Trattazione delle tematiche generali sulla ristorazione.
1 messaggio
Pagina 1 di 1

Divagazioni Corse da Calvi

da Bob il 08 ago 2007 12:15


La Corsica, come tutte le grandi isole, è un po’ una storia a parte rispetto alla Nazione a cui è politicanmente aggregata. Gli stessi Corsi non si sentono francesi: casomai, riscuotiamo più simpatie noi Italiani.
Ma non illudiamoci: un Corso è, sopra ogni cosa, Corso. E il resto del mondo ci si deve adeguare. (Gli italiani sono colpevoli - e i Corsi non hanno dimenticato - di essere stati ceduti “per quattro soldi”). Io non ho riscontrato la chiusura arcigna che Goscinny e Uderzo connotano abilmente nel loro “Asterix en Corse”, ma certamente esiste un livello che nessun Corso lascia passare facilmente. Nel libro di fumetti, i Corsi hanno notevoli somiglianze con i siciliani. Io direi che sono un misto tra i siciliani, i sardi e i calabresi.
La lingua è estremamente simile all’italiano, di cui ha moltissime parole, con la tipica desinenza sarda in “u”, ma accenti e espressioni sono spesso influenzati dalla Liguria: gli stessi paesi sono, di fatto, indistinguibili dai loro corrispondenti liguri.
Etnicamente, una popolazione “corsa” è affiancata sovente a presenze creole, che sono una vera gioia per gli occhi: bellissime ragazze, alte, slanciate, con una pelle appena ambrata che fa da contrappunto ad occhi di un verde chiarissimo: da perdercisi.
Territorialmente, esistono tre Corsiche distinte: una “turistica”, nella costa che dal “dito” scende verso Bonifacio, una marina molto più selvaggia e rocciosa (la costa Est sino ad Ajaccio) e una interna, chiusa al turismo (si sta aprendo solo ora), in cui
appaiono evidenti le connotazioni calabre della Sila.
Calvi si trova all’ estrema punta della strada “bella” che da Bonifacio porta verso Nord, punto terminale ad Ovest a sinistra del “dito”. E’ un elemento di separazione, con la sua penisola e la cittadella. A destra, sabbie bianche e mare leggermente digradante, a sinistra coste scoscese e scogli. Da Calvi verso Bastia, dovete solo stare attenti ai limiti di velocità, da Calvi
verso Ajaccio dovete solo stare attenti a...restare in strada, perché, tra una curva e l’altra di una strada strettissima, sono riusciti ad infilare la terza curva.
Comunque, se avete deciso di arrivarci, vi trovate ora in una cittadina decisamente accattivante, in pieno sviluppo turistico, con una discreta attenzione al suo decoro: per chi conosce la Liguria, ha molte caratteristiche di Sestri Levante, promontorio e castello compresi, a dividere i “due mari” con le relative coste.
Purtroppo, come in tutti i centri turistici in espansione, i prezzi sono lievitati molto, negli ultimi cinque anni: circa il 50% nei ristoranti, e, per le abitazioni del centro, fino a far loro raggiungere il livello di quelle milanesi. Tuttavia, nelle strade (c’è il tipico “carrugio” ligure), ci sono negozi, boutique alla moda, ristoranti in numero esagerato, e una certa qual aria di voler diventare “cittadina “in”, complice anche la recente legge
sulle tasse portuali sarde, che ha trasferito in Corsica la maggior parte degli yacht di lusso ( e non), con un incremento di presenze di oltre il 50%.
Comunque, ora, come dicevo, siete a Calvi per le vostre vacanze, e vi si pone il problema di dove andare a mangiare e, ovviamente, di “cosa” mangiare. Questa non vuole essere una guida gastronomica di Calvi, ma un piccolo gruppo di suggerimenti
per andare abbastanza a colpo sicuro.
Premetto che, a Calvi, si mangia decentemente in quasi tutti i posti, con cifre più o meno allineate, tenendo conto che, se mangiate fuori menù turistico, i costi lievitano
in modo astronomico, complici acqua e vino, mentre, all’interno dei menù, avete generalmente una scelta minimale ma decente attorno ai 16-18€, fino ai 26 (più il vino, che, ripeto, non è un costo indifferente).
Il supermercato, invece, offre una notevole scelta di cibi più o meno confezionati: salumi buoni, anche se decisamente piccanti, sia di maiale che di asino e anatra. Quest’anno ho persino trovato il guanciale (non ancora assaggiato). Eccellente la lonza. Modesta la carne di manzo, in genere poco frollata, buona quella di maiale e
ottima quella di agnello.
Tra i due supermercati, il SUPERù (una delle due Firme presenti) offre poi un banco del pesce veramente impressionante, in cui aragoste , ostriche (ottime ed economiche, anche perché di allevamento locale), frutti di mare, ma anche tonni e pesce spada, e branzini “veri” sono sempre di una freschezza notevole.
Buone la torte salate e le varie terrine e paté, ma lasciate invece perdere i vari mieli, di cui sono orgogliosissimi ma che non reggono neppure lontanamente il confronto con i nostri.
Non essendo un gran bevitore di vino, non ne posso parlare: ho visto comunque che i prezzi medi sono decisamente più elevati dei nostri, così come per la frutta e verdura(che raggiunge in genere il doppio), e l’acqua minerale, costosissima.
Per gli appassionati, da provare una birra di castagne, la Piedra, ambrata, con un curioso retrogusto leggermente dolce, e la Corona, una weiss abbastanza particolare.
Il pane,,,,bè, lì vi potete sbizzarrire, tra l’altro a un costo ridicolo rispetto al nostro: la baguette da 200 grammi “vale” 50 c.

