da Bob il 09 nov 2007 13:40
Avevo detto che ero arrivato ad una conclusione definitiva sulla classificazione dei ristoranti, ed eccola qua. Al posto delle forchette, o delle stelle Michelin, ecco le "tre lettere di bob", stilate non per indicare una graduatoria, ma per classificare un ristorante rispetto al suo utilizzo e alle relative aspettative.
Tipo "A": Ristorante dal costo e ambiente modesto, adatto per pranzi veloci senza nessuna esigenza nella preparazione dei cibi o nel servizio. Comprende le piccole trattorie, le pizzerie di basso livello o dove viene servita solo la pizza. Per essere soddisfatti, è sufficiente la ragionevole bontà dei piatti unita a una indispensabile abbondanza delle porzioni, e un servizio corretto. Non ha nessuna importanza nè il tovagliato nè la mise en place, a meno di insufficienze di igiene.
Tipo "B": comprende i ristoranti dove si cerca una cucina con qualche sfizio, unita a una discreta apparenza dell'ambiente e un corretto e professionale servizio. Il costo non è eccessivo, ma può raggiungere anche punte di un certo rilievo, per pietanze particolari: diciamo che, rapportato a Milano, va dai 25 ai 60 euro(max) per un pranzo medio di tre portate, bevande escluse.
Paradossalmente, è un ristorante dove l'ambiente ha un'importanza maggiore del solito rispetto alla cucina: è il posto dove si invitano gli amici, dove si cerca una "buona" cena, dove anche l'arredo ha la sua importanza. Se unito a posizioni particolarmente felici, l'ambiente può diventare un fattore determinante di preferenza. Le pecche del servizio sono particolarmente sentite, ma, soprattutto, vi si ricerca una certa qual convivialità ambientale, un'atmosfera piacevole e elegante senza impegno.
Tipo "C". E' il ristorante dove si va per "gustare" la cucina: ci si aspettano piatti di alto livello, e, altrettanto paradossalmente, anche qui l'ambiente conta poco, nel senso che non è l'ambiente il motivo della scelta del ristorante. I prezzi sono elevati perchè elevato è il livello dei piatti, sia come cucina che come servizio. Va da sè che, a fronte di cifre elevate, ci si aspettano ambiente e servizio corrispondenti, ma anche il migliore di essi viene quasi dato per scontato, in maggior misura quanto maggiore è la cifra pagata. Lo chef è spesso di gran nome, e comunque anche la presentazione dei piatti è necessaria per un corretto rapporto qualità prezzo. Al contrario degli altri due tipi, dove l'entità della porzione deve aggiungere dei m inimi di nutrimento inderogabili, qui ci si reca come ad uno spettacolo: si va per "gustare", non per nutrirsi: la porzione deve quindi essere rapportata all'intero pasto, e non a un quantitativo con caratteristiche nutrizionali. Va da sè che, al di sotto di certi minimi, la cosa può assumere caratteristiche sgradevoli.
In una (lontana) ipotesi di classificazione sul sito, calcolando 10 punti massimi per ogni lettera assegnata, la somma dei punti diviso il numero delle assegnanzioni darebbe la classificazione del ristorante.
Es: 5 visite, 4 assegnazioni di tipo A (8 +8+10+6) e una di tipo B (13 p). Totale 45. Diviso 5=9. Tipo A di fascia alta.
Es. 2 assegnazione di tipo A (8+8) e tre assegnazioni di tipo B (12+11+11). Totale 50. Media 10. Fascia A al lite della B.
Dai, massacratemi.......
"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"