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Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da butter_fly il 26 set 2012 16:21


ho appena scoperto questo sito che, fra le altre cose, "scova" dove sono fabbricati una serie di prodotti, anche alimentari, che poi finiscono sugli scaffali a prezzo inferiore rispetto al corrispettivo di marca.
domanda: avete mai provato a confrontare due prodotti identici ma uno marchiato e l'altro no? io mai. però so che differenziare la linea di produzione costa più che rifare il solo packaging. quindi mi verrebbe da pensare che, nella maggior parte dei casi, i due prodotti identici ma con nome diverso, siano davvero identici anche nella sostanza...


da franferrari il 26 set 2012 16:39


Non mi è mai capitato con il cibo, ma ho avuto modo di fare un confronto simile con marchi di abbigliamento sportivo e aveva una certa convenienza.

da silbusin il 26 set 2012 16:41


Pila Samsung per cellulare: 18 € la compatibile, 36 € l'originale ma con packaging completo, 18 € l'originale in bustina trasparente.
comperata l'altro giorno.
sono rimasto basito.

Re: Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da capohog il 26 set 2012 16:44


butter_fly ha scrittoho appena scoperto questo sito che, fra le altre cose, "scova" dove sono fabbricati una serie di prodotti, anche alimentari, che poi finiscono sugli scaffali a prezzo inferiore rispetto al corrispettivo di marca.
domanda: avete mai provato a confrontare due prodotti identici ma uno marchiato e l'altro no? io mai. però so che differenziare la linea di produzione costa più che rifare il solo packaging. quindi mi verrebbe da pensare che, nella maggior parte dei casi, i due prodotti identici ma con nome diverso, siano davvero identici anche nella sostanza...


Visitai per lavoro tempo fa una società lattario casearia della Brianza, che produceva ricotte, mozzarelle e mascarpone.
Una struttura impressionante e modernissima,HCAHquelcsscheè compliant al 100%, insomma un gioiellino con una linea unica di prodotti che poi impacchettava (in maniera assolutamente legale) a nome suo ed a nome di un'altro paio di marchi molto più noti e pubblicizzati.
In un certo senso è come i prodotti a marchio Coop o Esselunga...

Quello che paghi in più o meno in questi casì è la pubblicità o il brand... :roll:

96 cubic inch of good vibs

da franferrari il 26 set 2012 16:49


L'unico dubbio che ho è questo: vero che differenziare le linee costa di più, ma va valutato in funzione delle tempistiche con cui si ammortizza la differenziazione.

Se il contratto col supermercato Tizio è di 2 anni e io mi pago il setup in 6 mesi di produzione dedicata continuativa... mah!
Tanto il rischio in questi casi è più del fornitore.
Il grande gruppo di dà un appalto produttivo, tu ti parametri per farlo, se sei una piccola realtà magari significa settare mezza fabbrica.
Dopo un contratto o ti strozzinano le condizioni economiche o vanno da altri... e tu che fai? O le accetti o hai mezza fabbrica di fatturato da recuperare in giro...
Ribadisco un bel Mah!

da butter_fly il 26 set 2012 16:58


in verità, c'è anche da dire che se il consumatore arriva a fidarsi di un certo marchio è perché questo negli anni ha lavorato bene, ha investito in ricerca, non si è compromesso con truffe o altre vicende sporche, e magari anche per questo merita di farsi pagare. però... visto che tutti comunque ci guadagnano, pure quelli che vendono il prodotto smarchiato, c'è da chiedersi quanto ci guadagnano quelli che vendono il prodotto col marchio... non sarà troppo? :roll:


da manufood il 26 set 2012 17:12


butter_fly ha scrittoin verità, c'è anche da dire che se il consumatore arriva a fidarsi di un certo marchio è perché questo negli anni ha lavorato bene, ha investito in ricerca, non si è compromesso con truffe o altre vicende sporche, e magari anche per questo merita di farsi pagare. però... visto che tutti comunque ci guadagnano, pure quelli che vendono il prodotto smarchiato, c'è da chiedersi quanto ci guadagnano quelli che vendono il prodotto col marchio... non sarà troppo? :roll:


beh un certo marchio avrà anche controlli di qualità più stringenti e sicuramente altri costi da coprire oltre quelli produttivi.

