MAX61° ha scrittodewhiff ha scrittoStroliga ha scritto
Perdincibacco
Ci - devo - assolutamente - andare
Si...ci devi andare e anche restare e non chiederci più consigli su come fare, dove andare,fare sondaggi e test. Piuttosto veniamo li e ti cacciamo giù tonnellate di profiterol, baba al rum,vagonate di monte bianco.
Che i brufoli ti spuntino su tutto il corpo come talagmiti satalactiti e ti si formino airbags di cellulite ovunque.
Ma dai! Che una volta nella vita! e' ROBA DA MANICOMIO.
LA MAX 61°
Che dissenteria vi colga.
Io non dico non sia da manicomio.
E' un attentato a fisico, equlibri nutrizionali, e altro.
Ma essendo i dolci una mia passione, quando si ha a che fare con essi io parto dal presupposto malato che la razionalità vada a farsi benedire. E una volta nella vita, una cena di solo dolce, vorrei provare a farla. Ovvio, solo se qualitativamente ne vale la pena. C'è dolce e dolce, ci sono i dolci pesanti che dopo tre bocconi non riesci più ad andare avanti, e quelli raffinati e leggeri.. un semifreddo al limone in salsa di amarene (mi viene in mente perchè l'ho cucinato oggi) non è la stessa cosa di una torta setteveli (per chi non la conoscesse è una specialità contesa da trieste e palermo, una bomba calorica ineguagliabile).
E poi, al di là degli ingredienti di base, c'è crostata e crostata, pan di spagna e pan di spagna. Io credo che un buon dolce non debba mai risultare pesante. Se gli ingredienti di base lo sono, allora meglio una porzione ben presentata e mignon di una abnorme che o scoppi o la avanzi. E questo, specie se calcolato alla fine di una cena, è molto importante.
A me piacerebbe una cena di sola degustazione di dolci, a patto che sia ben calibrata, che si assaporino gusti diversi, e che le portate siano proporzionate allo stomaco di chi assaggia (per non arrivare strabordanti alla quarta portata.. e sul digiuno ovviamente scherzavo, chi l'ha provato per ragioni di salute sa che significa rimettersi a mangiare quando si è nella fase in cui non se ne sente nemmeno più il bisogno. E' però vero che si può mangiare di meno e alimentare la fame, scusate l'ossimoro, fino ad arrivare un po' più che affamati, ma sono equilibri individuali molto variabili). Non so se il posto citato ci sia riuscito, credo che sia difficilissimo anche per chi ama i dolci uscire da un'esperienza del genere del tutto soddisfatto.
Riguardo invece il discorso che si faceva sul "meglio pochi dolci ma buoni che troppi parzialmente o totalmente indistriali" sono completamente daccordo. Meno scelta ma a favore di una maggior qualità del prodotto. Io quando mi sento elencare quindici tipi di dolci spontaneamente arriccio il naso pensando che buona parte di essi è logisticamente parlando di provenienza non artigianale.
Forse, anzi, sicuramente, chef e pasticcere hanno ruoli diversi e dovrebbero lavorare affiancati, con l'ovvia conseguenza che il dolce verrebbe a costare maggiormente. Poi, a quel punto io sarei disposta a pagare un surplus. Meglio pagare 10 euro per un dolce di alta cucina che 6 per un bindi, che con tutto il rispetto ci si può comprare allo spaccio quando si vuole.
Il dolce poi (e qui concludo) è in base alla mia esperienza in cucina la portata più difficile da gestire. Parlando di cucina tradizionale, è facile che molti, a vari livelli ma tutti ugualmente accettabili, sappiano cucinare un'orata ai ferri o un pollo arrosto con patate o una grigliata mista, ma provate a fare un semifreddo che non sappia troppo di gomma o una crostata che non risulti troppo friabile o inaddentabile perchè non la rompe nemmeno un trapano. Ci sono portate che vengono più o meno buone, ma che in qualche modo si recuperano o raggiungono la sufficienza. Il dolce a volte lo puoi tranquillamente buttare nella spazzatura. E' tremendamente facile trovare un dessert da 4 e, una volta su mille, una torta da 9. E, all'estremo opposto, io quando ne mangio uno realmente buono, me lo ricordo a vita. Tipo una mousse al cioccolato assaggiata non meno di cinque anni fa ai colli di mairano.
Io poi trovo un'altra difficoltà realtiva all'argomento dolce. Non è affatto semplice abbinarlo alle portate precedenti. Riguardo accostamenti antipasto primi secondi tutti bene o male, se abbiamo un minimo senso gastronomico di base, sappiamo cosa è assolutamente da evitarsi, tipo il pesce dopo una portata forte a base di carne, o siamo consapevoli dei richiami di certi gusti che dal primo si possono ritrovare nel secondo in un menù ben calibrato. Il dolce invece spesso presenta componenti che si discostano da un ragionamento di questo tipo. A me piacerebbe che in un ristorante, qualora fossi io a scegliere il menù al momento, venisse da parte del cameriere il consiglio su cosa abbinare a cosa. Se ho appena mangiato un branzino con vaasaperecosa mi piacerebbe che mi si consigliasse su come concludere degnamente la cena.
Avevo detto che concludevo mezzora fa. Beh ho finito (forse).