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In cucina con Fante

da Fante il 03 gen 2007 18:46


Carissimi,
oggi vi voglio parlare di un celebre piatto della tradizione meneghina, la cotoletta alla milanese. Esistono varie interpretazioni della medesima, ma se volete ottenere una eccellente cotoletta, non dovete fare altro che seguire le mie semplici istruzioni.

Per cominciare è opportuno avere un amico austriaco. Per anni infatti ci si è domandati a chi spettasse l'onore di rivendicare la paternità di questo piatto; le polemiche in proposito sono state acerrime, a momenti anche sanguinose, a causa delle evidenti implicazioni patriottiche. A sostegno dei milanesi a un certo punto intervenne, con una missiva indirizzata al conte Attems (aiutante di campo di Francesco Giuseppe), il maresciallo Radetzky. Nella lettera Radetzky affermava di aver scoperto a Milano la famosa cotoletta e ne descriveva minuziosamente la ricetta . Quindi il primo passo è onorare questa curiosità storica e celebrare il ritrovato amor patrio tirando una stampella in testa ad un viennese. Alcuni anni fa era ancora possibile - limitatamente alla preparazione del piatto - cominciare sparando una fucilata ad un austriaco. Purtroppo, una normativa UE adesso ha reso la cosa illegale. Da anni mi batto affinchè questa ottusa legge che limita così fortemente la nostra tradizione culinaria sia abolita. Se non vi sono testimoni tuttavia, ed avete un amico alpino, consiglio sempre di colpire l'austriaco con lo schioppo piuttosto che con la gruccia. Il vostro piatto ne risulterà enormemente migliorato.

Fatto questo procuratevi una cotoletta di vitello con l'osso e battetela con violenza. Se ne fate una questione personale di solito viene meglio. Io non ho problemi visto che la mia prima ragazza mi tradiva con un nodino. E' importante che l'operazione sia ben eseguita e sufficientemente violenta; purtroppo non è possibile limitarsi ad insultare il pezzo di carne. Alla fine la cotoletta dovrà essere ben larga, ad orecchia di elefante. Se siete dei novizi vi basterà seguire l'istinto, ma io suggerisco sempre di avere un elefante in casa per usarlo come modello. Sul balcone ne tengo uno apposta per queste occasioni; si chiama Packy e consuma solo 50 chili di rucola al giorno e due boeri - un vizio che non sono mai riuscito a togliergli.

Molti milanesi tuttavia , tra cui anche il sottoscritto, preferiscono la cotoletta non battuta, leggermente alta. Carlo Steiner ne Il ghiottone lombardo cita però una ricetta dell'ottocento in cui si dice "La si stenda sul tagliere e col pestacarne si cominci a tormentarla dolcemente di modo che le fibrille della carne non si spappolino, ma si rompano...questa operazione che può anche durare una ventina di minuti... ". Consiglio quindi di procurarsi due cotolette: una la prendete e la martoriate selvaggiamente per scaricare le vostre frustrazioni, poi la buttate via e cuocete l'altra.

Quando avrete finito di pestare la carne, teneto ancora un po' vivo il vostro livore e sbattete due uova, fateci passare la carne e quindi passatela nel pane grattuggiato. La cosa risulta talmente spassosa da convincervi a farlo un'altra volta. Sconsiglio la terza perchè il gioco è bello quando dura poco. Abbiate l'accortezza di non aggiungere mai sale, operazione che deve essere fatta solo a fine cottura. Se non ce la fate vi do l'indirizzo del mio analista.

Intanto, in una padella sufficientemente larga - potete liberamente mormorare graziealcazzo - fate sciogliere del burro chiarificato. La cosa è molto importante. Per due motivi, ognuno già abbastanza valido da solo. In primo luogo perchè fa una scena fighissima dirlo: cotta nel burro chiarificato. Non sono poche le donne che mi hanno concesso le loro grazie solo mormorando loro burro chiarificato, specialmente le fan di Marlon Brando. In secondo luogo perchè il burro ha un punto di fumo estremamente basso (brucia gia' a 130 gradi). Sottoponendolo al processo di chiarificazione, viene rimossa la caseina e si ottiene così un burro che resiste anche fino ai 200 gradi, adatto quindi anche alla frittura. Se non sapete chiarificare il burro, avete sbagliato forum, giacchè qui siamo tutti degli esperti coi controcoglioni. Tsè.

Cucinate quindi le vostre cotolette, finchè non risultino giustamente dorate da ogni parte, ma si ricordi che la vera cotoletta alla milanese deve restare rosata all'interno. Non dimenticate di avvolgere il manico d'osso con della carta, perchè nessun buon milanese può rinunciare ad agguantare la cotoletta per rosicchiarla fino in fondo. Nonostante la moda lo consigli, non è importante che sia un involucro firmato.