da buemuschiato il 27 set 2012 05:42


mia madre anni fa era una autentica maniaca dei prodotti mulino bianco , e dei famosi regali , e sosteneva che lei mai sarebbe entrata in un discount , un giorno le portai un pacco di frollini discount , bene , l'indirizzo della ditta era lo stesso del mulino bianco e ovviamente anche gli ingredienti , ci rimase veramente malissimo , dopo un po cominciò a frequentare i discont......................

Re: Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da primus il 27 set 2012 08:36


butter_fly ha scrittoquindi mi verrebbe da pensare che, nella maggior parte dei casi, i due prodotti identici ma con nome diverso, siano davvero identici anche nella sostanza...


in gioventù ho lavorato per la ica (quella delle patatine cric croc)....se prendi le patatine esselunga dietro c'e' scritto "pordotte da ica spa".

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da primus il 27 set 2012 08:37


sui farmaci generici ci sarebbe da fare un discorso a parte. personalmente non mi fido... :roll: ma è una mia fissa magari sbaglio.....

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da stefanbo il 27 set 2012 13:27


Ed invece non hai tutti i torti Primus: il mio amico da 35 anni, per inciso anche medico di tutta la famiglia, afferma che ci son generici e generici, e per assurdo dipende anche dalla marca (del generico, ovviamente), che alcuni non hanno la stessa efficacia, quindi come vedi in alcuni casi la tua diffidenza è giustificata.
Per inciso il mio amico è uno che cerca sempre di farti risparmiare, quindi sono sicuro al 100% che non è un discorso mirato a tutelare le case farmaceutiche :wink:

Re: Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da amodomio il 17 gen 2013 13:17


Scusa, ma sui farmaci non sono in accordo, questo quanto è il prodotto che in Italia si chiama ecquivalente:

"Generico o equivalente?
La definizione di medicinale equivalente è stata introdotta in Italia con la legge 149 del 2005. La modifica del nome in equivalente è stata disposta dal Ministero della Salute, onde evitare che il termine generico potesse essere considerato in qualche misura riduttivo per questa tipologia di farmaci.
Tuttavia entrambi i termini sono corretti ed identificano un medicinale che contiene la stessa quantità di principio attivo e presenta la stessa biodisponibilità di un altro di marca con brevetto scaduto.
Se con il termine generico si poneva l'accento sulla denominazione del medicinale, che non è più quello del marchio registrato bensì quello del principio attivo seguito da quello dell' azienda produttrice, con il termine equivalente si vuole sottolineare l'equivalenza terapeutica rispetto al farmaco originatore. "

Ora o contiene lo stesso principio attivo in eguale quantità e stessa biodisponibilità dell'originale e solo in questo caso si può definire equivalente, praticamente lo stesso farmaco senza "marchio" e solo per questo meno costoso, ricordiamo anche che parliamo di farmaci con principio attivo non più coperto da diritti di brevetto, o semplicemente è altra cosa e non si può chiamare farmaco equivalente e se si spaccia per tale è sofisticazione....

Altra cosa per prodotti a marchio diversificato, in alcuni casi anche se il produttore è lo stesso, non vuol dire che la qualità del prodotto finale sia necessariamente uguale, in altri casi invece cambia solo il marchio.

