Tutto giusto. Un po' di neurofisiologia la conosco (specie quella patologica) e quindi ça va sans dire
ma quello che ripuntualizzo è che (anche dai dotti commenti che seguono) risulta che i clienti sono dei gioiosi coglioni a cui non compete scrivere alcunchè di lessicalmente coinvolgente la gastronomia.
Capitto mi avette?
Poi che io conosca la reazione di Maillard, la tecnica della cottura a bassa temperatura, la funzionalità delle piastre ad induzione, quella dei forni ventilanti multistrato, della differenza tra vischiosità e appiccicosità (si adopera per definire il catarro sul vetrino), tra stimolo vagale che ti può far vomitare anche il culo e quello simpatico che ti fa rizzare il pisello, l'osmosi inversa e quella diretta, i canali a pompa e quelli a libero scorrimento, il trasporto su carrier e quello su gomma, il fatto che gli spermatozoi possono avere due teste e una coda, che gli additivi, emulsionanti, gelificanti, addensanti, sferificanti, lubrificanti si adoperano da sempre (fante è uno dei massimi consumatori di preparazione H), che andare a fumare una sigaretta mentre si mangia significa che poi per almeno 15 minuti i sapori sono alterati, ebbene sì, le so tutte. Perchè
"io so io voialtri nun siete 'n cazzo!"
Ma se vado da XY e spendo 300 euro a cranio e non mangio bene, col cazzo che non lo dico. Dissapore permettendo, obviously...