Condivisione e scambio di opinioni, notizie, sul mondo gastronomico. Tematiche tecniche riguardanti il "mangiare".
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Km zero

da stefanbo il 27 mag 2011 14:20


E' una domanda senza retorica.

Cosa s'intende per chilometro zero?

Mi spiego meglio, so perfettamente cosa significhi il concetto, ma chi stabilisce il "chilometraggio"? :wink:

Ovvio che un ristoratore con annesso orto e stalla o un agriturismo (VERO però... :twisted: ) possono giustamente vantare un vero chilometro zero, ma per il resto?

Oggi al mio ipermercato a Roma propagandavono le ciliegie di Montelibretti (accanto a Palombara Sabina, altro luogo deputato) come km zero.
Montelibretti e Palombara distano circa 35 km dall'ipermercato, quindi, IMHO l'appellativo ci sta tutto, ma poi...50...100 km, qual'è il "limite"??? Quello della regione? Ma se poi la regione è molto estesa/o impervia (tipo Sardegna?) :shock:

Lumi dai forumisti, pleazz!!! :D

da capohog il 27 mag 2011 14:42


Beh anche fante è km zero ma l'ho incrociato a decinaia di metri dal suo covo comunista :wink:

Digiamo che, con km zero s'intendano prodotti reperibili sul territorio circostante invece che far venire le zucchine trombetta da Littlechurchinmyass Ohio USA (gemellata con Chiesina di Monculi frazione di Case di Dudda, Toscana) per rivenderle alla slunga di Albenga :shock: ?

Ipotizzo neh......

96 cubic inch of good vibs

da stefanbo il 27 mag 2011 14:55


Denk iu!

Quindi Capo, ipotizzi che sia diGiamo legato alla regionalità (anche se per assurdo, solo per provocazione, magari trasferire una zucchina da Manfredonia a Taranto, tutta Puglia, è più lungo che farla arrivare da Matera, Basilicata)... :wink: :D

da capohog il 27 mag 2011 14:59


Boh...digiamo che km zero è nato bene ed è diventato l'ennesimo cavallo (ohoh) da cavalcare in questa ubriacatura da enofighetti presidianti il territorio? :wink: :lol: :lol: :lol:
















tuttikomunistichevotano pisapiacomefante

96 cubic inch of good vibs

Re: Km zero

da primus il 27 mag 2011 15:11


stefanbo ha scrittoE' una domanda senza retorica.

Cosa s'intende per chilometro zero?



secondo me si intende cucinare esclusivamente prodotti del posto ove si trova il ristorante.

esempio, un ristorante a varazze che utilizza solo pesce pescato da pescatori di varazze.

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da coriandolo il 27 mag 2011 15:55


Se posso dire la mia (parere da profana, neh...) il "chilometraggio" è quello del buon senso.
Il km0 duro e puro credo che se lo possano permettere davvero in pochi, soprattutto nelle grandi città.
Sarebbe bello cercare di restare in limiti decenti, acquistare la merce che proviene dal primo "nodo" possibile: le arance tarocco dalla sicila, ad esempio, anziché dalla Spagna.
Il km0 sta diventando una bella leva di marketing, anche se - almeno per quanto riguarda gli ipermercati e le grandi superfici- quello che comanda è ancora il prezzo più basso.

IMHO.

Quando sei con le spalle al muro non accontentarti: fatti incorniciare!

da maxximo99 il 01 giu 2011 09:03


km zero un altra trovata per il commercio come anni fa il bom del biologico che tanti non lo era vero..... lascia ai commercianti inventare nuovi specchi per allodole.......

Re: Km zero

da Narbok il 01 giu 2011 09:45


stefanbo ha scrittoE' una domanda senza retorica.

Cosa s'intende per chilometro zero?

Mi spiego meglio, so perfettamente cosa significhi il concetto, ma chi stabilisce il "chilometraggio"? :wink:

Ovvio che un ristoratore con annesso orto e stalla o un agriturismo (VERO però... :twisted: ) possono giustamente vantare un vero chilometro zero, ma per il resto?

