 24 apr 2007 12:39


deloZio ha scritto
stefano66 ha scrittoPer il patron del Combal zero essere nei 50 ristoranti di questa classifica è più importante della seconda stella Michelin


Non direi proprio: i clienti consultano o fanno riferimento alla Guida Michelin, mica alle classifiche planetarie!


Per Davide Scabin questo riconoscimento deve essere stato particolarmente prestigioso per aver fatto questa puntualizzazione.

da ilForchetta il 24 apr 2007 12:45


Fante ha scritto
butter_fly ha scrittoanche questo fa parte dell'italia fante: alla fine semo tutti amici e la buttamo a tarallucci e vino :D


Ocio, eh? sto facendo l'avvocato del diavolo....ma neanche tanto.... 8)

Far finire tutto a tarallucci e vino, è uno dei problemi.

Perchè non vogliamo interrogarci? Dicono che non siamo messi poi così bene come pensiamo. Stiamo perdendo colpi anche nella ristorazione, gente. E se non facciamo un po' di analisi ci ritroviamo i soliti 4 matusa a celebrare i tempi d'oro.
Sono tanti i campi in cui siamo rimasti indietro, pensiamoci un attimo. La cucina non fa differenza.

Ma quante volte abbiamo sentito i commenti: come faceva le lasagne nonna Agata, nessuno; tutte 'ste prese in giro della cucina moderna, ma vuoi mettere con le cotiche?; se vieni nella mia regione capirai cosa vuol dire mangiar bene. Non vi suggerisce nulla?

Anzi, mi stupisce che ragioniate in questo modo

io intanto sono sul traghetto per la Scozia


A' Fante. Fai clic sul link e controlla le classifiche degli anni precedenti. In questa graduatoria, l'Italia ha fatto passi da gigante. Il 2007 è l'anno migliore, da quando è stata creata la classifica di cui parliamo.

Che stai a dì?

da ilForchetta il 24 apr 2007 12:48


Per Davide Scabin questo riconoscimento deve essere stato particolarmente prestigioso per aver fatto questa puntualizzazione.


Ma si è mai visto qualcuno che, ritirando un premio, dica che è contento, ma è meglio e più importante il premio ricevuto di altri?

Se poi date un'occhiata agli sponsor di questa classifica...

da deloZio il 24 apr 2007 12:56


stefano66m ha scritto
deloZio ha scritto
stefano66 ha scrittoPer il patron del Combal zero essere nei 50 ristoranti di questa classifica è più importante della seconda stella Michelin


Non direi proprio: i clienti consultano o fanno riferimento alla Guida Michelin, mica alle classifiche planetarie!


Per Davide Scabin questo riconoscimento deve essere stato particolarmente prestigioso per aver fatto questa puntualizzazione.



Io ci "leggo", più che altro, il suo orgoglio ferito: trovo indicativo il fatto non abbia dichiarato

Questo riconoscimento è per me più importante della MIA Stella Michelin

da stefano66m il 24 apr 2007 13:09


Il commento di Scabin serviva solo per dire che questo premio ha una certa valenza per chi viene menzionato.
Vissani dirà che è un premio inutile e la giuria è piena di incompetenti

da Fante il 24 apr 2007 13:59


stefano66m ha scrittoIl commento di Scabin serviva solo per dire che questo premio ha una certa valenza per chi viene menzionato.
Vissani dirà che è un premio inutile e la giuria è piena di incompetenti


Esatto.

Denigrare il riconoscimento solo perchè non si viene considerati secondo il proprio criterio è comprensibile ma è anche infantile e presuntuoso. Farsi un piccolo esame, no?

A' Fante. Fai clic sul link e controlla le classifiche degli anni precedenti. In questa graduatoria, l'Italia ha fatto passi da gigante. Il 2007 è l'anno migliore, da quando è stata creata la classifica di cui parliamo.

Bè, allora è anche peggio di quel che pensavo. Non solo siamo dietro a Inghilterra e Usa, ma abbiamo pure fatto passi da gigante.
Ma non ti viene il sospetto che ci sia qualcosa che forse non va?

L'esame di coscienza dovrebbe essere fatto anche da noi clienti. Il binomio è inscindibile. Se in Italia non si mangia poi così bene è anche colpa del cliente.