Re: Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da stefanbo il 17 gen 2013 13:40


Allora: Anch'io avevo perplessità, ma proprio perché conosco e so come la pensa il mio amico di lunga data, gli credo. Hai perfettamente ragione sul fatto che il rpincipio attivo deve essere uguale per "marca" e per generico/equivalente che dir si voglia.
Ma hai mai pensato agli eccipienti?
Ti faccio un semplicissimo esempio, e riguarda uno dei più noti e diffusi antidolorifici in commercio, l'ibuprofene. A fronte dello stesso principio attivo e soprattutto dello stesso dosaggio, il farmaco (di marca) cambia nome e da antidolorifico generico passa ad essere specifico per mal di denti piuttosto che dolori di stomaco piuttosto che dolori mestruali.
Ne ho già parlato col farmacista, che mi ha confermato che l'ibuprofene contenuto è come dose uguale, e che non è solo una questione di marketing.
Approfondirò invece la prossima volta che lo vedo col mio amico medico il perché determinati generici/equivalenti vanno bene ed altri no, perché qui mi fermo anch'io ed ignoro! :wink:

Re: Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da donAttilio il 17 gen 2013 14:36


L'AUILIN, provato personalmente il "generico" e l'originale, ho riscontrato una maggior "resa" con l'originale, per problemi legati a dolori di "cervicale" :P

Re: Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da silbusin il 17 gen 2013 15:05


Il problema del "generico" è un problema serio tanto che esiste tutta una ricca documentazione ministeriale che consente al medico di non prescrivere (deroga) obbligatoriamente il generico ma anche l'originale.
Mia suocera non utilizza altro che l'aulin perchè il nimesulene generico lo trova meno efficace. Personalmente ho trovato più efficace la Cibalgina fast da 200 mg piuttosto che il generico ibuprofene in confetti da 400 mg!!
Il principio attivo è il medesimo, ma bisogna essere sicuri che chi lo produce utilizza gli stessi standard di qualità dell'originale. E' nota la vicenda di generici confezionati nei sottoscala in Romania o altri paesi dell'est che erano scarsamente efficaci e a parità di peso conntenevano meno principio attivo, ecc. Tanto che ormai anche le grandi ditte, ex proprietarie del brevetto, confezionano il loro generico.
Gli eccipienti sono importanti perchè a loro volta sono sostanze chimiche e possono interferire sulla biodisponibilità oppure creare intolleranze e similia.
Inoltre non dimentichiamo che secondo la normativa europea, un generico testato in un paese UE può essere registrato anche in Italia senza più sottoporsi a controlli di fase III o IV. Personalmente un generico confezionato in Ungheria, Romania, Polonia, Slovenia mi lascia molto perplesso.
Sul problema dell'ibuprofene, come altri, è che sotto un determinato dosaggio diventano farmaci da banco senza ricetta e quindi possono avere un ventaglio di applicazioni. Prendete per esempio il Maalox Reflusso: di maalox originale non ha niente perchè contiene 20 mg di pantoprazolo. La stessa molecola è mutuabile (nei dosaggi 20 e 40 mg) con nota A01.
Bella storia comunque.

Re: Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da amodomio il 17 gen 2013 15:42


Scusate, stiamo parlando di farmaci controllati dall'AIFA Agenzia Italiana del Farmaco e venduti in farmacia dietro prescrizione medica.
Non stiamo parlando di farmaci rumeni o cinesi prodotti in qualche modo e consumati non si sa da chi.
Non stiamo parlando neppure di farmaci reperibili ed acquistabili in internet provenienti da... India? Dove si vende viagra... che con il farmaco originale ha solo il colore.
Scienza e non io, vuole che a parità di principio attivo e di quantità corrisponda uguale efficacia, se questo non avviene o non è uguale il prodotto o non è uguale la quantità... oppure, cosa più frequente di quanto sembri, il fattore psicosomatico ha una sua valenza.
La prescrizione medica è stata modificata permettendo di indicare ancora il nome del farmaco proprio per questo motivo, poi in farmacia viene chiesto se si vuole "quel" farmaco o il suo equivalente.


