stefano66m ha scrittoCredo che il successo di un ristorante sia determinato dal livello di soddisfazione che riesce a dare al maggior numero di clienti, quei questionari che paiono inutili alla fine di una vacanza, se venissero fatti fare dai ristoratori alcuni si accorgerebbero del perchè non hanno il successo che si aspettano, i presuntuosi continuerebbero a dire che i clienti non capiscono un cazzo e loro sono dei fenomeni
Bob ha scritto[ se dici a un povero trattore che un suo piato non ti va,in genere si scusa ). Se lo dici a Pierangiolesi, te lo tira dietro e ti dice che non capisci un ca@@o.
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stefano66m ha scrittonon mi ha soddisfatto e se vengo guardato con spocchia mi girano anche le balle. Credo che lo chef abbia inventato un piatto che non mi piace, del resto mi posso dispiacere ma non è affar mio.
primus ha scrittostefano66m ha scrittonon mi ha soddisfatto e se vengo guardato con spocchia mi girano anche le balle. Credo che lo chef abbia inventato un piatto che non mi piace, del resto mi posso dispiacere ma non è affar mio.
No Ste, lascia stare e non ti accodare al coro di cazzate che spesso si leggono qui.
Nessuno ti guarda con spocchia se tu con eduazione e buon senso verso il lavoro altrui fai notare che il piatto non ti è piaciuto. Ti prego fammi degli esempi per non ci credo che qualcuno venga preso a padellate nei coglioni da qualche chef perchè non ha gradito la sua preparazione. Anzi al contrario di quanto dice Bob, è molto più probabile che ti insultino in trattoria che all'Hilton.
Poi, di clienti che meriterebbero padellate nei denti, il pollaio è pieno, ma se uno si comporta con rispetto ed in maniera civile, riceve pari trattamento. Poi l'eccezione che conferma la regola c'e' sempre, ma non così frequentemente come dite voi.
cisejazz ha scrittopero' bob, cosi' si sta generalizzando e non poco.
(e non ce l'ho con te, ma con tutto il discorso).
C'e' il trattore che si sente grande chef, e lo chef a cui non frega un bel nulla di quello che fa, c'e' il cuoco-divo e c'e' pure chi fa il proprio dovere per amore (e magari e' costretto ad abbandonare perche' di soldi non ce n'e', anche se bravo, bravissimo).
Ci saranno sempre entrambi i personaggi e ci saranno in ogni categoria.
d'accordo con stefano poi che dice: vado al ristorante per mangiare bene (dove bene significa anche trovare qualcosa che io a casa non mi cucinerei mai), ma non bisogna dimenticare che il gusto e' molto relativo.
Per cui se a me fa impazzire Leeman e a voi no, niente di male: io ci andro' e voi no. Che male c'e'?
non e' che abbiamo tutti lo stesso identico gusto... e se posso riconoscere la perfezione tecnica di una preparazione (cosi' come la perfezione nell'esecuzione di un brano musicale - per riprendere l'esempio della musica), puo' anche non piacermi! (non esiste un gusto musicale assoluto)
Se non mi piace Claudio Baglioni (seppur bravo, grande, ecc ecc), non andro' mai a un suo concerto mentre ci andranno altre duecentomila persone: io preferisco i Quintorigo, sconosciuti o quasi, ma molto piu' affini al mio modo di intendere la musica.
C'e' qualcosa di male? no.
Non andro' a vedere Claudio o forse ci andro' lo stesso, perche' comunque e' bravo e dei miei soldi (quando ci sono) ci faccio quello che voglio.
Ed e' questo il punto che forse si dimentica: vedo posti insulsi strapieni di gente, ma non mi chiedo piu' il perche'.... a me piace altro genere, ma non posso imporre ad altri il mio gusto e la mia sensibilita'.
E non e' il furor di popolo che fa lo chef bravo o meno....
