Trattazione delle tematiche generali sulla ristorazione.
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Foeniculum vulgare

da silbusin il 22 ott 2005 15:22


Come diceva il buon wineless "pecchè ai deto che il finocio sa d'ha poco?" (ritornava da una cena a Borgarello, mi riferiva).

Il finocchio, dal latino foeniculum: piccolo fieno è detto anche anito, erba buona, madaro, scartoccino, ed è una pianta erbacea perenne della famiglia delle ombrellifere, specie foeniculum vulgare, presente in tutto il bacino del Mediterraneo. Contiene tracce di un olio essenziale costituito in prevalenza da fenolo ed estragolo. Ha sapore lontano di anice.
Il finocchio che troviamo in commercio è di due tipi: la sottospecie foeniculum capillaceum sativum da cui si traggono i "semi di finocchio", molto aromatici e adoperati nella preparazione di vivande e liquori. La sottospecie foeniculum capillaceum azoricum è quella che si adopera cruda o cotta.

E' un ortaggio scadente dal punto di vista nutrizionale: è composto dal 94-95% di acqua, l'altra parte da fibre indigeribili. Su 100 grammi di prodotto fresco si trovano circa un grammo di zuccheri e un grammo di proteine vegetali (irrilevanti le tracce di lipidi) per cui mangiando un etto di finocchio crudo non condito si assumono non più di 8 calorie. Viene infatti ampiamente adoperato per le diete visto che riempie senza dare introito calorico significativo.
L'unica precauzione è che contiene (come tutti i vegetali) un buona quantità di sodio e potassio (in 100 grammi di prodotto vi sono 350 mg di sodio e 800 mg di potassio): se ne deve tenere conto negli ipertesi e in chi assume farmaci particolari.
Con la cottura disperde anche quei pochi elementi nutritivi che possiede: il finocchio bollito è un alimento paragonabile appunto al fieno. :P
(Notizie tratte da alcuni testi di dietologia)

E' poco impiegato nella cucina di classe per la sua durezza alla masticazione da crudo e "perchè emana il suo sapore solo in pezzi grossi e servito a crudo.... se tagliato in fette sottili dà solo consistenza e umidità alla preparazione" (Dizionario di cucina di R. Gelsi).

Il termine "infinocchiare" deriva dal metodo "...orpellargli una cosa in maniera, ch'ei non conosca quello che è, come fanno talora gli osti, che usano aspergere di semi di finocchio le vivande per far sì che le stesse sembrino migliori e i loro vini di grande aspetto".
Notizie tratte da Vocabolario Etimologico di Ottorino Pianigiani, Ed. 1907, volume di mia proprietà. :roll:

Quindi non il finocchio azoricum, ma i ben più saporiti semi di finocchio.
Adry mi devi un caffè. :D :D :D :D

da wineless il 22 ott 2005 18:43


Immagine

Adry =^_^=


alla fine sempre di pastasciutta si tratta

da kinggeorge il 22 ott 2005 19:40


si informa la gentile utenza che l'aeromobile WineLess è precipitata al suolo, disintegrandosi...

:roll:

... Stella Stellina, la notte si avvicina ...
P.S.: "tu sei il solito facinoroso: un po' diplomatico un po' sovversivo" - wineless, 23/05/2005

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