In tempi non sospetti, ne parlavamo già....copio e incollo....
Cari Mangioni,
parliamo di una ricetta storica della nostra cucina, un innegabile cavallo di battaglia degno di un'analisi seria e competente quale solo il vostro Fante può fare: gli
spaghetti alla carbonara.
Spendiamo due parole sulle probabili origini di questo piatto. Alcune ipotesi lo farebbero risalire ai carbonari umbri, che l'avrebbero importata nel XIX secolo a Roma, altre ai contadini ciociari addetti alle carbonaie che preparavano la pasta con i prodotti di più facile reperibilità come uova, pancetta e pecorino. S'è persino pensato che il nome derivi da un cuoco appartenente ai carbonari, il gruppo rivoluzionario che si batteva contro l'occupazione austriaca del nord italia. Probabilmente durante un incontro segreto, i carbonari sono stati sorpresi da una retata " Ke kosa fate qvi? Tramate forze tremende trame?" Risatina dei gendarmi "Il Gustav è kosì spiritosen und ameno..." A quel punto uno dei patrioti avrebbe improvvisato la celebre ricetta per distrarre la milizia. Ancora oggi se volete evitare noie dalla polizia austriaca portate con voi uova e pancetta. Non fatevi trovare impreparati.
L'ipotesi più suggestiva coinvolgerebbe una delle nazioni gastronomicamente più inutili. Sedetevi.
Secondo alcuni infatti la storia di questo piatto risalirebbe al 1945 quando i soldati americani entrarono a Roma alla fine della seconda guerra mondiale. Si pensa che i cuochi improvvisarono la ricetta con le materie prime più facilmente reperibili, le uova e la pancetta, cardine di ogni colazione vitaminica, di cui gli alleati erano ben forniti. Altri ancora pensano che quando questi andavano nelle trattorie romane e chiedevano per pranzo uova, pancetta e spaghetti, gli chef romani dell'epoca soddisfavano la loro richiesta servendo guanciale, uova al tegame ed un piatto di spaghetti sconditi che i soldati americani mescolavano creando, a loro insaputa, l'antenato del celebre piatto. Mi rifiuto però di credere che dobbiamo questa ricetta ai marines.
La preparazione di questo piatto è materia di discussione: il tipo di materia grassa, la presenza o meno dell'albume e l'aggiunta eventuale di panna sono i pomi della discordia.
Vedrò di riportare la ricetta che conosco e che sono solito preparare.
In una padella antiaderente faccio sudare della pancetta affumicata di buona qualità, normalmente del Trentino. In una ciotola sbatto un uovo a persona - tengo conto solo dei commensali, non di tutto l'hinterland milanese. Continuo a sbattere ponendo la ciotola sull'acqua in ebolizione, fino ad ottenere una giusta cremosità. Ocio, l'uovo non deve cuocersi ma solo rapprendere leggermente. Se non ce la fate, cambiate hobby. Il giardinaggio naturista - coltivare cactus nudi - è una discreta alternativa.
Cuocete e scolate la vostra pasta nella padella antiaderente, togliete dal fuoco e aggiungete la vostra crema all'uovo. Mettete per terra la padella e superatela con un balzo. Vantatevi di aver saltato gli spaghetti.
Il formaggio d'elezione per questo piatto è una generosa gratuggiata di pecorino romano. Impiattate e macinate abbondante pepe.[/