bruno125 ha scrittoVissani come tanti, come troppi purtroppo, è entrato nella giostra: quella della televisione.
Ricordo Lucia Gius al Maso Cantanghel di Civezzano: s'era preso troppa familiarità, il tu etc...
Lei l'ha freddato subito: "no ghavem mai magnà la mosa insema".
Il Trentino ha ancora vene sotterranee austro-ungariche...

P.s. (per la traduzione, chiedete pure)

lo pensavo anche io, sono andata prevenuta, pensando di entrare nel circo di cui sopra. Sapevo che avrei mangiato bene ma essendo una che se le metti davanti pane e salame è felice lo stesso, la cosa non ha creato in me alcuna aspettativa positiva. Anzi, ero pronta a scommettere che alzandomi avrei pensato: "si si, tutto buonissimo, ma...."

Non c'è stato un ma. E' stato emozionante. Non solo il cibo di cui non sono un'intenditrice. E' stato emozionante entrare e vedere certe statue di legno chiaro che sembrano guardiani messi lì a sorvegliare il salotto. I divani bianchi, le librerie, i dischi in vinile, il rumore dei passi sopra le travi di rovere sbiancato, l'atmosfera elegante ma molto calda, confidenziale, lo scorcio della cucina con le pentole di rame appese al muro, la fumeria, il the e le tisane riposte in ordine dentro certi cassettini, la distilleria, il pianoforte a coda, i sigari, il paesaggio fuori.
A un certo punto ti senti a casa tua. Per qualche misterioso motivo sei seduto lì e pensi di appartenere a qualcosa di più grande.