Poi se proprio si vuole approfondire su alcune cose, copio ed incollo:

"C’è chi lo usa per un banale mal di testa, chi per alleviare spasmi o infiammazioni. Ancora in pochi sanno che l’analgesico più conosciuto, l’Aulin, è tossico. A dare l’allarme, anni addietro, sono stati 16 Paesi europei tra cui Spagna, Finlandia ed Irlanda che lo hanno addirittura ritirato dal commercio.
Non sembra, invece, che l’Italia abbia recepito la pericolosità del farmaco che continua a popolare gli scaffali delle nostre farmacie. Il Nimesulide non è commercializzato neppure in: Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, Canada, Germania."

Anche sul perché in Italia non risultino controindicazioni, si parla di AIFA, ma in altro modo...

Re: Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da silbusin il 17 gen 2013 16:01


Corretto. Stiamo parlando dei farmaci controllati dall'AIFA. Che acquisisce i prodotti provenienti dalla UE. E che ha rilevato i problemi testè riferiti su generici prodotti non in Italia.
Sul nimesulene in Italia c'è uno studio prospettico ampio tanto che il farmaco è prescrivibile solo con ricetta non repetibile. Il paracetamolo che è adoperato anche come eccitante sessuale tanto è (ab)usato è epatotossico e mielotossico ed è monitorato negli USA per una verosimile predisposizione come lo fu tanto tempo fa la fenacetina per i paesi anglosassoni.
Negli USA il triptofano (aminoacido essenziale) è vietato come integratore o farmaco, mentre in Europa viene usato (ora molto meno) per la depressione e la cefalea (Tript-oh) essendo un precursore della serotonina. Se mangiamo le patate assumiamo il triptofano...
Verissimo: se il prodotto è chimicamente uguale l'effetto è lo stesso; come è verizzimo che ci sono le componenti placebo e psicosomatiche e il mal della pecolla.
Le truffe però nel campo farmaceutico sono molto più ampie di quanto si pensi. Bisogna solo essere del mestiere.
Non si parlava nè di paesi extracomunitari nè di vendite online.
Augh! :D

Re: Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da amodomio il 17 gen 2013 16:30


Non posso che concordare....
Quando e truffa, e truffa... in ogni nazione e anche da noi non si scherza.
Qualcosa in merito lo so anche se storia antica, quando come analista medico operavo nei laboratori provinciali che al tempo testavano i farmaci... ma come detto è storia antica.
Continuando poi con controllo su prodotti alimentari prima e acqua dopo... è in quel periodo che ho imparato a mangiare tutto... senza approfondire troppo......

Re: Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da donAttilio il 17 gen 2013 17:22


silbusin ha scritto
Sul nimesulene in Italia c'è uno studio prospettico ampio tanto che il farmaco è prescrivibile solo con ricetta non repetibile. Il paracetamolo che è adoperato anche come eccitante sessuale tanto è (ab)usato .
.
Augh! :D


Silvano, perchè non ne prescrivi quantitativi industriali a noi Mangioni 8) "siamo" in diversi ad averne bisogno :P :wink:

Re: Prodotti "smarchiati" e altro sulle etichette

da Bob il 19 gen 2013 12:58


Un momento: credo che si stia facendo confusione. Un conto è paragonare prodotti diversi che, apparentemente, danno le stesse prestazioni, è un conto è identificare il medesimo prodotto, venduto attraverso filiere commerciali diverse, a fronte dell'eliminazione dell'etichetta. E' il caso di indumenti fatti dai terzisti per le griffes, che, legalmente e con beneplacito della griffe stessa, possono essere venduti, in misura modesta, a prezzi ridicoli. E' il caso degli alimentari che vengono prodotti in determinate ditte, e poi impacchettati in involucri diversi.
Nell'arredamento, visto che da tempo, ormai, quasi nessuna ditta produce un pezzo al suo interno, basta conoscere il passaggio precedente per avere, immediatamente, un prezzo inferiore del 40%. Con due passaggi, si arriva al 70, più un assemblaggio generalmente facile.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

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