Come abbinamento suggerirei un rosso vivace come una Bonarda o un Barbera dell'Oltrepò.

Grazie per la cortese attenzione


da cisejazz il 03 gen 2007 22:17


e' semplicemente me-ra-vi-glio-so Fante
Meraviglioso!

da fulvia il 03 gen 2007 22:55


...Rosata all'interno......giammai!!!!


....A Silbusin piace quasi cotta!!! :roll:

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da Bob il 06 gen 2007 13:13


La-cotoletta-alla-milanese- NON-è-battuta!!!!ORPO! :evil: :evil: Ofante! Già non mi metti il chiodo di garofano nella trippa, ora mi batti la cotoletta.....
Ma perlamiseria! E'un piatto che "sembra" solo semplice, ma che in effetti non lo è proprio per la difficoltà di cuocerla bene, dato lo spessore. Tenera, sì, morbida, anche, ma nauralmente, senza battiture di sorta. Non è facile farla bene.
Non a caso, la cosiddetta "orecchia di elefante" la fanno cani e porci, la "cotoletta alla milanese" no.

da silbusin il 06 gen 2007 14:29


Bob ha scrittoLa-cotoletta-alla-milanese- NON-è-battuta!!!!ORPO!

non è così certo, caro Bob. Se vai a vedere l'antico topic citato sopra (da cui fante ha tratto notizie a piene mani) nella ricetta dell'ottocento la carne veniva "tormentata dolcemente".
ed era logico pensando che la frollatura come noi la intendiamo era ben diversa e quindi la carne era più "fresca" e più dura.
dove laMx61° inventava alla grande era nel mettere la carne nella farina, orrore! anche se lo diceva Marchesi (orribile anche l'idea di metterci insieme la maionese casalinga)

da Bob il 06 gen 2007 15:05


Tra "battuta" a orecchia di elefante e "tormentata dolcemente" ci corre un abisso.
Posso perfettamente capire il "tormento", pratica dettata dalla necessità di ammorbidire, ma, sicuramente, una battitura tesa a spianare e a triplicare la superficie sarebbe stata ampiamente descritta. Senza contare poi che la battitura ad orecchia ecc rende assolutamente nulla ogni eventuale morbidezza residua, riducendo la carne a un foglio di carta.
Che senso avrebbe, dico io, scegliere con cura un pezzo di carne tenero, alto,.morbido, e poi, in vena ad un attacco di sadico furore (così ben descritto da fante, peraltro) ridurlo ad una suoladi scarpa? No, Sil, la cotoletta alla milanese non è battuta. E non ci piove. IMHO (che è l'unica che conti qualcosa.....)

(così per inciso, la pratica di battere la cotoletta deriva dall'uso birichino di usare un pezzo di carne di natura meno pregiata. Non solo in quanto meno morbida, quanto proprio di minor levatura, come il nodino di maiale. Una volta battuto a quel modo, diventa difficile persino per un medico legale riconoscerne i resti.....
Una volta scoperto il trucco, si è pure scoperto che la battitura nascondeva sia la durezza che l'origine. E allora, dai che ci diamo, con rucola e pomodorini, che con la cotoletta alla milanese proprio non c'entrano una mazza.....)

da Bob il 06 gen 2007 15:07


sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate. Ma sul cibo ci mastico abbastanza, se mi perdonate il fine gioco di parole..... :wink:

da silbusin il 06 gen 2007 15:30


giusto. l'oregia è praticamente una ciabatta buona per tutte le stagioni. fante le adopera come pattine sul parquet. (noi ce le ricordiamo bene eh, caro bob, visto che sem juinot...)
l'idea di mettere pomodorini a pezzetti e basilico freschi sulla carne fredda è un'abitudine dovuta al fatto che nulla va sprecato. in generale però per le cotolette in genere, cioè la banale fettina di fesa o di pollo o tacchino imapanata che d'estate è una delizia. ma che con la cotoletta non ha nulla a che fare.
certo che laMax61° di cotolette e busecca se ne 'ntend 'na gott.**




**vistosa provocazione per l'alpino, vediamo se abbocca.

da Ospite il 06 gen 2007 16:54


silbusin ha scrittogiusto. l'oregia è praticamente una ciabatta buona per tutte le stagioni. fante le adopera come pattine sul parquet. (noi ce le ricordiamo bene eh, caro bob, visto che sem juinot...)
l'idea di mettere pomodorini a pezzetti e basilico freschi sulla carne fredda è un'abitudine dovuta al fatto che nulla va sprecato. in generale però per le cotolette in genere, cioè la banale fettina di fesa o di pollo o tacchino imapanata che d'estate è una delizia. ma che con la cotoletta non ha nulla a che fare.
certo che laMax61° di cotolette e busecca se ne 'ntend 'na gott.**




