Allego due rcensioni da altro sito
Enoteca Pinchiorri
Firenze
Data recensione : dicembre 2001
Se ne dicono tante di questo locale.
Storie di cene con conti a 7/8 cifre, di vini dai ricarichi pazzeschi, di cibi esaltanti per alcuni e deludenti per altri.
Una cosa è certa, l'essere fra i primi per così tanti anni deve scaturire da solide basi di professionalità. Questa recensione, se mai ve ne fosse stato bisogno, ne è una conferma.
Provato lunedì 17 dicembre.
Cena sociale di Arcigola Firenze, 100 coperti circa.
L'ambiente è notevole, da sempre. Siedo in una sala satellite con un unico tavolo da 14 coperti, tovagliato di Fiandra, porcellane personalizzate, bicchieri Riedel, argenteria di ottima finitura. In un angolo della sala un enorme mazzo di lilium.
Subito l'impressione che il forte odore possa disturbare.
Scopriremo poi che in realtà sono i bouquet sul tavolo ad infastidire, e saranno allontanati. In attesa dell'arrivo di tutti i commensali ci viene versato una flute di Champagne Legras blanc de blanc (selezione Enoteca Pinchiorri), molto buono.
Arrivano dei minuscoli appetizer, piccoli crostini di fegato, piccoli panini al salmone, piccoli crostini al baccalà. Deliziosi.
Si aprono le danze: - Filetto di sogliola con cipolla ramata al cartoccio, salsa di mandarino e vaniglia. Sarà questo l'unico piatto ''incerto'' della serata, un leggero squilibrio fra i sapori non convince del tutto. - Rombo farcito di lardo e pomodori secchi con cavolfiore rosolato e salsa al fegato grasso. Forse il pezzo migliore della serata, un filettino di rombo fritto stile tempura, croccante e caldissimo, con nel cuore un morbidissimo pomodorino secco insaporito da un lardo speziato, il tutto su di una leggera purea di cavolfiore.
Poche gocce di salsa a legare il tutto. Eccellente. - Astice con purea di sedano rapa, mele cotogne e salsa al vino rosso. Una chela croccante, una leggera salsettina di sedano ed una pallina di mela cotogna al dente. Molto buono. - Ravioli di patate e porri con salsiccia d'agnello, fagioli e pistacchi al sale. Straordinario connubio di sapori. Delicato il ripieno di patate, insolito ma perfetto il ragu d'agnello, croccanti i pistacchi. Grandi sensazioni. - Piccione arrosto, verza stufata con pancetta, polenta al ginepro e salsa al tartufo. Portare alla bocca un pezzo del piccione cucinato dai Pinchiorri suscita in me due distinte sensazioni. La prima, iniziale, è un moto di riluttanza nell'ingerire una carne cosi poco cotta. La seconda, immediatamente successiva alla prima, è l'apprezzare una morbidezza del tutto inusuale che assieme agli altri sapori del piatto ne fanno il secondo di carne piu rappresentativo di questo locale.
Risultato finale, due piccoli ossicini rimasti da soli sul bianco del piatto tirato a lucido da una maliziosa ''scarpetta''. - Gnocco fritto di ricotta e cavolo nero all'aglio con fonduta di parmigiano.
SE pensate ad un modo diverso di servire del cacio a fine pasto, questo potrebbe essere un esempio di alta scuola.
Un panzerotto di pasta fritta (la frittura è molto presente in questa cucina, ma in un modo che denota leggerezza e sapienza) farcito di ricotta al cavolo nero con poca ma ottima salsa al parmigiano e scaglie di tartufo bianco (definito di Alba, ma per me sicuramente di molto piu vicino a a Firenze).
Piatto piacevole, diverso. - Budino di nocciole tostate con biscotto croccante al miele e cioccolato fondente. Il budino era buono, ma il biscotto strepitoso. - Piccola pasticceria. Piccolissima, ma troppo poca. Il pane lo si poteva scegliere fra un ricco assortimento di una bel cesto, delizioso quello al cavolo nero, molto ruffiano quello alla zucca gialla. Dalla monumentale cantina ci è stato versato (senza risparmio alcuno, con tutti i rabbocchi che si riteneva di poter gustare): - Mersault 1998 Cache-Dury - Richeburg 1993 Jean Gras - Chateau Latour 1983 (in magnum) - Chateau Raymond Lafon 1986 (in magnum) e solo per questo tavolo, Chateau D'Yquem 1990. Non sò quanti siano i locali che possono portare 14 camerieri nella stessa sala per scoperchiare la cloche del secondo all'unisono. Qui succede.
E con una naturalezza che ti induce nell'errore del crederlo normale.
Abituato a trovare il pelo nell'uovo, qui sono rimasto piacevolmente colpito del come tutto appaia perfetto.
Bagni ineccepibili, particolari curati nei minimi dettagli. Insomma una macchina ben oleata che funziona alla perfezione.
Difficile non postare una recensione positiva, specie con un rapporto qualità prezzo inusuale. 125€ a persona, che a saper ben leggere coprono a mala pena il vino bevuto senza risparmio.
Sarà un prezzo politico, ad hoc per la serata, ma non si può non rimanerne ammaliati.
Enoteca Pinchiorri
Firenze
Data recensione : 12/2002
Cena sociale della Condotta Fiorentina di Slowfood. Giovedi 12 dicembre.