Oggi al mio ipermercato a Roma propagandavono le ciliegie di Montelibretti (accanto a Palombara Sabina, altro luogo deputato) come km zero.
Montelibretti e Palombara distano circa 35 km dall'ipermercato, quindi, IMHO l'appellativo ci sta tutto, ma poi...50...100 km, qual'è il "limite"??? Quello della regione? Ma se poi la regione è molto estesa/o impervia (tipo Sardegna?) :shock:

Lumi dai forumisti, pleazz!!! :D



Credo che il km zero sia difficile da ottenere, ma forse occorre relativizzare le distanze. Mi spiego: i mirtilli che trovi in centro città magari sono cresciuti a 100 km di distanza, che non sono pochi, però rispetto agli 11.000 km che si fanno i mirtilli argentini per arrivare da noi non sono niente. E fino a poco tempo fa i mirtilli argentini erano importatissimi.

da stefanbo il 01 giu 2011 10:31


Ringrazio tutti i forumisti intervenuti che mi hanno chiarito le idee: l'importante è il paragone, ovvio che più è vicino e meglio è, ma se l'alternativa è un altro continente effettivamente... :roll: :wink:

Re: Km zero

da Yoda il 01 giu 2011 11:38


Narbok ha scritto i mirtilli che trovi in centro città magari sono cresciuti a 100 km di distanza, che non sono pochi, però rispetto agli 11.000 km che si fanno i mirtilli argentini per arrivare da noi non sono niente.


D'altronde.....se vuoi mangiare mirtilli a febbraio....

E' un po' come la recente storia dei cetrioli... Ebbene ho sentito che dei cetrioli "spagnoli" venduti in Germania, inrealta' provenivano dalla Romania..Quindi prima li comperava la Spagna che a sua volta li rivendeva in Germania..

E..tanto per non farsi mancare nulla....andare a cena a Fiuggi e trovare sulla tavola la S.Pellegrino.... :roll: 8) :lol:

"Provare?...Fare!! O non fare. Non c'è provare!" Yoda...il Maestro

"guida poco...che devi bere..."
My flickr: http://www.flickr.com/photos/46442172@N02/

da stefanbo il 01 giu 2011 12:23


Hai ragione Yoda, e quel che mi fa più imbestialire è che la gente si è abituata (male :twisted: ) ad avere a disposizione determinati alimenti non dico tutto l'anno, ma quasi: valgano come esempio sia le fragole sia i carciofi, che trovi praticamente 12 mesi su 12.

E purtroppo la genta compra i carciofi ad agosto, i pomodori olandesi acquosi ed insipidi a dicembre (comunque ancora presenti oggi, 1° giugno, malgrado ormai la stagione consenta un acquisto di prodotrti locali: visti da Auchan 2 ore fa :twisted: ) e i carciofi ad ottobre...sob :cry:

da maxximo99 il 01 giu 2011 14:06


cerchiamo noi stessi allora di comperare la verdura e la frutta di stagione e speriamo che ci siano più rivenditori locali in tutte le località con merce locare senza andare nei supermercati dove spesso la merce sa da frico nessun sapore e profumo..... e totalmente proibire la manipolazione chimica dei prodotti

da stefanbo il 01 giu 2011 14:33


D'accordissimo maxximo99, ma a parte il discorso della GDO (l'esempio di Auchan ovviamente vale anche per tutti gli altri iper/super) purtroppo pochi giorni fa le prime nespole ed albicocche al mio mercato rionale sempre dalla Spagna provenivano....
ed i primi porcini dalla Francia :cry:

E posso dire con buona cognizione di causa (proprio perchè cerco di parlare con la ggggggggente :wink: ) che 8 su 10 non fanno proprio caso da dove provenga la merce, interessa loro solo prezzo/aspetto/reperibilità.

C'è purtroppo ancora molta strada da fare... :roll:

da Paulyste il 01 giu 2011 14:41


Mettiamo in chiaro: non esiste nessuna limitazione di chilometraggio per i cosiddetti prodotti "a km zero". Ciò che ricade sotto questa etichetta è regolato da leggi regionali (ne sono appena state approvate in Lazio e in Campania) volte alla promozione dei prodotti regionali: quindi può essere che qualcuno "spacci" per prodotti "a km zero" cavoli di Bormio a Voghera o peperoni di Cuneo a Domodossola.

Quanto al vero "km zero" esso ha dei limiti precisi non solo oggi, ma anche storicamente.
La verità è che oggi nessuna legge può impedire la presenza dei pomodori olandesi sui banchi del supermercato: ciò che si può fare è prevedere l'obbligo di acquistare almeno una quota dai produttori locali.
Per di più produzione locale non per forza significa qualità, anche se il procedimento mentale abituale - a mio parere - porta a confondere "km zero" con biologico o perlomeno con "genuino".