Ripeto: la tradizione, i piatti regionali, sono importanti. Ma non sarebbe ora di considerarli una lingua morta? Vogliamo discutere all'infinito su come si fa un buon pesto?

In Italia ha dominato così a lungo la tradizione che siamo già rimasti indietro. E questo mica lo dice il Fante. Già Veronelli citava quello che gli disse un francese "Voi da uve d'oro fate vini d'argento, noi da uve d'argento facciamo vini d'oro". E perchè? Perchè tanto il nostro vino era buono.
Marchesi ha rivoluzionato la nostra cucina ( anche se ora nasconde la mano ) perchè c'era bisogno di uscire dalle ricette di nonna Abelarda.

Non sarebbe il caso di rimettere in dicussione quello che sappiamo e filtrarlo, tenedo solo il meglio e ricominciando a crescere invece di darci confortanti pacche sulle spalle tra di noi, dicendoci maronn' quant siam bravi?

Miiiiiiiiii, che zanzarina che sono oggi

da ilForchetta il 24 apr 2007 14:05


No, Fante, non sono d'accordo.

Prima di tutto perché non trovo che la cucina e la ristorazione italiana siano così indietro come tu supponi.

Secondo, perché non trovo nulla di male nel riproporre le ricette della tradizione, magari rivisitate, magari no. Per il momento, si usa basilico migliore e più adatto per fare il pesto. Lo si dosa meglio e lo si accompagna a pasta migliore e via dicendo.

Terzo, perché, a differenza di tanti paesei come UK e USA, noi abbiamo una tradizione da proporre e quindi non ritengo necessario innovare per forza. Abbiamo una base, sfruttiamola. Qualcunoinnoverà altri miglioreranno.

Quarto, perché chi l'ha detto che se non siamo il paese in cima alle classifiche, allora c'é qualcosa da rivedere?

Quinto, chi l'ha detto che in Italia si mangia mediamente male? Tu vai in vacanza solo in Francia, ma prova ad andare altrove e mangiare in un ristorante medio, poi sappimi dire.

Sesto, così, solo per darti fastidio. 8)

da ilForchetta il 24 apr 2007 14:11


Rivista che vai, giudizio che trovi...

Cucina italiana perfetta. Anche se interpretata da chef americani.

Wine Spectator premia la cucina made in Italy


di Lucio Caputo*

New York. A pochi mesi di distanza dall’uscita dell’edizione di New York delle Guida Michelin, che aveva relegato in una posizione secondaria la cucina e i ristoranti italiani , e’ arrivata la rivincita.
Ed e’ arrivata con un risalto notevolissimo. Il Wine Spectator, la piu’ importante, diffusa e prestigiosa pubblicazione americana del settore eno-alimentare, ha praticamente dedicato il numero speciale del suo 30.mo anniversario, alla cucina ed ai ristoranti italiani. La “cover story” del giornale, che festeggia i suoi 30 anni di vita, e’ dedicata proprio alla nuova cucina italiana che secondo il Wine Spectator “ha raggiunto negli Stati Uniti nuovi livelli di perfezione”.
Presentata con grande rilievo in copertina, la copertura editoriale del giornale, con oltre 20 pagine e numerose foto a colori, si articola in varie sezioni nelle quali e’ illustrata l’evoluzione della cucina italiana dal 1970 ad oggi; e’ sottolineata la notevole presenza dei ristoranti italiani negli USA; sono elencati I migliori; sono presentati e intervistati gli chefs che hanno dato maggior risalto alla nuova cucina italiana ed SONO illustrate alcune delle ricette piu’ originali, accoppiate ad alcuni dei piu’ prestigiosi vini italiani. La sia pur indiretta risposta alla Michelin, e’ ancora piu’ significativa, secondo Lucio Caputo, presidente dell’Italian Wine & Food Institute, perche’ proviene dalla piu’ autorevole pubblicazione americana, che oltre tutto ha negli Stati Uniti, ma anche all’estero, una diffusione ed un prestigio senza confronti.
Per la realizzazione del servizio, Harvey Steinman, uno dei piu’ autorevoli giornalisti del Wine Spectator, ha intervistato i titolari di 34 dei piu’ noti ristoranti italiani dislocati in alcune delle piu’ grandi citta’ americane, dall’Atlantico al Pacifico, nei quali si trovano ora i grandi chefs americani che cucinano all’italiana secondo le regole della migliore e piu’ moderna cucina italiana, di seguito elencati:

Acquerello (San Francisco), Alto (New York), A16 (San Francisco), Angelini Osteria (Los Angeles), Arcodoro e Pomodoro Ristoranti Italiani (Dallas), Babbo (New York), Barolo Grill (Denver), Bartolotta Ristorante di Mare (Las Vegas), Cafe Juanita (Kirkland, WA), Campanile (Los Angeles), Casanova (Carmel, CA), Delfina (San Francisco), Del Posto (New York), Esca (New York), Felidia (New York), Frasca Food & Wine (Boulder, CO), Galileo da Roberto Donna (Washington), Il Buco (New York), Il Grano (Los Angeles), I Trulli (New York), La Terza (Los Angeles), L’Impero (New York), Lupa (New York), Maremma (New York, Olives (Charlestown), Oliveto (Oakland), Ombra (Atlantic City), Piero Selvaggio Valentino (Las Vegas), Quince (San Francisco), San Domenico (New York), Specchio (Atlantic City), Spiaggia (Chicago), Valentino (Santa Monica), Vetri Ristorante (Philadelphia).

Attualmente, i grandi chefs americani specializzati nella cucina italiana, stanno reinventando, secondo il Wine Spectator, lo stile della cucina italiana, avvicinandolo sempre piu’ all’essenza del gusto italiano. Alcuni si rifanno addirittura a tradizioni regionali italiane sconosciute alla stragrande maggioranza dei consumatori americani, come quella di condire gli strangolapreti (gnocchi di farina e patate del centro nord) con una salsa al guanciale (pomodori e fave), prevalentemente meridionale. Secondo l’autore del servizio, tutti gli chefs intervistati rappresentano una nuova generazione di americani che conoscono alla perfezione il concetto e gli ingredienti alla base della cucina italiana e sebbene non sempre riescano a riprodurre fedelmente i nuovi piatti che caratterizzano la cucina italiana esistente oggi in Italia, tuttavia essi puntano alla sua essenza, raggiungendo la semplicita’ ed estraendo l’infinita varieta’ di aromi e composizioni che da essi si possono ricavare.

Secondo Tony May, titolare del San Domenico Restaurant in New York, gli americani ora sono diventati molto piu’ sofisticati di quanto non fossero in passato in merito agli ingredienti della cucina italiana, quali il prosciutto di Parma e i tartufi bianchi del Piemonte, e sanno perfettamente cos’e’ la mozzarella di bufala e la bottarga, anche se quest’ultima la scrivono con una sola t.
Tutti i ristoranti italiani compresi nel servizio dispongono di lunghissime liste di vini italiani nei loro ristoranti. Secondo Piero Selvaggio, del ristorante Valentino di Santa Monica, la cui lista dei vini italiani viene definita “monumentale” comprendendo oltre 1.000 marche e denominazioni e avendo ricevuto in passato due “Grand Award-winning Italian restaurants” dal Wine Spectator, l’Italia e’ sicuramente al primo posto nelle esportazioni di vini negli USA anche grazie alla presenza negli Stati Uniti dei numerosi ristoranti italiani di grande prestigio che offrono tutti i vini italiani di migliore qualita’ alla loro clientela. Quasi tutti gli chefs, anche se nati negli Stati Uniti, hanno trascorso periodi di tempo piu’ o meno lunghi in Italia, lavorando nei migliori ristoranti italiani. Ma mentre gli chefs del passato basavano i loro menu’ sugli ingredienti reperibili in loco, gli attuali chefs sono in grado di utilizzare quanto hanno appreso in Italia per meglio adattarsi al gusto ed alle sensibilta’ degli americani ed usano prodotti originali italiani.

* presidente Italian Wine and Food Institute

da caneciccio il 24 apr 2007 14:16


Gioco, partita, incontro. 8)

Cave (ciccium)canem...
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