<Alla Barceloneta, in calle Ginebra, c’è il Cheriff, per molti la miglior paella della città>. Così mi scriveva un caro amico e collega di Barcellona, aggiungendo di seguito: <Ma stai attento a non farti fregare, che sono furbissimi!>.
Così sabato 19 febbraio, armati di indicazioni e buoni consigli, prendiamo al volo un taxi e ci dirigiamo verso questo ristorante specializzato in mariscos e altre prelibatezze. La Barceloneta, per chi non fosse pratico, è il quartiere dove si trovano le più note spiagge della città catalana: si trova tra il porto vecchio e quello olimpico, è costruito a quadras e non appare estremamente invitante. Il nostro ristorante si trova in uno di questi incroci, in una zona piuttosto anonima.
Locale piuttosto démodé, con ingresso sul bar e a seguire una sala ampia, tavoli tondi e tovaglie immacolate, arredato in legno, camerieri in divisa bianca e nera. La sensazione è di tornare indietro di una ventina d’anni, in uno di quei ristoranti di pesce di livello medio-alto che si potevano trovare nel nostro Paese fino alla metà degli anni ‘80. Anche l’odore è lo stesso.
Il menù presenta poche proposte a prezzi abbastanza sostenuti. Lo prendiamo in considerazione solo per un piccolo antipasto, visto che siamo qui per provare questa famosa paella. Così ci limitiamo a un piatto di seppie ai ferri, assolutamente ordinarie per qualità (abbondanti come quantità) e poi via di paella.
Il nostro amico aveva ragione. Una paella di arroz negro, esemplare, con il riso cotto a puntino e pesce fresco di gran qualità, dai calamari ai gamberoni. Il prezzo assolutamente accettabile, 25 euro in due. Cotta al momento, senza alcun dubbio. Una curiosità: la nostra soluzione (antipasto + paella) è stata condivisa da tutti i presenti in sala, nessuno escluso. Sette tavoli, sette paellas!
Abbiamo accompagnato i piatti con un buon brut locale, della casa Lacrima Baccus, venduto a 16 euro.
In tutto il conto, compreso servizio, caffè e ammazzacaffè, è stato di 56 euro in due.