**vistosa provocazione per l'alpino, vediamo se abbocca.


E raccogliamo la provocazione.
C'è chi fa semplice copia ed incolla e c'è chi le ricette le prova e le riprova.
L'infarinatura del nodino (proprio una spolverata con eliminazione dell'eccesso) prima di passare nell'uovo sbattuto (SENZA SALE) consente una maggiore presa dell'impanatura. Il sale, se ce lo metti, finirebbe con rilasciare umidità e "scollare" l'impanatura.
Che l'abbia detto Marchesi o che faccia parte del libro della cucina Araba trapiantata a Milano, è un dato certo e chi ha provato a far cotolette se ne rende conto. Chi le cotolette le fa telematicamente può permettersi di dire minkiuzzate.

Servire la cotoletta con qualcosa di acidulo è buona norma e vale per tutti i fritti. Orripilante è spremere il classico quarto di limone sopra la carne impanata. Altra operazione importante è l'asciugatura con carta assorbente per eliminare IL BURRO in eccesso. Per cuocere usare burro salato portato a color nocciola chiaro.

Se certe cose non le FAI caro Mangione, FALLE!!!!! Non PALLE!!!
La Max 61°

da primus il 07 gen 2007 10:07


Per cuocere usare burro salato portato a color nocciola chiaro

:shock: :shock: :roll:

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da Ospite il 07 gen 2007 10:56


primus ha scrittoPer cuocere usare burro salato portato a color nocciola chiaro

:shock: :shock: :roll:



Capisco che per te, cuoco della 3 generazione, siano cose poco comprensibili. Immagino anche che la cotoletta tu la rigiri un infinità di volte. Sbaglio?
Ciao e buon Hanno.
LA MAX 61°

da Bob il 07 gen 2007 13:57


silbusin ha scrittocerto che laMax61° di cotolette e busecca se ne 'ntend 'na gott.**




**vistosa provocazione per l'alpino, vediamo se abbocca.

A parte il fatto che il tòo milanès l'ha fàa cilecca ( el se dis "nagòtt", minga " 'na gott"), mi sembra che tu abbia voglia di sparare sulla Croce Rossa..... :twisted: :twisted: :P
E poi, parla de per tì: TI te se minga pù 'n juinot: mi sunt'ammò 'n gandula, un sgarzulìn..... :wink:

da primus il 07 gen 2007 15:49


MAX61° ha scritto
primus ha scrittoPer cuocere usare burro salato portato a color nocciola chiaro

:shock: :shock: :roll:



Capisco che per te, cuoco della 3 generazione, siano cose poco comprensibili. Immagino anche che la cotoletta tu la rigiri un infinità di volte. Sbaglio?
Ciao e buon Hanno.
LA MAX 61°



A parte il fatto che la cotoletta non è nel mio dna, cmq so benissimo come si cucina e non mi risulta che si usi "burro color nocciola"...ciao vecio, stà su nè :wink:

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da silbusin il 07 gen 2007 15:55


mi sunt'ammò 'n gandula, un sgarzulìn

Eh già basta vedè el perfil... 8)

per l'alpino: il limone sulla cotoletta?? come sul fritto misto o sul pesce all brace?
a noi ci fa inorridire, ci fa.
ma se ti ricordi negli hanni 8) 50 in trattoria (ci andavo ben poco visto i chiari di luna della mia famiglia) nel calice di vino rosso, allungato con un po' d'acqua si metteva il quartino di limone adoperato per insaporire la pietanza.
comunque per fare bene una cotoletta ci vuole impegno e attenzione specie nella cottura se no ti si stacca l'impanatura.
basta ho detto troppo.

da Fante il 07 gen 2007 18:30


Allora....
L'idea di infarinare leggermente la cotoletta non mi sembra blasfema, serve solo a tenere la panatura....anche se, girando la carne una volta sola, confido che la panatura non se ne vada a zonzo. Comunque ho due cotolette, domani una la infarino, l'altra no. Poi vi dico.
Sul burro nocciola nutro qualche dubbio teorico. Se la carne deve friggere, non brucio il burro se non lo chiarifco?
Poi in tavola metto qualche chiodo di garofano che altrimenti Bob s'incacchia come una bestia.
Inoltre ( bestemmio ) non lo faccio mai, giurin giuretta, ma, senza creare uno tsunami di spremuta, che male c'è in qualche goccia di limone se gradita?

da Bob il 07 gen 2007 19:58


...adesso ti spiego la differenza tra "cotoletta" e "trippa".
Vedi, anche le api e le farfalle, ogni tanto,........

da Ospite il 07 gen 2007 20:27


insommmaaaaaaaa!!!! Intendiamoci!!!! Di cosa si sta parlando?

