tutti a preoccuparsi della libertà di espressione, di come i "professionisti" del gusto abbiano creato un circolo vizioso di auto-accreditamento... tutto vero... ma..
non c'è
ma che tenga.I "professionisti" si sono creati un circolo di autoreferenzialità; un sacrario in cui il verbo è unico; una conventicola a cui molti cercano di accedere sia millantando credito si fotografando sia vusando pussèe (così la vaca l'è lur).
Fa parte del gioco di tutte le corporazioni di critici.
Il giudizio libero, messo in rilievo indiscriminatamente, è pericoloso per chi nasce, per chi del proprio lavoro vive, per chi cucina con passione, a volte sbagliando, ma provandoci.
Ma quando mai? Tutti lavori svolti verso il pubblico sono soggetti quotidianamente al giudizio di chi usufruisce della prestazione. I media ci sono, uno potrà dire anche "purtroppo", ma essendoci sono cassa di risonanza spesso dei giudizi della gente.
TAV, Dico, sanità, pensioni, traffico, inquinamento, Prodi, Berlusconi, trasporti pubblici, servizi pubblici, prezzi, chiesa, ticket, locali, televisoione, cinema, spaccio, badanti, saponette e fante.
Ognuno con la sua pregnanza.
Giudicati ogni giorno da tutti. Noi compresi.
E spesso ci dimentichiamo di questo: noi andiamo a mangiare da gente che lavora, non da gente che va giudicata.
Questa gente fornisce una prestazione a pagamento. Come tale c'è un rapporto qualità/prezzo sottoposto a giudizio.
Il trend attuale in ogni comparto commerciale è l'audit. Non si scappa. L'audit sta alla base di qualsiasi progetto di budget e di progresso commerciale. O lo si capisce oppure si è fuori.
Il più cinico selezionatore non è la scuola ma il mercato del lavoro.
Questa è la differenza tra il professionista vero che esprime la sua opinione e il primo che passa che esprime la sua opinione ma ottenendo la stessa visibilità del professionista (o quasi). Il male di uno strumento estremamente democratico come internet.
Il professionista è pagato; il cliente paga. Ohibò!
La democrazia ha i suoi difetti: il principale è quello di tentare di porre sullo stesso livello i cittadini. Di considerarli tutti degni della stessa dignità. E' un grosso problema certo. Ecco perchè esistono leggi e regolamenti.
Poi ci sono le storture dei processi democratici: sono le persone che sono storte, non i metodi (di solito).
I faso tuto mi parchè ti te sé un mona e mi son un profesionista frequentano i loro pari.
Caro Dany lasciamo agli altri gli erti colli, noi teniamoci stretti
l'aurea mediocritas. Che ci fa di un bene....