Trattazione delle tematiche generali sulla ristorazione.
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da Fante il 25 mag 2009 15:18


Ma la Beckham mangia? Cibo, intendo....

da stefanbo il 25 mag 2009 17:17


No non mangia, ma Pierangelini serve per dargli la passatina (ma senza ceci nè gamberi... :lol: :lol: :lol:

da nebbiolo75 il 25 mag 2009 18:00


scogghi ha scrittoAggiornamenti

Udite udite..... nominata anche gumbo :lol: :lol:


puoi mettere lo scritto per intero che non va il link? thks

E' difficile dar da mangiare alla gente che non ha fame

da primus il 25 mag 2009 18:21


stefanbo ha scrittoNo non mangia, ma Pierangelini serve per dargli la passatina (ma senza ceci nè gamberi... :lol: :lol: :lol:


con la mole che ha Pierangelini, la spacca in due appena la tocca :lol:

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da stefanbo il 25 mag 2009 18:23


Proprio vero un quintale sicuramente abbondante contro pochi etti (e quei pochi etti sono al 95% di davanzale :lol: :lol: )

da primus il 25 mag 2009 18:26


stefanbo ha scrittoProprio vero un quintale sicuramente abbondante contro pochi etti (e quei pochi etti sono al 95% di davanzale PREFABBRICATO)


:lol:

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da scogghi il 25 mag 2009 22:53


nebbiolo75 ha scritto
scogghi ha scrittoAggiornamenti

Udite udite..... nominata anche gumbo :lol: :lol:


puoi mettere lo scritto per intero che non va il link? thks


Eccoti accontentato :wink:

Il pianto del Gambero
Lacrime web dopo la chiusura del ristorante-simbolo di Pierangelini. Il dolore dei fan (famosi e no) invade i blog italiani: «È stato un rivoluzionario. Lui il Baggio dei fornelli»
Capita anche ai rivoluzionari - ­gli eroi tutti giovani e tutti belli - ­di andarsene, di scappare, insom­ma di fuggire, e pure di morire o lasciarsi morire. Alla fine un risto­rante che chiude perché lo chef che l’ha creato se ne va non è mol­to diverso da Friends arrivato al­l’ultima puntata, Harry Potter al­l’ultimo libro, o da Batistuta che va alla Roma; e ci si sente tutti un po’ svuotati, traditi, persino dispe­rati se a lasciarti è David Foster Wallace che si suicida un giorno di settembre. Allo stesso modo, co­sì si sente l’appassionato di fronte alla chiusura del Gambero Rosso, col cuoco rivoluzionario Fulvio Pierangelini che lascia San Vincen­zo e si mette a fare il consulente.

DELUSIONE SUI BLOG - Il blog di Stefano Bonilli, uno dei fondatori dell’altro Gambero Rosso - la rivista oggi di proprietà di Class - raccoglie lo smarrimen­to di chi è arrivato all’ultima pagi­na e vorrebbe leggerne altre dieci, cento, mille. A partire dal giornali­sta, che conosce bene Pierangeli­ni; «mi spiace perché ogni giorno che passa la storia diventa più ve­ra e il Gambero Rosso è stato un pezzo importante della mia vita e il fatto che possa chiudere mi dà un autentico dolore che va oltre la vicenda di un ristorante». Seguono commenti gonfi d’amarezza. Dice Ilaria, drammati­ca: «È una tragedia. Sto pensando di andarlo a trovare, rapirlo e ri­portarlo a San Vincenzo. Le mie vacanze estive le passo lì e non po­trei vivere senza Pierangelini al­meno una volta l’anno. Vi prego ditegli qualcosa!». Scrive Gumbo Chicken, speranzosa: «Pierangeli­ni è il mio cuoco preferito e il suo ristorante l’unico in cui io mi so­no trovata veramente bene per tutto. È ovvio che mi dispiacereb­be molto perdere il mio rifugio, però capita che i ristoranti - an­che i migliori - chiudano. Almeno la cuochità, un grande cuoco ce l’ha dentro e, ok, se si sposta, sarà diverso, ma è sempre la sua cuci­na. Vuol dire che noi fan lo inse­guiremo ». Psicanalizza Gibo: «Sa­rei molto dispiaciuto se il Gambe­ro Rosso chiudesse, ho avuto oc­casione negli anni di apprezzare la cucina e le capacità del cuoco, che, tra l’altro, nelle ultime occa­sioni mi era parso capace di supe­rare la sua timidezza e di essere più disponibile in sala». Racconta un altro, Fabrizio Provera, folgora­to: «Io ci sono stato a cena solo due volte, due tappe che hanno se­gnato per sempre la mia vita di 35enne gourmet. E in entrambi (Fulvio e sua moglie Emanuela, ndr) ho trovato una coppia di per­sone squisite, cortesi e dal grande calore umano, anche verso perfet­ti sconosciuti come il sottoscritto. Posso immaginare che chi come Stefano Bonilli vanta un legame di decenni possa provare dolore. È naturale, è scontato».

