wineless ha scrittoMe l'hanno venduta così.
A quanto pare si è trattato di una cosa molto informale.
Il proprietario ne sapeva molto, il cliente poco e si vedeva. Alle strette gli ha detto "tu hai fatto il fighetto con la tipa ma quel vino era buono!". Il tipo lo ha ammesso ed ha pagato la bottiglia senza insistere.
Da quando mi sono sciroppato i corsi AIS degli amici di Como, mi sono reso conto di quante bufale dicono sia i sommelier sia i clienti.
Che basta che ti sei fumato (o meglio sei fumato) una sigaretta per almeno una ventina di minuti al naso non percepisci che tabacco da fiuto
, che se hai mangiato un pezzo di formaggio OGNI vino va bene ( i francesi, mica stupidi, dicono le fromage per goutier le vin) dato che il formaggio contiene anche amine aromatiche e comunque agisce come come esaltatore di sapidità, che se fai un piatto di carciofi è difficile abbinarci un vino (solo bianchi e piuttosto fruttati; il degustatore ufficiale è giunto a consigliare un vino greco tipo Retzina), che se hai un po' di raffredore o mal di gola puoi sorbire ottimi vini come ciofeche e viceserva
, che insomma "le sfumature" lasciamole a pochi.
Poi, se uno dopo aver girato il calice, gorgheggiato in modo soave, strizzato per un attimo gli occhi, e rivolto un sorrisetto complice, chinando un attimo il capo con magnanimità, al cameriere dice "sa di tappo", i casi sono sempre uno.
Anche se tu sei lì con il braccio teso mostrando l'etichetta al cliente che ovviamente essendo presbite e senza occhiali non vede una mazza oppure ti stai scaccolando una narice, devi sempre dire: "mi dispiace adesso vado in cantina e gliene porto un'altra".
Obbligatorio.
Però per la seconda bottiglia, la assaggi, la giudichi e poi la fai assaggiare al cliente.
Nel frattempo silenziosamente lo mandi a ca@are.
El client gha semper resun, porcoilmondochehosottoipiedi!