Più di dieci anni fa lessi un bel saggio di Geymonat che trascorreva il vissuto storico della donna.
E faceva notare come non ci sono pittrici famose, nè musiciste, nè letterate (intendendosi personaggi alla Renoir, Rossini, Hugo, ecc.) e questo derivasse solamente (il suo solamente era argomentato in diversi capitoli) dal fatto che la donna non ha mai potuto sino alla seconda guerra mondiale accedere alle arti e ai mestieri con la stessa libertà dell'uomo. Insomma è stato l'uomo (non fante, l'Uomo

) che l'ha tarpata, sottomessa e non valorizzata.
Anche nella cucina probabilmente è lo stesso: i più grandi cuochi del 700 sono omaccioni con baffetti da sparviero.
La gestione dell'accoglienza (osteria n. 20) sempre gestita dall'uomo "fante della malora, portaci da bere...".
Per la donna è stato ritagliato (ad usum fanti) un ruolo di secondo piano in tantissime cose: nel ventennio la donna era una buona "fattrice" (definizione oribilis), oggi nel democratico islam non vedo grandi differenze.