Condivisione e scambio di opinioni, notizie, sul mondo gastronomico. Tematiche tecniche riguardanti il "mangiare".
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Il codice Marchesi

da Fante il 27 nov 2006 15:31


In occasione dell'uscita del suo ultimo libro, Gualtiero Marchesi ha rilasciato un paio di settimane fa questa intervista

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp

La cosa sembra abbia scatenato una sorta di polemica con Vissani.

Ma lasciando perdere il presunto litigio tra i due chef, alcune affermazioni mi hanno colpito molto.

Cito:
Così mi tocca vedere, ancora adesso, questi libri di chef appena usciti in cui ci sono pezzetti di cibo sparpagliati nel piatto, righe, punti, virgole... Non se ne può più [...]qui a Parma ho mangiato delle costolette di agnello ottime, ben rosolate e perfette di cottura, sapori netti, puliti. Questi è cucina. Tutto il resto, sono seghe mentali [...] Recentemente, a Roma, sono andato alla presentazione di una guida gastronomica... Ma il menu proposto in quella serata era sbagliato, non coerente, con piatti troppo simili! Possibile che non sappiano fare un menu?[...]

da ilForchetta il 27 nov 2006 15:37


Ma proprio lui, parla?

Quello del risotto con una foglia d'oro? Quello del piatto con seppioline (o altro simile, non ricordo) e mille punti colorati di sapori diversi che sembra una festa di carnevale (bellissimo, peraltro)?

Lo stesso marchesi che ha fatto dell'abbinamento cibo/arte/composizione estetica del piatto una vera e propria bandiera?

...mah... :roll:

da Strini il 27 nov 2006 15:48


alberto ha scritto Quello del piatto con seppioline (o altro simile, non ricordo) e mille punti colorati di sapori diversi che sembra una festa di carnevale (bellissimo, peraltro)?


Il "Dripping di pesce"... fantastico.
Sono calamaretti.

"Cos'è l'amore in confronto a una bistecca con le cipolle?" (W. Somerset Maugham)

da Greedy il 27 nov 2006 16:07


Si vede che ha cambiato idea ... l'ho sentito in una intervista sabato e ribadiva che vuole tornare alla cucina 'di un tempo', fatta di piatti veri, da mangiare, di sapori antichi, ecc ecc ... insomma, oramai tutti hanno questa tendenza, non solo nel mangiare, un ritorno alle origini generalizzato, dovunque guardi, c'è il consiglio della nonna, la ricetta della nonna, il rimedio della nonna .... riscopriamo la natura, la campagna, ecc ecc ... quello che sta succedendo è semplice, ci siamo lasciati contaminare troppo dal progresso, ora abbiamo bisogno di tornare un po' indietro per riscoprire le nostre origini, per poter ricostruire un futuro migliore ..


:shock:


cosa ho mangiato a pranzo? pane e saggezza? :D

Life is too fu@%ing short! You wann' it? Go get it!

da gobbaccio il 27 nov 2006 16:14


Mi pare che il concetto guida della filosofia del Maestro sia: vai di fantasia solo se hai la competenza, altrimenti fai un passo indietro e impara.

Concetto indiscutibile, niente da dire. Contrario peraltro alla natura umana e alla vanità che contraddistingue la categoria degli chef, e non solo quella per carità. Giornalisticamente si potrebbe riassumere con un: se non hai ancora imparato a scrivere, limitati a "passare" i pezzi. Io ho alle spalle 14 anni di carriera giornalistica, ma il primo pezzo l'ho scritto dopo un giorno, perchè c'era una pagina da riempire. Eppure sono convinto di non saper ancora scrivere, almeno non come vorrei.

E allora Maestro come la mettiamo? Imponiamo a tutti gli chef italiani di fare le costolette d'agnello fino a quando non abbiano imparato a lavorare bene? Credo che il cliente voglia qualcosa di diverso, qualcosa "di più" quando va al ristorante. Che voglia in qualche modo "osare". E che sappia comunque distinguere se un piatto è preparato con criterio, se un menù è equilibrato o se tutto è fumo non c'è l'arrosto. Basta che sappia ragionare con la propria testa. E non con quella delle guide prestigiose, dei critici blasonati, dei grandi opinionisti etc etc.

Il punto alla fine è questo: riuscire a sviluppare, come consumatori, un adeguato senso critico. Dare il giusto valore alle cose, senza lasciarsi infinocchiare dalla pubblicità o dal peso massmediatico delle informazioni. Così facendo, gli incantatori di serpenti resteranno senza flauto e saranno costretti a chiudere bottega.

Ora spengo la canna che mi sto fumando e riprendo a lavorare :shock:

da alcor il 27 nov 2006 16:18


Quest'estate a Farini d'Olmo (nel piacentino) hanno organizzato una festa in ricordo di George Cogny (grandissimo cuoco francese).