Tra l'altro il solo mercato ortofrutticolo italiano non basterebbe per soddisfare la richiesta: le importazioni sono obbligate. Oppure vogliamo tornare indietro nel tempo e fare scoppiare epidemie di pellagra nella pianura padana? :roll: :lol:
Ultima modifica di Paulyste il 01 giu 2011 14:46, modificato 1 volta in totale.

da stefanbo il 01 giu 2011 14:45


Grazie per la puntuale e veramente interessante puntualizzazione! :lol: :lol:

Ancora un tassello nel cercare di capire, e sicuramente hai ragione nel dire che molti pensano, anche se nessuno si sognerebbe di dichiararlo in etichetta, km 0 = biologico:

Nell'immaginario collettivo è proprio così :wink:

da Narbok il 09 giu 2011 10:59


stefanbo ha scrittoGrazie per la puntuale e veramente interessante puntualizzazione! :lol: :lol:

Ancora un tassello nel cercare di capire, e sicuramente hai ragione nel dire che molti pensano, anche se nessuno si sognerebbe di dichiararlo in etichetta, km 0 = biologico:

Nell'immaginario collettivo è proprio così :wink:


Con i batteri che girano per L'Europa, pare che il km Zero avrà un boom.

da ciliegina il 09 giu 2011 19:28


In realtà km 0 non vuol dire bio a tutti i costi.
Non compro quasi più la frutta e la verdura al super, ma al mercato della coldiretti ogni volta che posso. D'inverno, è vero, c'è da piangere, pochissima varietà; d'estate, grazie al Cielo, è tutta un'altra storia. E allora provo anche a fare scorta per i mesi meno fortunati.
Sulla storia del km 0 c'era stato un interessante intervento su www.trashfood.com. Ora non ricordo i dettagli, ma in sostanza ci si basava sull'inquinamento prodotto da un ortaggio coltivato dall'altra parte del mondo e uno coltivato vicino ma al calduccio di una serra. Ebbene, quasi quasi inquinava di più la serra del trasporto aereo.
Non dico di difendere ad ogni costo il pomodoro olandese dicembrino, perchè è cosa priva di senso, ma vorrei far notare che in questo tipo di considerazioni bisogna tener conto anche delle condizioni in cui si coltiva.

da stefanbo il 09 giu 2011 19:35


Interessante quel che dici ciliegina, soprattutto la valutazione tra serra e trasporto mi pare degna di nota.

Devo invece "contestare" i mercati della Coldiretti, mi spiace, ho anche un caro amico che ci lavora e che organizza per Roma i vari mercatini nei quartieri diversi durante i week-end.

Prezzi da amatore (e non ci sono intermediari :evil: :evil: ), quando in linea teorica dovrebbero essere addirittura più bassi di quelli dei mercati... :roll:

Inoltre, al mio mercato rionale, proprio il mio amico mi ha indicato le 2 o 3 bancarelle (su 40 quindi poche) che vendono solo roba loro (quindi anche loro alla stregua dei mercatini Coldiretti, nè più, nè meno) a prezzi ovviamente maggiori di quelli delle altre bancarelle (anche qui non si capisce perchè...) ma comunque nettamente inferiori ai salassi dei "farmer markets" della Coldiretti :evil:

da ciliegina il 11 giu 2011 18:29


Stefan, la mia esperienza è invece diversa. Al di là dei prezzi, che talora trovo più bassi che al mercato classico, ho spesso apprezzato la freschezza del prodotto, con una durata casalinga superiore a quella del mercato tradizionale.
A Pavia, per esempio, c'è il banchetto di un agriturismo pure recensito nel sito, i due camini, che ha dei lamponi straordinari.

da stefanbo il 11 giu 2011 18:40


Avevo già avuto modo di scambiare le idee con altri forumisti che risiedono al Nord Italia, che mi dicevano le stesse identiche cose.

Evidentemente la realtà di Roma è diversa nel bene e nel male, siamo pieni di mercati rionali giornalieri (anche non stanziali: parlo di quelli fissi, che invece sembra sian merce rara da Firenze in su, per lo meno nella quantità che possiamo "vantare" qui)

Anche sulla durata casalinga, per assurdo ho trovato parametri assai diversi: frutta e verdura comperata (quando proprio non potevo farne a meno) in grande distribuzione: durata quasi illimitata (per modo di dire 8) ), stessi prodotti acquistati nelle bancarelle con produzione propria (senza essere biologiche): bruttini all'aspetto, conservazione molto limitata (proprio perchè subiscono poco o nessun trattamento ed in più colte al giusto grado di maturazione, al contrario della GD... :twisted: )

Questo mi conferma il fatto che almeno per frutta e verdura a Roma viviamo in un'isola felix, ma per tant'altro (un esempio per tutti, la carne bovina: o fai un mutuo o è immangiabile) no :D

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