E ora, qualche nota sui ristoranti.

In paese, posso segnalare “La sechjia”, ambientino romantico, luci basse, da me già segnalato in altro topic. Ora, però, ha cambiato gestione, incrementando i prezzi (plat du jour attorno ai 15-18 euro) con punte a 25). Erano buoni i gamberoni all’anice, e il
petto d’anatra al miele. Non prendete il “carpaccio”, perché non è un carpaccio: è cotto. Aperto solo la sera, niente menù turistico, diciamo una cinquantina di euro cad.

Per chi ha voglia di mangiare in una casa di bambole, “U’ casanu”, nella via principale parallela al carrugio: si mangia un po’ scomodi, a un prezzo relativamente modesto, ma in modo decente. Andateci in coppia.

All’ingresso del paese, invece, il Cafè di Marly: Cibo più che discreto, porzioni abbondanti, (ottime le moules e - uditeudite - persino la pizza è mangiabile) con costi modesti ( se ben ricordo, esiste anche un menù da 13 euro), e il “moules e frites ”vale
quasi un pasto completo.
In aggiunta a questi, esistono poi una serie infinita di ristoranti, nella zona del carrugio vecchio e del porto, uno di fianco all’altro, dall’aspetto decisamente “turistico”; ne ho provati pochi, e devo dire che il livello è mediamente lo stesso ovunque, mentre il
prezzo tende spesso a variare (verso l’alto). Vi segnalo “Cap’tain Restò” e, in particolare, il “Nautic”, noto per la varietà di moules, ma che (varietà di scelta a parte) non sono migliori di quelle che si trovano, ad esempio, al Cafè di Marly (dove costano il 30% in meno).

Subito fuori Calvi, verso Sud e in pineta, ci sono due ristorantini che consiglio caldamente: il “Belgodere” e “le Dunes”. Affacciati sulla spiaggia di sabbia , col panorama dell’intera baia e della cittadella al completo, sono entrambi tipici gabbiotti da spiaggia, ma offrono invece entrambi dell’ottimo pesce e agnello. Il primo
decisamente più “turisticizzato”, il secondo più in stile Corso, con un menù più ristretto che cambia quotidianamente. A mio vedere, sono entrambi da provare.

Poco più in là, invece, seguendo il percorso del “trenichellu”, il piccolo trenino a scartamento ridotto che collega Calvi con Bastia e Ajaccio,attraverso un panorama decisamente interessante (anche se sopravvalutato dalle guide) c’è il “Restò des Isle - chez Marie”. Sembra che alla sera offra un menù e un servizio più vasti, ma a
mezzogiorno è economicissimo, frequentato dalla gendarmerie, da operai, muratori, idraulici, tutta gente dall’aspetto fosco e decisamente folcloristico, ma offre piatti decisamente inconsueti, o comunque non presenti negli altri ristoranti del circondario.
In particolare, un grosso banco di “antipasti”, che spaziano dal tabouleh alla menta, alla insalata di farro e orzo, al salmone fresco crudo, all’insalata di aringhe salate e patate, senza contare uova, rostbeef, sarde aromatizzate, e degli ottimi cuori di palma dieci volte più grossi di quelli che troviamo generalmente qui, ma altrettanto teneri e molto più gustosi. Inoltre, offre, alla sera, un interessante menù creolo (mi intriga il merluzzo al latte di cocco), che non ho ancora fatto in tempo a gustare, ma che sarà la
mia prossima meta, probabilmente nelle vacanze di Natale. Qui, peraltro, ho gustato i “figatelli” (una sorta di sanguinacci) in un paio di modi diversi, con le uova e con la salsa di mele. Meritevoli.