Bob ha scrittostefano66m ha scrittoCredo che il successo di un ristorante sia determinato dal livello di soddisfazione che riesce a dare al maggior numero di clienti, quei questionari che paiono inutili alla fine di una vacanza, se venissero fatti fare dai ristoratori alcuni si accorgerebbero del perchè non hanno il successo che si aspettano, i presuntuosi continuerebbero a dire che i clienti non capiscono un cazzo e loro sono dei fenomeni
Stefano66m for president!!!
cisejazz ha scrittoCi saranno sempre entrambi i personaggi e ci saranno in ogni categoria.
d'accordo con stefano poi che dice: vado al ristorante per mangiare bene (dove bene significa anche trovare qualcosa che io a casa non mi cucinerei mai), ma non bisogna dimenticare che il gusto e' molto relativo.
cisejazz ha scrittonon mi trovo d'accordo col vostro discorso per un semplice motivo: se a me piace cucinare vegetali, non mi adatto al fatto che la maggior parte della gente vuol mangiare ciccia, cucino vegetali e basta.
Se a qualcuno non interessa mangiare vegetali, andra' a mangiare in un altro posto dove si cucina ciccia.
Il tipo di cucina che faccio decide pure il tipo di clientela che avro'.
Se apro solo per denaro, allora sta bene il vostro discorso, ma se cucino per amore, comunque cucino quello che amo, non cio' che non mangerei mai, non trovate?
Altrimenti, appunto, sono solo un imprenditore, come tanti altri.
Penso che Bob non consiglierebbe mai ad un suo cliente di arredare un certo locale in un modo che a lui non piace: se il cliente vuole un certo tipo di arredamento, ma lui non pensa che sia l'arredamento giusto, gli dira' "mi scusi, ma ritengo che cosi' sarebbe meglio" Poi il cliente decidera' se accettare il consiglio di bob o cambiare architetto, giusto?
Quindi direi che non e' proprio il caso che il ristoratore cambi genere di cucina in base alle esigenze della clientela, ma che la clientela cambi in base alla cucina che viene proposta.
E' chiaro che se uno cucina male, cucina male a prescindere....
Poi... per il discorso del gusto.... se per me una cosa e' troppo salata perche' sono abituata a mangiare scipito, chiaro che diro' al ristoratore "troppo sale!" ma se il ristoratore diminuisse la quantita' di sale, potrebbe arrivare un altro e dire: "questo risotto manca di sale" e allora che fa? riadatta tutto solo per far contento questo o quello?
No, no: credo che se tu fai un tipo di cucina, chi viene a mangiare da te sa cosa aspettarsi, altrimenti cambia locale.
Non pensate che sia cosi'?
cisejazz ha scrittostefano mi spiace ma continuo a non essere d'accordo: altrimenti divento un rivenditore non un cuoco. Persino nelle agenzie di viaggi o nei negozi di vestiti si sceglie una linea da vendere. Se vendi costa perche' ti trovi bene o perche' credi in quel prodotto, puoi avere il catalogo msc esposto, ma proporrai sempre e comunque (spingerai la vendita) di costa crociere.
Idem se sei un negozio di abbigliamenti, avrai magari la linea di Gucci, ma se preferisci Missoni, chiaro che troverai ottocento vestiti firmati missoni e uno o due di gucci.
E stiamo parlando di categorie che nn ci mettono molto di loro quando propongono qualcosa... figuriamoci uno chef che crede in quello che fa.
cisejazz ha scrittoPenso che Bob non consiglierebbe mai ad un suo cliente di arredare un certo locale in un modo che a lui non piace: se il cliente vuole un certo tipo di arredamento, ma lui non pensa che sia l'arredamento giusto, gli dira' "mi scusi, ma ritengo che cosi' sarebbe meglio" Poi il cliente decidera' se accettare il consiglio di bob o cambiare architetto, giusto?
cisejazz ha scrittoQuindi direi che non e' proprio il caso che il ristoratore cambi genere di cucina in base alle esigenze della clientela, ma che la clientela cambi in base alla cucina che viene proposta.
cisejazz ha scritto vedo posti insulsi strapieni di gente, ma non mi chiedo piu' il perche'.... a me piace altro genere, ma non posso imporre ad altri il mio gusto e la mia sensibilita'.