da Bob il 31 gen 2008 12:50
Forchetta, ho scritto a primus in privato le stesse cose in merito all'altra ipotetica tavolata, (nell'intento di non appalllare oltre il forum ), ma vedo che il dicorso continua comunque, e mi ci rificco....
Primus, la storia del maglione rosso o verde è esattamente la stessa cosa; in questo momento prendere quello verde mi fa perdere tempo, non ho scale sufficienti per andare sugli scaffali, quindi, caro cliente, ti sarei grato se prendessi un maglione rosso, che si trova dove posso prenderlo allungando una mano.
Eh no. Il cliente può anche capire (tornando ai risotti), ma non perchè è "intelligente" riguardo alle problematiche di cucina, bensì perchè è tanto intelligente da capire che non vale la pena guastarsi la serata per tre risotti: abbozza, si dimostra tollerante, paga, e, se può, ti mette 4 al servizio. Io, a occhio e croce, farei così. E mi metto quindi tra i clienti rompiballe, vero? Passando, di stretta conseguenza, a chefalfio.....è verissimo che ci sono tavolate che, in quindici, mangiano un pasto per tre ( così per inciso, io, almeno, sostengo la liceità del coperto), ma è altrettanto vero che spesso questa scelta è una diretta conseguenza di prezzi assurdi (non mi sto riferendo a te, neppure ci sono -ancora- stato, nel tuo ristorante). Mi ricordo ancora quando il primo costava circa la metà del secondo. Oggi, costa uguale: nel senso che, se il secondo è aumentato di tre volte, il primo lo ha fatto di sei.
Ora, l'atteggiamento del tipo "io offro queste cose e non altre, quindi, se vuoi le stesse cose vieni da me, altrimenti vai da altri" è più che lecito, e, in una certa qual misura, è anche indice di serietà professionale.
Ma lo è laddove ci si rifiuta di fare qualcosa che si sa di non essere capaci di fare (o di non avere la possibilità di fare: non posso farti gli scampi se non li ho nel frigo). Altrimenti, è una scelta di comodo: a volte opportuna, ma sempre di comodo.
Io vado a mangiare da uno che ha scelto di fare il ristoratore (ci torno sempre sopra, eh?) e non il cuoco. Quindi, nei suoi compiti e doveri, c'è quello di stare dietro alla clientela. Può cercare di scegliersela, ma non può fare dei distinguo troppo netti, perchè verrebbe meno anche eticamente ( se la parola non è troppo grossa) al concetto stesso di ristoratore. Chi vuole solo occuparsi della cucina, cerchi di fare il cuoco in qualche grosso albergo a 18 stelle. Chi vuole fare il ristoratore, ristori . Detto questo, io ho fatto spesso il discorso di primus e chefalfio con molti miei clienti, dicendo loro che IO sapevo quello che andava fatto, e non LORO. Ero disposto a fargli il risotto, ma a modo mio (che era quello giiusto). Ora però non mi lamento di averne pochi, sono quelli che mi sono rimasti. Mi lamento di essere stato tanto bamba da essermeli persi per strada.
"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"