inappetente ha scritto... le soluzioni sono molteplici e facilmente perseguibili :
- Ci si iscrive ad una facoltà di Medicina e dopo un breve corso di studi di 6 anni si è belle che pronti ad affrontare il problema di aprire un locale
- Si assumono camerieri laureati in Scienze Biologiche e , magari , specializzati in microbiologia medica . In giro so che qualcuno c'è che sta cercando lavoro . Tanto anche quelli non c'è bisogno di pagarli tanto . Meglio se indiani , sono quelli che hanno meno balle e conoscono anche un sacco di lingue
- Si accettano solo clienti senza patologie in atto o conclamate .
- Eventualmnete , per facilitare il compito dell'esercente , si richiede all'atto dell'assise al proprio posto di combattim ... ahem ... tavolo un certificato di sana e robusta costituzione rilasciato in carta intestata dall'ASL di appartenenza oppure , perlomeno , la cartella clinica che attesta la mancanza di intolleranze alimentari
- Penultima ipotresi , ma meno praticabile , dotarsi dell'elenco degli allergeni rilasciato dalla comunità europea , lo si allega al menu dopo aver scomposto gli ingredienti delle preparazioni lasciando al cliente l'onere della sovrapposizione dei componenti stessi per la verifica di eventuali elementi di perturbazione fisiologica personale
- Ultima ipotesi , aprire un locale/rifugio sulle Tre Cime di Lavaredo o sulla cima del Sella ( non so se ci siete mai stati) . Chi ci arriva vivo , sarà senz'altro sano ed avrà una fame della Madonna , per cui non andrà tanto per il sottile e mangia qualsiasi cosa gli proponete . Se morirà cadendo in un dirupo , mica verranno a vedere cosa gli avete dato da mangiare ...
nebbiolo75 ha scritto... si , manca la faccina o qualche altro emoticon . Perchè oggi fare il ristoratore ha moltiplicato le difficoltà relative agli aspetti igienico sanitari rispetto al passato . Con il Regolamento CE 852 e 854 che cercavano di regolamentarne gli aspetti igienici , si è solo creato confusione e non cultura a riguardo , complicando cose che erano semplici dal punto di vista empirico o del buon senso . Sì , il mio era un tentativo di "riso amaro" , nonb volevo certo irridere alla tragedia famigliare che ha colpito quel povero ragazzo . E'come l'esempio dei medici ed infermieri al pronto soccorso ... delle tragedie ci si fa quasi l'abitudine . Professionalmente mi occupo di questi argomenti , ecco perchè ci scherzo sopra...inappetente ha scritto... le soluzioni sono molteplici e facilmente perseguibili :
- Ci si iscrive ad una facoltà di Medicina e dopo un breve corso di studi di 6 anni si è belle che pronti ad affrontare il problema di aprire un locale
- Si assumono camerieri laureati in Scienze Biologiche e , magari , specializzati in microbiologia medica . In giro so che qualcuno c'è che sta cercando lavoro . Tanto anche quelli non c'è bisogno di pagarli tanto . Meglio se indiani , sono quelli che hanno meno balle e conoscono anche un sacco di lingue
- Si accettano solo clienti senza patologie in atto o conclamate .
- Eventualmnete , per facilitare il compito dell'esercente , si richiede all'atto dell'assise al proprio posto di combattim ... ahem ... tavolo un certificato di sana e robusta costituzione rilasciato in carta intestata dall'ASL di appartenenza oppure , perlomeno , la cartella clinica che attesta la mancanza di intolleranze alimentari
- Penultima ipotresi , ma meno praticabile , dotarsi dell'elenco degli allergeni rilasciato dalla comunità europea , lo si allega al menu dopo aver scomposto gli ingredienti delle preparazioni lasciando al cliente l'onere della sovrapposizione dei componenti stessi per la verifica di eventuali elementi di perturbazione fisiologica personale
- Ultima ipotesi , aprire un locale/rifugio sulle Tre Cime di Lavaredo o sulla cima del Sella ( non so se ci siete mai stati) . Chi ci arriva vivo , sarà senz'altro sano ed avrà una fame della Madonna , per cui non andrà tanto per il sottile e mangia qualsiasi cosa gli proponete . Se morirà cadendo in un dirupo , mica verranno a vedere cosa gli avete dato da mangiare ...
Spero che manchi solo la faccina sorridente perché se fossero serie mi viene da piangere. E poi comunque c'è poco da ridere.
Nel caso specifico la famiglia aveva segnalato le patologie del figlio tanto che il menù era stato concordato fra le parti. Nel menù però il dolce era stato aggiunto a penna successivamente e giustamente sia il ragazzo che i genitori hanno chiesto lumi a tal proposito. Sono stati rassicurati dalla risposta e quindi il ragazzo ha mangiato quel gelato con i biscotti. Non credo ci sia altro da aggiungere se non la schifezza del comportamento del locale che va pure a spedirgli il conto...
fulvia ha scrittoNoi abbiamo chiaramente indicato nel menù di segnalare eventuali intolleranze o allergie alimentari..... perchè sono decisamente da distinguere a seconda del grado: mi spiego....sempre più spesso mi vengono riferite intolleranze più strane: dall'intolleranza all'aceto delle cipolline borettane di un contorno ( e poi li vedo bere vino...) all'intolleranza ai lieviti del pane ( e poi si abboffano di grissini anche se gli hai spiegato che c'è anche in quelli!) per cui io mi limito ad enunciare tutti gli ingredienti di un piatto e sconsigliare questo o quel piatto e proporre alternative.
Poi ci sono le allergie vere e proprie, e quelle sono importanti perchè non ti limiti ad uno squaraus ma se vieni in contatto con l'allergene vai in shock anafilattico e ci puoi lasciare anche le penne!!!! La celiachia la teniamo abbastanza in considerazione con pane apposito, paste dedicate e 1 o a volte 2 dolci mangiabili da chi ha questo tipo di problema....anche se faccio sempre presente che COMUNQUE non avendo un laboratorio dedicato completamente GLUTEN FREE le contaminazioni ci possono essere.
Onestamente una morte di un celiaco in seguito alla somministrazione di derivati della farina mi coglie di sorpresa.....