Spostandosi verso Bastia, si trova Algajola, un delizioso paesino recentemente risistemanto, in cui si trovano, nella piazza del “castello”, tre o quattro ristorantini.
Noi abbiamo provato “la Vieille Cave”, ed è, probabilmente, il ristorante complessivamente migliore tra quelli che abbiamo testato in zona.
Un esterno normalissimo è bilanciato da un interno di dimensioni modestissime, ma ricavato in un vecchia cantina con volte a botte in mattoni, probabilmente di base trecentesca. Oltre a una favolosa “pierrade” (una lastra di ardesia bollente su cui
arrostire direttamente una quantità impressionante di pesce crudo freschissimo, servito a parte per 22 euro), offre piatti non semplicissimi, tra cui delle intrigantissime costine di agnello in salsa di fichi, da provare assolutamente. Noi ce la siamo cavata, tra pierrade e menù turistici, con circa 25 euro a testa.

Proseguendo , arrivate a Ile Rousse. Noi vi abbiamo provato “u libecciu”, uno dei tanti ristoranti affacciati su uno dei carrugi, che ci era stato segnalato da amici affidabili.
In effetti, il ristorante si stacca un poco dagli altri, offrendo sia in termini di servizio, sia in termini di menù, qualcosa di diverso, e, oserei dire, più raffinato. O, quantomeno, che loro considerano tale. Non sono sicuro di avere gradito le posate, modernissime, una diversa dall’altra, i bicchieri con base inclinata, i portasale e pepe che ho dovuto aprire dal fondo per potermi servire. Ma, ammetto, il tutto offre una coreografia interessante. Solo il piatto rotto a metà per servire il pane mi ha creato un piccolo gesto di stizza, e me lo ha fatto classificare tra quelli che, come entri, ti dicono “salve, io me la tiro”.
In compenso, ho mangiato un branzino selvaggio veramente eccellente, servito con tre contorni diversi, nessuno dei quali banale, e un dolce al cioccolato veramente intrigante. IL giudizio è quindi ben più che positivo. E’, direi, il più “elegante” di tutti i
ristorantini che si affacciano sul carrugio.
Ancora verso Est, trovate la deviazione per Saint Fleurant, una piccola Portofino che si raggiunge dopo un’ora abbondante di strada allucinante, in cui i 40 km/h sono un miraggio. Strada da moto, con curve a gomito e fondo ampiamente sconnesso, in cui
non sempre è facile far passare due auto affiancate. Il paesino è invece delizioso, e i ristoranti si affacciano in gran parte sul molo. Ne abbiamo, negli anni, provati qualcuno, ma il migliore, a nostro vedere, resta sempre l’ultimo della fila, quello attaccato alla massicciata: un ottimo piatto di crudo, e, se siete fortunati, una
bouillabaisse da favola, anche qui con costi ragionevolissimi (30-35 euro, una cinquantina se mangiate il piatto di crudo).

A questo punto, siete ormai fuori Calvi, ma vorrei spendere un paio di parole ancora per il ristorante degli Stagni di Urbino di cui avevo già parlato in un precedente topic “Calvi”.
Ne confermo ogni singola parola: anche quest’anno mi sono fatto i miei 140 chilometri per andarci ( e 140 per tornare): 12 ostriche, un piatto di frittura composto da una dourade, una dozzina di anelloni di calamaro in pastella, una quindicina di “zeri” (pesce simile alla sardina), una notevole quantità di fritturina, tre scamponi, cinque gamberoni, vino e dolce, il tutto attorno ai 30 euro. Il 18 di agosto, dovrebbe ricevere la visita della RAI, per un servizio,

Ancora una annotazione: come in tutta la Francia, la pasta è spesso servita come contorno, specie del cinghiale. State attenti, e, se possibile, dite loro di cambiarla con qualcos’altro. Gli spaghetti sono assolutamente scotti, ma il problema non è questo: è che la “salsa" della cacciagione è un sugo al vino rosso molto liquido, che gli spaghetti non trattengono minimamente, salvo quel tanto che basta a schizzare la vostra camicia e quella dei sei avventori più vicini. Tanto, ve li portano lo stesso, ma,
almeno, provateci.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

1 messaggio
Pagina 1 di 1
Vai a

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 14 ospiti

Moderatori: capohog, scogghi

cron