ANCHE I GAMBERI PIANGONO - Insomma, anche i Gamberi pian­gono. E pure l’altro Gambero Ros­so è in lacrime. «Sono un amico di Fulvio, ci conosciamo da trent’an­ni », dice il direttore della rivista, Daniele Cernilli. «Mi dispiace che la cosa stia andando così, Fulvio è stato un faro e uno dei principali supporter dei vini di Bolgheri, Sas­sicaia, Ornellaia, facendo diventa­re via Bolgherese la Montenapoleo­ne dei vini. Nel suo ristorante as­saggiai in anteprima, nell’estate del 1987, un Sassicaia 85, che poi vinse tutti i concorsi internaziona­li, battendo anche i francesi». La sua è stata una rivoluzione, una ri­voluzione culturale. «Sì, perché non era una cosa normale che, ne­gli anni Ottanta, un giovane roma­no laureato in scienze politiche e una milanese aprissero un risto­rante. Gualtiero Marchesi era uno del mestiere, mentre Fulvio veni­va da tutt’altra tradizione, così co­me Emanuela. Sono stati degli an­tesignani, hanno dato dignità a un mestiere, quello di cuoco, che pri­ma non ce l’aveva; era considerata una cosa da operai, da classe lavo­ratrice. Prima non si faceva satira sulla cucina, non si finiva su Stri­scia la Notizia, oggi sì».

RIVOLUZIONE CULTURALE - Rivoluzione culturale, ma an­che enogastronomica: «Quella di Fulvio è cucina d’autore, non mo­lecolare o fusion o nouvelle cuisi­ne, che è morta; è un po’ come nel­­l’arte, il cubismo non è l’unica for­ma di arte astratta. La sua cucina si basa sulla valorizzazione dei prodotti del territorio, ma non so­lo, anche sulla profonda cono­scenza delle materie prime. Ma c’è un altro aspetto fondamenta­le: l’attenzione molto forte di Ful­vio per i vini, di cui è grande in­tenditore. Ha fatto conoscere vini di grande qualità e prezzi notevoli mettendo un ricarico onesto sulle bottiglie». Praticamente un divulgatore. «Una coppia, un team di lavoro formidabile. Mi dispiace che stia finendo così. Insomma, anche l’al­tro Gambero è molto triste». Svuotati, traditi, perfino dispe­rati. Perché, come scrive Arturo su un altro blog, «a prescindere da come andrà a finire questa vi­cenda, lodi al signor Fulvio, gran­de fuoriclasse della cucina, lui è e sarà per sempre il Baggio dei for­nelli, quello che non si riesce a ca­talogare in un solo ambito, quello che sparisce di colpo per riappari­re più smagliante di prima, il fan­tasista, l’anarchico, il numero die­ci ». Quello che se ne va, e ti lascia un po’ così. Con l’imitazione di una passatina di ceci e gamberi.

Il pesce in mare e la padella sul fuoco.....

da gumbo il 26 mag 2009 00:05


Ehi mi quotate in grassetto dal resto del web? Quello che scrivo qui non vi basta? :lol:
Vorrei far presente che rispetto al mio commento originale hanno tagliato qualcosa:

"Ma al Corriere che razza di articolo scemo hanno scritto?"

"(...capita che i ristoranti chiudano) per un milione di motivi diversi che tra l'altro gli spettegolatori locali e i curiosi e le spie di passaggio non necessariamente conoscono esattamente - ma sono convinti di sì."

"per adesso...uff...quante chiacchiere! Se la dichiarazione ufficiale era ed è "non si sa", non è il caso di cominciare con i coccodrilli eddddai!"

Cavolo, erano o non erano classicamente gumbici?
:mrgreen:

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