C'erano tra l'altro anche Isa Mazzocchi (la Palta) e Filippo Chiappini Dattilo (Teatro).

Leggendo una sua vecchia intervista scoprii tra l'altro che il nostro Gualtiero si innamorò della sua cucina e decise di seguirne le orme...

aac

da vale il 27 nov 2006 16:22


gobbaccio ha scrittoMi pare che il concetto guida della filosofia del Maestro sia: vai di fantasia solo se hai la competenza, altrimenti fai un passo indietro e impara.

Concetto indiscutibile, niente da dire. Contrario peraltro alla natura umana e alla vanità che contraddistingue la categoria degli chef, e non solo quella per carità. Giornalisticamente si potrebbe riassumere con un: se non hai ancora imparato a scrivere, limitati a "passare" i pezzi. Io ho alle spalle 14 anni di carriera giornalistica, ma il primo pezzo l'ho scritto dopo un giorno, perchè c'era una pagina da riempire. Eppure sono convinto di non saper ancora scrivere, almeno non come vorrei.

E allora Maestro come la mettiamo? Imponiamo a tutti gli chef italiani di fare le costolette d'agnello fino a quando non abbiano imparato a lavorare bene? Credo che il cliente voglia qualcosa di diverso, qualcosa "di più" quando va al ristorante. Che voglia in qualche modo "osare". E che sappia comunque distinguere se un piatto è preparato con criterio, se un menù è equilibrato o se tutto è fumo non c'è l'arrosto. Basta che sappia ragionare con la propria testa. E non con quella delle guide prestigiose, dei critici blasonati, dei grandi opinionisti etc etc.

Il punto alla fine è questo: riuscire a sviluppare, come consumatori, un adeguato senso critico. Dare il giusto valore alle cose, senza lasciarsi infinocchiare dalla pubblicità o dal peso massmediatico delle informazioni. Così facendo, gli incantatori di serpenti resteranno senza flauto e saranno costretti a chiudere bottega.

Ora spengo la canna che mi sto fumando e riprendo a lavorare :shock:


Aspetta, aspetta! Fai fare l'ultimo tiro a me...

volevo solo aggiungere un piccolo appunto: chi sa fare le costolette d'agnello, se le sa fare bene, ottimamente, che continui pure ad libitum a farle. Non è necessario che ambisca alle "stelle" per potersi consacrare come ottimo ristorante.

Ristorare=dare riposo, rifocillare. Se fatto bene è lodevole sia con servizio e ambiente al top che non. A mio parere....

Ok, l'ho spenta.

Torno anch'io ai miei doveri.

da Fante il 27 nov 2006 16:22


gobbaccio ha scrittoMi pare che il concetto guida della filosofia del Maestro sia: vai di fantasia solo se hai la competenza, altrimenti fai un passo indietro e impara.


Condivido l'interpretazione del G.
Mi sembra che la critica sia rivolta sopratutto a coloro che osano troppo senza aver coperto le tappe precedenti.
Marchesi usa delle metafore musicali; ne farò una figurativa. Non è che Picasso non sapesse dipingere, anzi, lo sapeva fare molto bene. E' da lì che ha cominciato a "creare".

Provocazione: e se fosse solo invidia per le nuove leve che stanno scalzando il maestro?

da ilForchetta il 27 nov 2006 17:29


Sembra che dica: adesso che tutti fate quel che io faccio da anni, vi frego tutti e ritorno a fare cose che voi, ora, classificate come obsolete. Probabilmente si aspetta che molti seguiranno e riporteranno le sue dichiarazioni.

Perché mi pare che il mercato della ristorazione, dopo anni di "Marchesi è il più grande, Marchesi è il maestro", si sia diretta verso "Anche noi non siamo male, guardate qui". E il maestro abbia desiderio di riprendere la scena con dichiarazioni ad effetto che possano spiazzare i giovani virgulti e riconfermare la sua supremazia.

Supremazia che probabilmente è davvero incrinata, se richiede interventi ad hoc.

da deloZio il 27 nov 2006 20:28


Alcor ha scrittoQuest'estate a Farini d'Olmo (nel piacentino) hanno organizzato una festa in ricordo di George Cogny (grandissimo cuoco francese). C'erano tra l'altro anche Isa Mazzocchi (la Palta) e Filippo Chiappini Dattilo (Teatro). Leggendo una sua vecchia intervista scoprii tra l'altro che il nostro Gualtiero si innamorò della sua cucina e decise di seguirne le orme...


Il suo intervento mi porta a rileggere una Recensione sulla riapertura 2001 del Locale di Cogny, conservata in una vecchia Michelin;
v'è riportato un nome curioso, Fabio Resmini, all'epoca giovane allievo in quel di Farini. Qualcuno saprebbe dirmi dove lavora ora? :D

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