Come ogni anno eccoci a salutare i soci della Condotta Fiorentina con la cena dai Pinchiorri. Piacere condiviso con circa 90 persone.
Per me è la quinta volta, in otto anni, e ancora ricordo la bella impressione dello scorso anno e di alcuni precedenti. Anche se questa volta, la mia, sarà diversa.
Abbiamo assaggiato:
- Spiedino di pollo e gamberoni con purea di cavolfiore e crema di patate al basilico. Era il piatto di benvenuto. Buonina la crema, ma non legava affatto con il resto. Criticabile il modo di servire il tutto, una tazza di crema appoggiata su un piatto da dessert, con accanto alla base della tazza la crema di cavolo e lo spiedino (??).
- Astice rosolato alla frutta secca con mousse di baccala, zucca gialla e amaretti. Piatto delizioso, questo. Un perfetto equilibrio di sapori, tutto giocato sui contrasti fra sapidità e dolcezza, veramente di altissimo livello.
- Filetto di orata avvolto in pasta di pane, farcita di carciofi, purea di patate dolci all'aglio. Molto buono, cottura perfetta, croccante la pasta e morbidissimo il filetto.
- Garganelli con granchio e zafferano in crema di broccoli. Odio i garganelli (e le farfalle) e quindi forse non sono sereno nel giudizio, ma non mi è piaciuto affatto, eccezion fatta per la sola crema di broccoli.
- Risotto al pomodoro con ''bocconcini del prete'' trifolati e salsa di fegatini di pollo alla Toscana. Un piatto che mi aspetterei di mangiare in un ristorante tipico, non certo all'Enoteca. Non mi ha dato nessuna emozione, quasi banale.
- Agnello in crosta con topinambur e carote al rosmarino. Buonissimo. Pensate ad una sala con un unico tavolo di 14 commensali, 16 camerieri che entrano ognuno con un piatto incoperchiato, all'unisono lo pongono davanti al cliente per poi levare la cloche in perfetta sincronia mentre gli altri due spiegano il piatto. Forse questa è una delle cose che si possono davvero invidiare all'Enoteca. Il piatto era perfetto.
- Selezione di formaggi italiani (Fossa con composta di anguria invernale, Blu di pecora con marmellata di fichi, Bagoss estivo con miele di ciliegio, Toma del Mustral con spuma di cipolle dolci) fra cui spiccava per qualità il Grana Bresciano.
- Dessert composto di: Mousse al cioccolato bianco (non capisco come si possa usare cioccolato bianco in un locale di questo livello, veramente criticabile anche il risultato), Sorbetto al mandarino (delizioso), Crostatina di mele (ho capito che erano mele leggendo il menù, sic!).
- Piccola pasticceria molto buona, fra cui spiccavano dei deliziosi biscottini di Prato glassati.
Dalla cantina (e vi assicuro che questo è il principale motivo che mi spinge qui ogni anno):
- Champagne Legras 1995 Cuvée Presidence (selezione Enoteca Pinchiorri), delizioso come pochi, servito copiosamente, penso di averne bevuto una mezza boccia da solo
)
- Corton Charlemagne Grand Cru 1999, Tollot-Beaut , pur giovanissimo ha una acidità smorzatissima e si lega benissimo con i piatti serviti.
- Chambertin Grand Cru 1996, Domaine Trapet, qui siamo a livelli altissimi, bouquet entusiasmante, chissa come sarà fra una quindicina di anni...
- Chateau Pichon Lalande 1986, Pauillac Grand Cru Classé, taglio classico, austero e possente, con una certa differenza fra una bottiglia ed un altra, grande.
- Chateau d'Yquem 1996, Premier Grand Cru Classé, anche questo servito senza risparmio, e mi è toccato sacrificarmi
)), impeccabile, come te lo aspetti.
Fuori lista, prima del sauternes, Giorgio Pinchiorri ha voluto farci assaggiare un vino ''coperto''. Era il nuovo 100 punti di Parker in Borgogna (insolita votazione, dato il personaggio). Un Vosne Romaneé Les Beaux Monts 1996 di Leroy. Amo i bianchi di Leroy, ma questo rosso da100 punti... mah!! Le guide !!
Alla domanda ''quale è la bottiglia più vecchia che avete in cantina ?" (la cui importanza è riconosciuta a livello mondiale), ci è stato risposto con "un attimo, chiediamo al signor Giorgio". Di li a poco un cameriere ha fatto il giro del tavolo tenendo in braccio due bottiglie (con la stessa cura con cui si terrebbe in mano un infante, ed a ragione), un Yquem del 1896 perfettamente conservato con l'etichetta appena ingiallita, ed un Mouton del 1870 con una vecchissima etichetta perfettamente conservata. Bottiglie più vecchie di queste sono nell'enoteca in Giappone, potenza dello Yen.
Questa volta la cucina mi ha emozionato assai meno dello scorso anno, con picchi di assoluta eccellenza e banalità che non mi sarei aspettato.
Il sapere che il locale chiude per tre mesi per una profonda ristrutturazione dell'immobile, non può essere un alibi. Insomma un Enoteca un attimo rilassata?
Al solito, i vini serviti bastano da soli a giustificare il prezzo (fissato in 150 euro), e a ben guardare valgono il viaggio.
Anche se a ristorante ci si viene per mangiare, principalmente.
Nicola74 impara. che se sei brave ti faccio le cime di repa