Condivisione e scambio di opinioni, notizie, sul mondo gastronomico. Tematiche tecniche riguardanti il "mangiare".
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Officinalia

da Fante il 03 mag 2007 09:22


Cari,
domenica sono stato a Belgioiso a vedere Officinalia, la mostra mercato del biologico e dell'ecologia domestica.

Al di là di qualche esoterismo divertente come il test per capire qual'è la tua pietra curativa - mi sono rifiutato di farlo; temevo la via di somministrazione del ciotolo - e qualche disinformazione criminale, come il gruppo per l'abolizione delle vaccinazioni, c'era anche un'ampia sezione gastronomica.

Molte erano conserve. Sughetti e salse confezionate....insomma il biologico sott'olio. E poi pasta, pane, formaggi, salumi, oli e bevande varie.

Al di là di qualche pecca logistica - mettere un banco di formaggi vicino a uno che vende incensi rovina la festa un po' a tutti - sono rimasto molto deluso dalla qualità dei prodotti che ho assaggiato nonchè dall'entusiasmo dei produttori nello spiegare i loro prodotti.

Sembra che in qualche modo biologico sia la condizione necessaria e sufficiente a giustificare l'acquisto.

Non la vedo così.

Insomma, nessuno vuole le patate coltivate a benzene o le mucche nutrite a isotopi del plutonio...attenzione, regole e controlli sono indispensabili. Ma rinunciare a tutto in nome di una presunta garanzia di genuinità...

Cosa ne dite?

da butter_fly il 03 mag 2007 09:39


è un tema complesso...
comunque
quanto all'entusiasmo nello spiegare i prodotti, mi pare logico, dovendo venderli...
quanto alla qualità dei prodotti non sono attendibile: ho la fortuna di avere una famiglia "contadina" che produce (in piccolo, piccolissimo e senza scopo di lucro ma solo x sé) olio, vino, ortaggi, frutta, animali da cortile... e quando assaggio gli stessi prodotti nel loro equivalente del supermarket noto differenze clamorose. ma ripeto, non faccio testo.
quanto a rinunciare a "tutto" per una presunta garanzia di genuinità, beh posso dire a cosa rinuncerei volentieri: frutta perfetta gigante e senza macchie, banane tutte uguali normate dalla CEE, melanzane mandarini e company senza semi, frutta e verdura fuori stagione... non mi viene in mente altro per ora :roll:
comunque, il concetto è che una grande fetta di mercato è sempre attratta dalle apparenze più che dalla sostanza, una piccola fetta (in fase però di lento allargamento) quando compra qualcosa legge le etichette, bada alla provenienza, non si formalizza sull'aspetto per amor di genuinità :wink:


da Fante il 03 mag 2007 09:46


butter_fly ha scrittoquanto all'entusiasmo nello spiegare i prodotti, mi pare logico, dovendo venderli...


:oops: ...volevo dire dalla mancanza di entusiasmo


Re: Officinalia

da Strini il 03 mag 2007 11:10


Fante ha scritto Sembra che in qualche modo biologico sia la condizione necessaria e sufficiente a giustificare l'acquisto.


In effetti rimango abbastanza perplesso quando vedo il risotto gamberetti e zucchine disidratato, ma biologico. Non è che sia meglio farselo in casa, anche con ingredienti non bio? Certo, se uno pensa che i prodotti normali avvelenino la gente... :roll: :roll:

"Cos'è l'amore in confronto a una bistecca con le cipolle?" (W. Somerset Maugham)

da patedolive il 28 mag 2007 09:46


butter_fly ha scrittoquanto a rinunciare a "tutto" per una presunta garanzia di genuinità, beh posso dire a cosa rinuncerei volentieri: frutta perfetta gigante e senza macchie, banane tutte uguali normate dalla CEE, melanzane mandarini e company senza semi, frutta e verdura fuori stagione... non mi viene in mente altro per ora :roll:
comunque, il concetto è che una grande fetta di mercato è sempre attratta dalle apparenze più che dalla sostanza, una piccola fetta (in fase però di lento allargamento) quando compra qualcosa legge le etichette, bada alla provenienza, non si formalizza sull'aspetto per amor di genuinità :wink:


sono d'accordo
il fatto e' che siamo piu' abituati a cio' che ispira l'immagine rispetto a quello che e' la sostanza
si va nel filosofico, forse
ma il "brutto" non ispira fiducia.
vogliamo il bello e la perfezione al tempo stesso
quindi mele bellissime, stile biancaneve, ma vorremmo anche che fossero seguite da certificato di garanzia e genuinita'

quindi, si' al bio che e' diventato anche di moda (e la prova ne e' il fatto che in una fiera come officinalia che si spaccia come fiera del bio doc, non ci sia nemmeno un criterio logico di continuita' di percorso nei banchi espositivio), per carita' (e per questo fra l'altro carissimo) ma che sia un bio bello come il non bio

a me pare un controsenso...

mi ricordo anni fa in giappone, forse, avevano sperimentato le angurie cubiche
... di facile stoccaggio
per carita', non che cambi il sapore, ma e' emblematico di come vogliamo cambiare la natura per la ns comodita' e avere al tempo stesso la naturalita'
dite quello che volete ma a me l'anguria cubica perplime parecchio...

da keywest68 il 28 mag 2007 10:01


anche se penso che il biologico dovrebbe diventare una quotidianità per la qualità dei prodotti, mi viene un pensiero che anche io definisco estremo.
La produzione biologica, in 4 parole, dovrebbe garantire un prodotto non contaminato da agenti esterni che influiscono sulle caratteristiche del prodotto stesso, mantenendolo così " naturale".
ma a questo punto penso a coltivazioni convertite al biologico che fino al giorno prima erano magari destinati all'intensivo.
non penso che i terreni possono essersi miracolosamente bonificati dalla sera alla mattina.
penso a coltivazioni biologiche da me viste a bordi di autostrade trafficate.
ok, il produttore non agisce con sostanze strane ma altre, cadono addosso ai prodotti.
penso a terreni ecologici vicino a coltivazioni intensive....non credo che i trattamenti chimici si fermino al confine del campo.
si esagero lo so, ma credo che la legislazione biologica dovrebbe essere ancora più fiscale.
troppe persone comprano a occhi chiusi quando leggono "BIO" senza chiedersi nulla di più (lo affermo perchè mia sorella è così).

da patedolive il 28 mag 2007 10:11


keywest68 ha scrittoanche se penso che il biologico dovrebbe diventare una quotidianità per la qualità dei prodotti, mi viene un pensiero che anche io definisco estremo.
La produzione biologica, in 4 parole, dovrebbe garantire un prodotto non contaminato da agenti esterni che influiscono sulle caratteristiche del prodotto stesso, mantenendolo così " naturale".
ma a questo punto penso a coltivazioni convertite al biologico che fino al giorno prima erano magari destinati all'intensivo.
non penso che i terreni possono essersi miracolosamente bonificati dalla sera alla mattina.
penso a coltivazioni biologiche da me viste a bordi di autostrade trafficate.
ok, il produttore non agisce con sostanze strane ma altre, cadono addosso ai prodotti.
penso a terreni ecologici vicino a coltivazioni intensive....non credo che i trattamenti chimici si fermino al confine del campo.
si esagero lo so, ma credo che la legislazione biologica dovrebbe essere ancora più fiscale.
troppe persone comprano a occhi chiusi quando leggono "BIO" senza chiedersi nulla di più (lo affermo perchè mia sorella è così).


vero
anche se non sono convinta che con la legislazione piu' fiscale si possa risolvere la questione
vedi il paragone con la denominazione extra-vergine per l'olio...
eppure di olii "extravergine" (e pure bio) che arrivano da zone che non e' che abbondino di uliveti, siamo pieni

da keywest68 il 28 mag 2007 10:28


patedolive ha scritto
anche se non sono convinta che con la legislazione piu' fiscale si possa risolvere la questione


si questo è vero, siamo comunque in Italia e il detto è sempre valido : fatta la legge fatto l'inganno.
il biologico è un grandissimo business verso il quale molti si stanno muovendo e ritengo sia una buona cosa per la salute....se non vi fossero sempre quelli un po più furbi

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