Burro nocciola. Quando il burro comincia a spumeggiare dopo essersi sciolto a fiamma moderata, se guardato i trasparenza, da occhio attento, di chi ha nel DNA la cucina, assume un colore leggermente paglierino nocciola. A questo punto si cala la cotoletta. La si cuoce a fuoco moderato e non a tutto gas (come fa Primus il gran dispensatore di ARECE DI ELIO-FANTE). LA SI GIRA UNA SOLA VOLTA - 4-5 MINUTI PER PARTE- CONCESSA UNA FOGLIETTA DI SALVIA- LA SI RITIRA -LA SI ASCIUGA SU CARTA ASSORBENTE DA CUCINA(Non quella per l'inchiostro)- LA SI SERVE ACCOMPAGNATA DA QUALCOSA CHE SIA ACIDINO. Avete mai provato a sciogliere poco zucchero in acqua, farlo addensare senza caramellare, a aggiungere un paio di cucchiai di succo di limone, filtrare e servire come accompagnamento alla cotoletta in piccoli contenitori di porcellana o tazzine da caffè? Si taglia la cotoletta, la si puccia POCHINO POCHINO nel sughetto al limone e si magna.

NOTA del sottoscritto- Sempre più frequentemente, anche in altro sito dove son presenti cuochi, appena si parla di qualcosa di specifico, questi ultimi, si danno alla macchia. Devo riconoscere che Fulvia e Tano sono gli unici che dicono la loro. La cosa che più frequentemente sento rispondere è : " la tal preparazione non mi è congeniale- non è nel mio DNA- non la faccio perchè sorpassata ecc" Tornando in tema cotoletta, chiedetelo alla Fulvia che il rischio della cotolettata (EVENTO COTOLETTA E NON SBERLONE DATO CON COTOLETTA ELE-FANTE) se l'è preso, come deve essere, prima di tutto, tagliata la carne. L'esito finale dipende molto da questa partenza. Alta 2 cm e regolarmente tagliata. Non alta 3 che finisce a 1cm.i ricordi Fulvia? Quest'errore è uno dei più comuni e facilita il bruciacchiarsi del burro e la non perfetta cottura della carne di vitello, che al taglio deve apparire appena appena bianca. Rosata è da peccato mortale e cappello nero morte.
Ciao
LA MAX 61°

P.S. Primus fatti un'endovenosa di cotolette così ti sistemi il DNA

http://www.dnaalpino.it/anteprima.htm

Vai a questo link e controlla il mio DNA

da Stroliga il 07 gen 2007 21:30


e io dico la mia:
anni addietro, non contenta della panatura ho provato ad infarinare prima di passare nell'uovo, ma poi si staccava la panatura dalla carne..............very horrible...........
alla fine ho scoperto che il mio errore stava nel pan grattato che setacciavo..........adesso dopo aver grattato il pane levo solo i pezzi più grossi di pane secco ma lascio il pangrattato a grana disomogenea.............adesso mi viene perfetta.

da Ospite il 07 gen 2007 22:01


Stroliga ha scrittoe io dico la mia:
anni addietro, non contenta della panatura ho provato ad infarinare prima di passare nell'uovo, ma poi si staccava la panatura dalla carne..............very horrible...........
alla fine ho scoperto che il mio errore stava nel pan grattato che setacciavo..........adesso dopo aver grattato il pane levo solo i pezzi più grossi di pane secco ma lascio il pangrattato a grana disomogenea.............adesso mi viene perfetta.



Ognuno può fare quello che ritiene più opportuno ma ci sono delle regole ben stabilite da chi è professionista(Marchesi-Oltre il fornello) nel vero senso della parola. Riconoscere che sono esatte è la cosa più ragionevole da fare. Stroliga mi hai fatto venire in mente un particolare che è importantissimo e che devo aver detto a suo tempo.
IL PANE GRATTUGIATO UTILIZZATO deve essere quello ricavato da pancarè leggermente raffermo e passato al setaccio. Viene una grana molto grossa e si inzuppa molto bene di uovo. Inoltre, l'uovo, deve essere sbattuto poco, giusto il necessario per amalgamare alla meglio tuorlo e albume.

Va precisato che, come succede per TRIPPA-CASSOEULA-RUSTIN NEGA'-RISOTTO ALLA MILANESE, ci troviamo a parlare di cose non canonizzabili e le tradizioni si possono dire "familiari" nel vero senso della parola. Restano ferme alcune regole di base.
Poi, se a qualcuno piace fare le cotolette utilizzando la cottura sottovuoto a bagnomaria per 200 ore ed a bassa temperatura hiiiiiiiiiiiiii....beh!!!!! Affari suoi.
LA MAX61°

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